Nella furia del ‘copia e incolla’, e come spesso avviene senza una verifica, c’è anche chi ha anche titolato sull’arrivo di “nuove autostrade” in provincia di Alessandria, attribuendo l’idea a Confindustria Alessandria. In realtà, le cose stanno un po’ diversamente e il riferimento – peraltro messo nero su bianco, benché in modo generico, anche sul comunicato stampa istituzionale – è invece alla necessità di mettere mano alla gestione dei flussi di traffico merci che stanno creando, ormai da tempo, difficoltà in coincidenza con alcuni ‘tappi di bottiglia’ costituiti da caselli autostradali pensati e realizzati in un’epoca in cui prevaleva il passaggio automobilistico, mentre oggi è quello dei tir a rendere complicata la viabilità. Confindustria Alessandria, durante un recente incontro con alcuni parlamentari e Consiglieri regionali del territorio, ha confermato di volere giocare un ruolo attivo da protagonista sul tema delle infrastrutture, come ha ribadito lo stesso presidente, Maurizio Miglietta, in occasione del primo intervento pubblico al termine dell’assemblea che lo eletto alla massima carica dell’associazione di via Legnano. Miglietta ha infatti messo l’accento sulla “necessità di avere infrastrutture efficaci, realizzate nei tempi propri e con la giusta condivisione del territorio. Tema cruciale in una provincia logistica, come è la nostra”.
Parole ribadite e rilanciate con parlamentari e consiglieri regionali, in particolare quando si è parlato della necessità di “alleggerire la pressione del traffico nelle aree in cui si concentra l’attività logistica, ovvero il “polo esteso di Torre Garofoli/Rivalta Scrivia/Pozzolo Formigaro e lungo l’asta della Valle Scrivia”. In questa zona sono presenti “infrastrutture (magazzini generali e depositi doganali) destinati prevalentemente alla gestione delle merci in importazione e in esportazione”. Ecco perché è stata “posta l’attenzione sulla necessità di potenziare i servizi immateriali alla merce erogati dalla pubblica amministrazione (in particolare i servizi doganali e sanitari)” ed è stata formulata la riflessione sulla necessità di realizzare – in futuro e con tempi, modalità e risorse tutte da individuare – delle “nuove uscite autostradali“. Niente autostrade, quindi. Ma un ripensamento profondo delle infrastrutture nelle zone più critiche.
Che questo sia il momento di spingere l’acceleratore su questo fronte lo ha detto anche Sergio Chiamparino, presidente della giunta regionale, proprio ad Alessandria dove è stato ospite dell’assise confindustriale. Se l’innovazione, il ‘4.0’, le ‘mani intelligenti’ (esplicito riferimento alla fondazione recentemente nata a Valenza) rappresentano “l’ossatura del sistema piemontese e sono i temi strategici per lo sviluppo”, la logistica è l’altro scenario di sviluppo su cui investire. Anche attraverso la “società subholding di FinPiemonte per la logistica, uno strumento con meno pubblico e più privato per potenziare il sistema logistico tra gli assi della Torino – Lione e quello Genova – Rotterdam” ha detto Chiamparino. In mezzo a questi assi, ha aggiunto il presidente della giunta piemontese, usando volutamente un giro di parole, c’è “un sistema da rendere più sistema”. E Alessandria è il territorio su cui tutto questo potrebbe avvenire.
“Siamo di fronte a una esigenza molto forte, alla necessità di alleggerire la pressione su alcuni nodi critici della viabilità autostradale che si ripercuotono sulla quella ordinaria, anche alla luce di quanto potrebbe avvenire sul fronte dei porti liguri, se andranno a buon fine alcuni progetti di potenziamento dei traffici internazionali”. A Confindustria Alessandria hanno le idee chiare su cosa fare e quale ruolo esercitare. A quello con parlamentari e consiglieri regionali, seguiranno altri incontri con amministratori pubblici e parti sociali. Tutti con al centro le priorità da affrontare per ridare slancio alla provincia alessandrina, cui Confindustria intende assicurare il massimo impegno dopo la decisione di proseguire da sola e abbandonare la fusione con Vercelli e Novara che avrebbe portato alla nascita della Confindustria del Piemonte Orientale. Solo le altre due associazioni continueranno su questa strada, con esiti comunque differenti rispetto all’idea originale.