“Il Senato è una macchina complessa, ma dopo qualche mese di rodaggio posso dire che da lì si ha una bella visione d’insieme della situazione: ora l’obiettivo è riuscire ad incidere, per stimolare iniziative e progetti che abbiano una ricaduta significativa a casa nostra”. Il senatore Massimo Berutti, insomma, non dimentica ‘il territorio’: “vado a Roma in genere il lunedì pomeriggio, o martedì mattina, e se riesco torno il giovedì sera: da venerdì e domenica mi dedico alle province che mi hanno eletto, Alessandria e Asti. Cerco di riposarmi mezza giornata la domenica pomeriggio: ma non sempre ci riesco!”.
Il territorio Massimo Berutti lo conosce bene: l’esponente di Forza Italia è stato per cinque anni sindaco di Tortona, e per quattro anni consigliere regionale, fino appunto all’elezione in Senato lo scorso marzo. “Sono in commissione Agricoltura, ossia uno degli asset strategici dell’economia italiana, e piemontese in particolare. Alle porte ci sono sfide importanti, come l’assegnazione dei contributi europei 2020-2026: opportunità da non sprecare, e sono a disposizione di tutte le organizzazioni del settore, per cercare di sviluppare percorsi costruttivi per il comparto”. Ma in questa chiacchierata parliamo anche di politica partitica: dal futuro di Forza Italia, ai rapporti all’interno del centro destra, in vista di Europee, Regionali e Comunali 2019. E questo governo, sull’asse Salvini-Di Maio, reggerà cinque anni, oppure…
Senatore Berutti, una campagna elettorale da alleato della Lega, e oggi sui banchi dell’opposizione al Carroccio: domani?
(sorride, ndr) E chi lo sa? Alle prossime scadenze elettorali mancano ancora 9-10 mesi, può succedere di tutto. Ad oggi stiamo a quel che dicono Berlusconi e Salvini, ossia che le alleanze di centro destra sul territorio non sono in discussione. Quelle esistenti, e quelle future. Certo che questo Governo…
Non le piace? Eppure sembra essere partito ‘in quarta’: nei consensi la Lega vola, Forza Italia soffre…
Non siamo in campagna elettorale: quindi mi piacerebbe che tutti abbandonassero gli slogan, e facessero i conti con la realtà: tutto qui. Siamo un grande paese occidentale di 60 milioni di abitanti, sia pur in fase ricca di crisi e incertezze. Non possiamo essere governati a colpi di propaganda, e senza dire agli italiani le cose come stanno.
E come stanno?
Dobbiamo rimettere in moto le attività produttive, tornare ad essere attrattivi per le aziende. Ma quelle vere, non solo le partite Iva fino a 100 mila euro: che poi sono quelle individuali dei professionisti, perché quale sarebbe l’azienda vera che fattura 100 mila euro?
Dicono che è un primo passo, senatore….
Benissimo, aspettiamo i prossimi. Giusto pensare a politiche di salvaguardia dei deboli, ma se la strategia è semplicemente togliere dalle tasche di chi ha ancora qualcosa (che a suo tempo si è guadagnato) per dare a chi non ha, siamo finiti. In questo i 5 Stelle mi sembrano la riedizione, neanche tanto rivista e corretta, di Rifondazione Comunista. La Lega è certamente altro: ma questo strano mix quanto può durare?
I sondaggi però danno Forza Italia in forte difficoltà: nei prossimi mesi cambierete pelle, e diventerete il Partito Popolare Italiano?
Non lo so, sui giornali se ne leggono tante. Di sicuro c’è che Forza Italia deve procedere ad un serio rinnovamento, che non può prescindere dalla valorizzazione di una classe dirigente di qualità, che oggi abbiamo sui territori, a partire dal nostro. Occorre però una maggior apertura e confronto con le generazioni più giovani, e al contempo la capacità d proporre una politica della realtà e della concretezza, contro ogni populismo demagogico. Noi siamo per un’Unione Europea migliore e più forte, e questo occorre ribadirlo senza timori. Quanto ai brand: sono fondamentali, chi lo nega? Ma la storia non la fanno i brand, la fanno gli uomini. E Silvio Berlusconi, con la sua grande storia imprenditoriale e politica ne è la dimostrazione.
Senatore, proiettiamoci nel 2019: per le regionali ad oggi in Forza Italia si nota un certo ‘addensamento’ di candidature, paradossalmente proprio in un momento in cui i voti non abbondano…
Che ci siano tanti aspiranti è un bene, significa che abbiamo saputo costruire una classe dirigente di buoni amministratori. Personalmente ritengo peraltro che chi sta facendo bene il proprio mestiere di assessore debba continuare ad impegnarsi su quel fronte: detto questo, più alto sarà il livello medio dei candidati, e delle candidate, meglio è.
In primavera, insieme a Europee e Regionali, avremo anche molte comunali: tra le altre, si voterà nella ‘sua’ Tortona: lì il centro destra cercherà di giocarsi le sue carte?
Sicuramente sì, e credo con ottime chances. Come quattro anni di amministrazione di centro sinistra hanno ridotto la città e il territorio circostante i tortonesi lo sanno bene. Le uniche iniziative di rilievo le prendono i privati: da Arena Derthona al nuovo Palazzetto dello Sport, per capirci. Il comune è assolutamente latitante: addirittura decide di non entrare in Slala, e per una città con la vocazione logistica di Tortona mi sembra uno sberleffo atroce, una scelta senza senso. Starà al centro destra saper trovare nei prossimi mesi una sintesi, ma in campo abbiamo diverse candidature di livello, e sono certo che sapremo puntare su un sindaco e consiglieri comunali di valore, per il bene di Tortona, che deve rimettersi in cammino.