Movimento 5 Stelle: “la riorganizzazione non la paghino i lavoratori”

Comune di Alessandria 3Gli alessandrini, purtroppo, sono malamente informati sulla reale situazione cittadina e raramente riescono a sentire gli echi delle proteste di chi non ha più la sicurezza di un lavoro e di conseguenza di una vita normale. Alessandria è al tracollo e le strade da poco tempo rifatte che implodendo portano alla luce sconcertanti voragini ne sono l’esempio sconsolante.
La giunta regionale taglia sul trasporto locale destinando risorse importanti per grandi opere inutili come il Tav e la giunta cittadina vende. È stato deciso di vendere il 46% delle quote dell’ATM, ma come denunciamo ormai da mesi in ogni occasione, non viene mai fatto nessun accenno a quale idea di mobilità si vuole proporre come servizio alternativo.

Sicuramente una ristrutturazione a fronte del disastro economico è necessaria, ma che venga fatta sulle spalle dei lavoratori è inaccettabile. Perché non realizzare uno studio di fattibilità per sviluppare una diversa mobilità sul territorio dividendolo in aree omogenee, accorpando società per ottenere economie di scala e pensando al trasporto integrato tra ferrovie, autobus e aeroporti come avviene in tutta Europa?
La giunta Rossa chiude la porta risolvendo il problema con un’azione esclusivamente contabile senza dire come pensa di recuperare in futuro, senza un piano per il servizio di trasporto pubblico e soprattutto senza informare adeguatamente i cittadini.

L’AMIU poi, che da tempo è in dissesto, provocato congiuntamente dalle precedenti amministrazioni e dal proprio management, non ha mai avuto la volontà, nemmeno in prospettiva, di creare l’organizzazione per arrivare a rifiuti zero o quantomeno per tendere a tale obiettivo.

L’attuale giunta, al di là delle difficoltà economiche ereditate, in quasi un anno non ha mai studiato un piano per cercare di trasformare i rifiuti in una risorsa. Mentre si discute di tagli al personale come unica chance di riequilibrio, non si approfitta della situazione per attuare un cambio di prospettiva che porti vantaggi per tutta la collettività.

Non importa che a poca distanza dalla città comuni come Mirabello M.fto diventino virtuosi e lavorino in regime di qualità diminuendo spese, creando guadagni per i propri abitanti trasformando appunto i rifiuti in risorse da commercializzare.
Non ci sono magie contabili per tornare ad essere credibili, basta uscire dalle vostre stanze e parlare con la gente, con chi vi ha eletto, occorre pensare concretamente al futuro di Alessandria, se vogliamo che diventi davvero una smart city, perché di paroloni vuoti ne abbiamo già sentiti a sufficienza.

Noi continueremo a proporre le nostre idee, i nostri progetti e la nostra visione di sviluppo sostenibile della città. Continueremo a rivolgerci alla cittadinanza con attività volte ad ascoltare i problemi della gente e a raccogliere le loro idee. Continueremo ad informarli a quali alternative concrete su mobilità, rifiuti e sviluppo il MoVimento 5 Stelle vorrebbe poter contribuire a realizzare se solo avessimo degli amministratori un pochino più smart! Nessuno sconto o superficialità verrà ammessa e prima o poi pagherete questa ignavia non propositiva con un severo giudizio dei cittadini elettori.

Andrea Cammalleri
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Desideriamo avere chiarimenti sulla situazione attuale e futura di ASPAL. L’azienda è stata messa in liquidazione il 18 marzo. Abbiamo seguito l’intera vicenda attraverso le pagine dei giornali e attraverso il contatto diretto con i rappresentanti sindacali che in varie sedi istituzionali- commissione capigruppo, commissione bilancio – hanno portato le loro istanze e le loro proposte. I dipendenti si sono rivolti, non solo all’Amministrazione Comunale, ma alla politica alessandrina nel suo insieme, chiedendo un impegno concreto per mettere in sicurezza l’azienda, in modo tale da poter accedere a tutti gli ammortizzatori sociali ed elaborare congiuntamente all’Amministrazione Comunale un piano per riorganizzare e rilanciare i servizi di cui si occupa.

