Rifiuti, la crisi di Aral, che arriva da molto lontano, deve essere risolta in una ventina di giorni. Altrimenti “crolla tutto il sistema”. Se c’era bisogno di una ennesima conferma della gravità della situazione, questa è arrivata durante la riunione della Commissione consiliare Sicurezza e ambiente (il presidente è Gian Paolo Lumi) convocata per un aggiornamento della situazione Aral e per l’esame del piano industriale (quaranta pagine di linee guida elaborate dall’ingegnere Stefano Bina, orginario di Godiasco, iscritto all’ordine professionale di Pavia). L’udienza del Tribunale relativa al pignoramento chiesto dalla Solero Scarl (circa ottocentomila euro di crediti che risalgono a sei anni fa) è stata fissata al 27 giugno. “Se non viene presentata entro questa data la domanda di ammissione al concordato preventivo, salta tutto”. Paolo Borasio, assessore comunale all’Ambiente e al servizio integrato dei rifiuti, lo dice chiaramente: “I pignoramenti hanno bloccato tutte le somme ancora disponibili e non è possibile per il Comune nemmeno pagare in via sostitutiva gli stipendi ai dipendenti (sono 33 e hanno proclamato un giorno di sciopero fra una decina di giorni, ndr). Non è nostra intenzione andare al fallimento. L’idea è quella di un concordato preventivo e una parallela cessione in affitto del ramo di azienda ad Amag Ambiente, che potrebbe temporaneamente gestire anche la discarica per poi farla tornare ad Aral una volta superata la fase di emergenza”.
Fattibile? Da un punto di vista giuridico, la risposta è positiva, benché la prudenza sia la massima possibile. Ma tecnicamente appare un percorso molto accidentato, innanzitutto rispetto alle risorse economiche. Il piano d’azione presentato in Commissione parla di investimenti per sei milioni sugli impianti di Solero e di altri sei milioni per la gestione delle discariche di Solero (da completare), Muragone e Castelceriolo (esaurite). Inoltre il servizio dovrà essere affidato in concessione dai 31 Comuni (Alessandria è l’azionista di maggioranza) per 30 anni, mentre viene definito in piano di raccolta ‘porta a porta’ dei rifiuti che dovrà coinvolgere il cento per cento degli utenti. Nello stesso tempo Aral (l’amministratore unico è il prefetto Alessandro Giacchetti) sta facendo i conti con uno sbilancio di 14 milioni e con “risorse in cassa ormai erose”.
Per il concordato è stato stimato un valore di sedici milioni di euro, garantendo il pagamento del cinquanta per cento dei valore dei crediti. La sostenibilità dell’intera operazione, destinata a gravare interamente sulle spalle di Amag Ambiente se avviene l’affitto del ramo di azienda (l’altra condizione era la presenza di un piano industriale che adesso, anche se in termini generali, è una realtà), potrebbe essere assicurata a condizioni più accettabili qualora entrasse in campo un socio privato (“Il controllo resterebbe pubblico con il 51 per cento” puntualizza Borasio). Contatti con due o tre soggetti, avviati in modo informale, esisterebbero già. E uno dei nomi che circola nei corridoi è ancora una volta quello di Iren.