Dopo la volontà espressa dall’amministrazione casalese di voler realizzare un campo da calcio sull’area ex-Piemontese, la vicenda torna sui banchi della Regione ed è oggetto di una mozione presentata dal Movimento Nazionale per la Sovranità.
In quest’area, per decenni, è stato tritato e sotterrato materiale proveniente non solo dallo stabilimento Eternit di Casale, ma anche da altre località. Negli anni ’60 è stato sede dell’industria Eternit che la utilizzò fino agli anni ’80, e all’inizio degli anni ’90 venne acquisita dal Comune di Casale Monferrato. Da approfondite analisi dell’Arpa è emerso che ancora oggi nel sito è largamente presente cemento – amianto, pericolosissimo per la salute di tutti i cittadini.
A una prima interrogazione presentata un anno fa in Consiglio regionale dal consigliere Gian Luca Vignale, presidente del Gruppo MNS, vi fu una risposta scontata da parte dell’assessorato all’ambiente e urbanistica.
“Vista l’importanza della tematica della bonifica a Casale Monferrato, la Regione si impegnò a garantire che qualsiasi intervento di riqualificazione potesse avvenire solo previo intervento di bonifica, nel rispetto dell’approvazione ed autorizzazione da parte del Ministero dell’Ambiente e nel quadro degli interventi definito dall’Accordo di Programma tra Ministero, Regione, Provincia e Comune di Casale Monferrato – spiega Vignale – inoltre si specificava che Arpa Piemonte avrebbe vigilato sulla corretta bonifica del sito prima che qualsiasi intervento di riqualificazione potesse avvenire”.
Nel corso della seduta di Giunta del comune di Casale Monferrato di lunedì 7 maggio è stata approvata la bonifica/messa in sicurezza dell’area “ex-Piemontese” per un importo pari a €3.450.000.
Il Movimento Nazionale ha presentato una mozione che, come spiega il commissario regionale del MNS Marco Botta, “è orientata a tutela della popolazione ivi residente che subirebbe i lavori di escavazione necessari per la bonifica, che si protrarranno per diversi mesi con possibili conseguenze per la salute dei residenti e di coloro che si trovano in zona” conclude il commissario regionale MNS.
Daniele Carbone, commissario provinciale di Alessandria, spiega “per la popolazione si verrebbe a creare uno stato di allarme sociale comprensibile e giustificato ed è assolutamente incomprensibile investire più di 3 milioni di euro di denaro pubblico per una bonifica del sottosuolo che non si è resa necessaria, altresì, durante i lavori di costruzione di un asilo nido presente in loco”.
Proprio per questi motivi il Movimento Nazionale invita la Giunta regionale a confrontarsi con l’amministrazione comunale al fine di valutare se – anche al fine del principio di precauzione nella salute pubblica – non vi siano opere di bonifica che rivestano un grado di maggior priorità per la cittadina di Casale Monferrato.