Nonostante l’impegno personale del Sindaco, che ha sospeso la messa in liquidazione nel tentativo di reperire risorse per ricapitalizzare l’azienda, dichiarando emendabile il piano industriale presentato dall’amministrazione comunale, le risorse non sono state trovate e ASPAL è attualmente in liquidazione; il che significa: futuro incerto per i servizi e per i dipendenti. A fronte dell’impegno dei lavoratori, i quali hanno messo a disposizione una quota consistente del loro salario accessorio per salvare l’azienda (400000 euro) e si sono resi disponibili a fare anche ulteriori sacrifici salariali all’interno di un progetto serio e che avesse come obbiettivo quello di tenere in vita i servizi anche in futuro per il bene dei lavoratori e di tutti i cittadini che con soddisfazione ne hanno usufruito sino ad oggi.

All’Amministrazione comunale chiediamo perché si debba addossare sui dipendenti di ASPAL ed in maniera così iniqua tutto il peso degli errori della Politica passata!
Negli ultimi mesi sono state elaborate anche proposte per effettuare risparmi, eliminare costi inutili, per rendere i servizi meno dipendenti dai finanziamenti erogati dal Comune, chiediamo quindi: quali sono le intenzioni dell’amministrazione comunale nei confronti di ASPAL? In che modo intende continuare a garantire i servizi, in termini quantitativi e qualitativi, erogati dall’azienda? In che modo intende tutelare l’occupazione e in quali termini – se intende farlo – vuole tener conto della capacità propositiva, dello spirito di sacrificio e collaborazione mostrati dai 76 dipendenti di ASPAL?
Dov’e’ finito lo slogan elettorale “insieme” che sembra voler ritornare come cardine dell’azione della nuova giunta?

In ultimo perché in questi mesi non e’ mai stata presa in considerazione dalla giunta l’idea di coinvolgere tutti i lavoratori dell’universo comune (ovvero 1200 lavoratori circa) per non licenziare nessuno a fronte di una solidarietà economica decisamente supportabile?

Angelo Malerba

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Ti voglio bene Alessandria. Povera città mia! Ti hanno massacrato. Lustri di mandato volti a dilapidare il denaro pubblico per foraggiare personali e settoriali clientele. Mai un investimento per agevolare l’insediamento di lavoro vero. Nomini chiunque l’ultima fabbrica che si è insediata in città nei 30 anni passati? E’ più facile ricordare quelle che hanno chiuso: la Baratta, la Panelli, tanto per fare esempi.
Sei stata governata non dalla Politica ma dalla partitica! Ora tutto è in dissoluzione.
Tutte le Aziende in liquidazione (tranne ATM ora in vendita). Opposti schieramenti che a mandati alternati hanno realizzato questo.

Da quando sono entrato in quest’Aula di Consiglio, sono stato travolto dal dissesto finanziario. Era solo l’inizio. Crediti non riscossi per 129 milioni circa e di questi oltre 30 milioni annullati perché inesigibili, quindi perduti per sempre. Soldi, soldi dei cittadini. Non vostri!
Da allora ogni volta che arriva una convocazione, leggo una Delibera o una Determina sull’Albo Pretorio, un Bilancio di partecipata, mi prende l’angoscia: cosa ci sarà ancora?

Ogni volta il vaso di Pandora si riapre. Escono tutti i mali della cattiva gestione. Aziende che hanno accumulato ingentissimi crediti verso il proprietario comune, mai richiesti a saldo. Aziende che cedono i crediti a società di factoring che non sono saldati. E allora scatta il pignoramento. Beni strategici ceduti in leasing back e poi ripresi a noleggio. Bidoni ordinati e non pagati per milioni. Assunzioni senza prove e per necessità dubbie.
Aziende che da 5 anni chiudono in perdita dilapidando il Patrimonio sociale (AMIU = oltre 6,5 milioni in 4 anni, ASPAL = circa 2 milioni in 3 anni, le famose cartolarizzatrici= oltre 4 milioni).
Allora chi ha amministrato, chi doveva sapere, chi doveva controllare, hanno fatto o non hanno fatto? Politici, Dirigenti, Presidenti, Direttori, Consulenti. Solo errori di scelta “politica”? Sanzionabili dall’elettorato? O altro?
E’ pronto da questa estate, l’abbiamo preparato e aggiornato in questi mesi con attenzione, un ESPOSTO NOTIZIE per le competenti Procure (presso il Tribunale e la Corte dei Conti). Dopo un riesame dei dati e dei riferimenti riportati, per evitare errori di battitura, a giorni depositeremo.

