di Pier Luigi Cavalchini
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Un ritornello simpatico sta rimbalzando da un po’ di tempo nelle nostre testoline, debitamente tenute ‘allo scuro’ in tutti questi anni di amministrazioni “perfettine”. “Ma queste Opere sono strategiche o no”? Le vogliamo fare? Oppure vogliamo resettare tutto, facendo implicitamente capire a lettori e cittadini che siamo stati governati per quarant’anni da una massa di smidollati (a volte tangentati)? D’altra parte la manfrina a cui ci sta sottoponendo l’esimio dott. Toninelli, neo Ministro alle Infrastrutture ecc., non ci sta chiarendo un bel nulla. Forse vuole mettere nel sacco “regine della scacchiera” come la dott. Commissaria Iolanda Romano (per quanto riguarda il “Terzo Valico” nostrano”), oppure i Virano di turno che si sono avvicendati nella spasmodica ricerca di un consenso – non solo di facciata – ad un’opera complessa come la Torino-Lione. Comincio a credere che non siano sufficienti prese di posizione (pro o contro) e tanto meno richieste di variazioni di composizioni nei vari consessi decisionali come, qui di sotto, fa Pro Natura Piemonte con praticamente tutto il “gotha” dell’ambientalismo piemontese. Certamente sono d’accordo nello specifico…ma…semplicemente…non basta. D’altra parte l’aria è cambiata e frasi come quelle seguenti cominciano ad essere “à la page“….
“Pare che sia la volta buona…”, “Pare che Toninelli li metta tutti in fila… e magari anche in galera…Finalmente”. Reazioni che si leggono un po’ qui, un po’ la’ e…. che si sentono (abbastanza spesso) nelle occasioni di incontro su temi importanti come il destino dei (nostri) soldi per infrastrutture pubbliche (aggiungo, pedissequamente… utili ed importanti in chiave futura..). Peccato che in questi “incontri pubblici” ci sia sempre meno gente comune (che vorrebbe capire) e che ci siano rimasti soltanto i “tifosi” delle due curve (con qualche amministratore furbetto, sia di destra, che di centro, che di sinistra (a cui aggiungo “sopra” e “sotto”) a gestire le cose in modo da non discutere di nulla (*). Troppo cattivo?… non penso proprio. Anzi…esattamente il contrario. E’ proprio questo il momento di deporre le armi (archibugi, a volte clave, temperini e altro (nulla di veramente moderno e innovativo)) per provare a discutere sui fatti. Su cosa vogliamo veramente.
La “Torino-Lione” (nella forma dell’Alta Velocità anche se limitata per motivi ingegneristici ai 200 orari), potrebbe avere un senso se da Torino , oltre che verso Milano, si dipartisse un tratto ad “Alta Velocità / Velocità Compatibile” verso Piacenza, per raggiungere poi il nodo centrale “padano-ferroviario” di Reggio Emilia. Una via diretta per chi (dal Piemonte sud) deve andare a Roma, senza l’inutile orpello di un “passaggio alla Centrale di Milano”). Questa operazi0ne potrebbe (…ma solo potrebbe, cari amici lettori…, visto che siamo nell’”opinabile”) giustificare un tratto “in deviazione” verso Genova, sempre con una TAV all’italiana di max 160 km orari, viste le pendenze e le problematiche di snodi vari che si sono appalesate in questi anni rispetto al cosiddetto “Terzo Valico”. Risultato? …si avrebbe uno sdoganamento definitivo del porto ligure, della sua economia, dei suoi cittadini, permettendo loro di scegliere , una volta arrivati nei pressi di Rivalta Scrivia ( con stazione apposita) se proseguire verso Bologna – Firenze – Roma (o Milano), oppure risalire le Alpi verso la Francia. Sempre in sicurezza e in “buona velocità”. Preferisco infatti il termine “Velocità compatibile” a quello di “Alta Velocità” e l’ho già specificato in altra occasione, per fortuna in condizioni ottimali di confronto, senza tifoserie schierate con tanto di insulti pronti.
Questo, cives, significa “programmazione economica”, in questo caso “trasportistica”. Avendo anche la forza politica di favorire con opportuni incentivi l’utilizzo delle strutture ferroviarie da parte di “container” e TIR vari, così come succede già (per molte tipologie di trasporto) in Svizzera e in Austria. Allora sì una “Capacità compatibile” , ben altra cosa dell’ “Alta Capacità” , avrebbe non solo un senso, ma potrebbe essere una delle chiavi del rilancio industriale (green) italiano. Andando a non più di settanta km orari (ed è già troppo), soprattutto azzerando i tempi di attesa, carico e scarico delle merci… Vero “imbuto” negativo di cui nessuno vuole discutere…
Ripeto “nessuno ne vuole discutere”… perchè la politica delle “Amministrazioni perfettine” è quella di non dare fastidio a nessuno, di fare filtro quando possono emergere “idee dissonanti”… insomma “nihilo magistri“, maestri nel non fare nulla. Salvo lamentarsi se poi i cittadini voltano le spalle, votano i Cinque Stelle (o, a volte la Lega)… oppure… semplicemente… non vanno più a votare.
