Dai parterre, per chi corre [Lettera 32]

di Beppe Giuliano

In occasione della prima presentazione ad Alessandria di ‘Correndo a vuoto’ (casa editrice bookabook, con il sistema del crowdfunding editoriale) e solo per dieci giorni chi pre-ordina una copia del libro riceve in omaggio una copia elettronica di ‘Dai parterre’, raccolta di alcune storie raccontate su ‘Lettera 32’.

Sono storie di fùtbol, molte anche alessandrine, con una lieve nostalgia come dice il titolo, perché oggi non ci sono più i parterre da cui tanti bambini hanno visto giocare i “grigi”.

La prefazione è di Ettore Grassano il, per citare un altro giornale online, peraltro direttore di CorriereAL. Eccone un estratto:

“I lettori di CorriereAl li conoscono bene, i ‘ritratti’ di Lettera 32: da più di due anni li leggono e apprezzano ogni lunedì mattina, appuntamento fisso con storie grandi e piccole di sport (calcio, basket, atletica e tante altre discipline) che in realtà sono anche il pretesto, o meglio il punto di partenza per parlare d’altro: società, costume, politica, cinema, musica.
Beppe Giuliano (alias Beppe Monighini: si potrà dire?) è un bravissimo narratore, e riesce ad andare oltre la pura dimensione giornalistica, ‘trasportandoci’ ogni volta dentro un evento del passato, più o meno recente, e facendocelo spesso rivivere in prima persona. Lo sport diventa così lo specchio in cui rifletterci, per ricordarci come eravamo, e qualche volta anche, impietosamente, come siamo diventati. Beppe Giuliano in questo è sublime, dà il meglio di sé, ed è a mio modo di vedere l’erede di un filone ‘importante’ della nostra letteratura sportiva, che va da Gianni Brera al prematuramente scomparso Beppe Viola, giornalista Rai (e molto altro, naturalmente) la cui stessa morte, in ‘quasi diretta’, fu per tanti di noi, ragazzi di allora (correva l’anno 1982), un evento tragico ed emozionante. Con l’altro Beppe il nostro Giuliano, alias Monighini, ha similitudini evidenti: cultura, ironia, capacità di dire (e scrivere) cattiverie sacrosante e necessarie con garbo soave, e spirito tollerante…”