Dieci pagine di fatti, documentati attraverso atti ufficiali: Delibere, Determine, Bilanci. Diciotto allegati.
Nessuna accusa, nessun giudizio. Solo esposizione di fatti e cifre, che le Autorità competenti nella Loro autonomia decideranno se valutare e quali azioni eventuali intraprendere.
Questa città, questi cittadini e lavoratori hanno il diritto di conoscere la verità!
Questo il passato remoto.

Sig.ra Sindaca,
ora veniamo al passato prossimo e al presente.
Potevo copiare l’intervista rilasciata proprio oggi dall’ex assessore Pietro Bianchi, che tutto spiega e chiarisce.
Dice almeno sei mesi di tempo sprecati.
Pensare che la sua parte politica si sia vantata di aver innescato il controllo della Corte dei Conti. Allora sapevate, dubitavate. Avete agito in tempo con denunce circostanziate per fermare il disastro? Non ci risulta!
Ecco, il primo “vizietto” della partitocrazia: preparare il terreno per le elezioni amministrative del 2012. Un bello scandalo a carico della giunta allora in essere, e via è fatta!
E poi il secondo “vizietto”: le promesse a destra e manca. Tipo: caro precario, non preoccuparti quando ci saremo noi avrai il posto sicuro, magari faremo una partecipata apposita (leggi Costruire Insieme) dove con un po’ di ex comunali, anche tu troverai il tuo posto! Ma, così non è andata!

Allora delle due l’una: o conosceva prima ancora di vincere il disastro oppure non aveva capito niente. E la consapevolezza è arrivata a Giugno 2012.
Da allora nasce il grave dilemma. Smentisco tutte le promesse fatte o tiro a campare?
La scelta fu il terzo vizietto: “campa cavallo che l’erba cresce!” Confidando negli amici romani che faranno arrivare il solito finanziamento a fondo perduto, e via, sarà fatta!
Ma anche questa volta il destino fu avverso e l’erba non crebbe.
l’Italia se desta dell’elmo di Scipion si cinse la testa.
Il Popolo si stufò e diversamente votò.
Doveva e poteva da questa estate realizzare le vere azioni di ristrutturazione funzionale della macchina comunale e delle aziende, mettendo in campo scelte reali di risparmio garantendo efficienza ed efficacia. Attraverso seri progetti subito esecutivi accompagnati dagli allora possibili, reali e finanziati ammortizzatori sociali, giungere a dicembre 2012 avendo risparmiato alcuni milioni veri e non semplici annunci d’inesistenti risparmi. Realizzando le basi per un 2013 virtuoso e realmente meno costoso.

Ora tutto e disfatto. E ancora oggi, non sappiamo cosa s’intende fare nel dettaglio operativo nel sistema servizi.
Si privatizza, ma per quale obiettivo?
Facciamo l’esempio dei rifiuti. L’AMIU SPA non c’è più! Quale occasione migliore per creare un Azienda che risponda alla semplice necessità e domanda: cosa ne faccio dei rifiuti? Li raccolgo e li butto in discarica, ricostruendo semplicemente una seconda AMIU SPA 2 ? Oppure come fatto in altri comuni puntare alla virtuosità di trasformare il rifiuto in una risorsa? Ci sarà questa prospettiva nel bando, oppure semplicemente il vuotate i cassonetti?
E così per Tutte le alte Aziende: trasporti, istruzione, sociale. Oggi è l’occasione, ci illumini. O dobbiamo a nutrire angoscia sino alla prossima Delibera?

Gruppo Consiliare  MoVimento 5 Stelle-Alessandria