Comunque… per chi è amante della “politica un po’ retro’ che ci piace tanto”, il testo proposto è il seguente. In attesa di passare ad un livello superiore di confronto…
…
Titolo:
TAV Torino-Lione: l’arch. Foietta deve essere sostituito nei suoi incarichi
Contenuti:
In relazione alle insistenti richieste del Commissario straordinario del Governo per la linea ferroviaria Alta Velocità Torino-Lione, arch. Foietta, di essere sentito dal nuovo ministro delle Infrastrutture, Pro Natura Piemonte ribadisce i contenuti della lettera inviata al Ministero in data 11 maggio scorso, in cui si afferma che il Commissario, avendo palesemente mancato agli obblighi di completezza e di verità di informazione a cui lo obbligavano i mandati ricevuti, non possa più continuare negli incarichi che sta ricoprendo.
Attualmente l’arch. Paolo Foietta riunisce tre distinti incarichi:
1) Presidente dell’Osservatorio per la nuova linea ferroviaria Torino Lione
2) Commissario Straordinario del Governo per la nuova linea ferroviaria Torino Lione
3) Copresidente, della Conferenza Intergovernativa (CIG) Italia-Francia per la
realizzazione del nuovo collegamento ferroviario Torino Lione
• La figura di Commissario Straordinario del Governo, sino dalla sua legge istitutiva n. 400/88 è quella di “realizzare specifici obiettivi in relazione ai programmi del Governo”;.pertanto l’incarico non può uscire dai limiti che, per la Torino Lione, sono: “L’entrata in servizio alla saturazione delle opere esistenti”, come recita il trattato fondamentale del 29.01.2001. La corretta informazione sull’andamento dei traffici era un obbligo istituzionale che è stato lungamente fuorviato e disatteso: sopratutto in occasione della recente ratifica del Parlamento italiano dell’ultimo accordo italo francese del dicembre 2016.
• Anche la figura di presidente dell’Osservatorio comprende un rapporto diretto con il Governo. Ne deriva un obbligo di fornire al Governo informazione chiare e veritiere sui documenti approvati e le previsione il più aggiornate possibile al fine di indirizzarne le scelte che riguardano la più importante opera infrastrutturale mai programmata in Italia.
• Lo stesso vale per la carica di presidente della Commissione Intergovernativa che surroga il governo ma che non è legittimato a condurre una propria politica autonoma che indirizzi le scelte governative tramite informazioni mancanti, arbitrarie o false.
L’inadempienza in queste varie funzioni nel comunicare dati corretti ed aggiornati ha indotto il Governo, e successivamente il Parlamento, a credere in un quadro errato che lo
hanno portato ad assumere decisioni inappropriate rispetto alla situazione reale, che potrebbero sfociare in un immenso danno erariale con l’avvio dell’opera.
IN PARTICOLARE
La dichiarazione dell’arch. Paolo Foietta rilasciata alla stampa il 18 maggio scorso, che affermava che lo Stato Italiano non può ritirarsi dal progetto senza incorrere in una penale di oltre 2 miliardi, è stata una violazione degli incarichi ricevuti dal Governo perché è smentita dagli accordi internazionali esistenti tra Francia, Italia ed Unione Europea e, come le stime delle revisione dei traffici e dei costi complessivi a carico dell’Italia, testimonia la scarsa affidabilità nel compito che deve svolgere.
Nel merito della prima questione:
negli accordi viene esclusa esplicitamente la possibilità di penali economiche in caso di rinuncia all’opera. Il Grant Agreement under the connecting Europe facility (CEF) sottoscritto da Italia, Francia e Commissione Europea tramite la agenzia INEA, il 25 novembre 2015, nelle Condizioni Generali, (allegato II) al capitolo 16, comma 4.3, scrive che “Neither part shall be entitled to claim compensation on account of a termination by other party”. Una frase giuridicamente esemplare nella sua completezza e concisione che esclude qualsiasi rivendicazione economica tra le parti nel caso che una di esse ponga termine alla attività.
Di conseguenza il comportamento del Commissario alla Torino Lione è stato un atto gravissimo.
Per quanto riguarda le previsioni di traffico:
l’accordo firmato a Torino il 29 gennaio 2001 stabiliva, all’art 1, che, per la nuova linea ferroviaria Torino Lione, la condizione fondamentale fosse che “l’entrata in servizio avvenga alla saturazione delle opere esistenti”. Quindi senza saturazione non c’erano obblighi. Questa condizione non è più stata richiamata o modificata nei trattati italofrancesi successivi e quindi è rimasta in vigore. Pertanto il Commissario/presidente non ha tenuto fede all’incarico ricevuto quando ha omesso la circostanza nelle dichiarazioni rivolte al Governo, soprattutto dopo che, come presidente dell’Osservatorio, ha firmato il documento di “Verifica del modello di esercizio…” del 25 settembre 2017 in cui siammette che “le previsioni di traffico sono inevitabilmente diverse” da quelle con cui, per 16 anni, è stata sostenuta la necessità della nuova linea proprio in base a quell’articolo.
Per questo Pro Natura Piemonte ha chiesto, e chiede nuovamente, che il presidente dell’Osservatorio, commissario del Governo e copresidente della CIG, arch. Paolo Foietta, sia sostituito negli incarichi che ricopre.
….
(*) I due o tre incontri pubblici organizzati dall’ottima Consulta del volontariato ambientale “no-profit” ad Alessandria sull’importante tematica della “Sicurezza della città dalle alluvioni” hanno trovato nella sottovalutazione di politici. amministratori e tecnici, la vera motivazione dei sostanziali insuccessi. In sostanza “riunioni” non “sicure”, non “pilotate dall’alto” era meglio che” finissero in nulla”. E questo, purtroppo, a prescindere dai colori politici di appartenenza. Un atteggiamento di “sufficienza” evidentemente “vincente”, visto che – ora – viene utilizzato anche dagli amministratori pentastellati (dove comandano).