Serra (5Stelle): “La giunta Cuttica galleggia su una zattera, ma se arriva l’onda grossa…”. Le proposte del Movimento per uscire dal ‘guado’

di Ettore Grassano

 

 

“Rifiuti, mense, società comunali piene di debiti: la zattera del sindaco Cuttica e della sua giunta mi sembra galleggiare alla giornata, con le dita incrociate sperando che non arrivi l’onda grossa”. Michelangelo Serra, candidato sindaco dei 5 Stelle lo scorso anno, e oggi consigliere comunale di opposizione a Palazzo Rosso (“e presidente della commissione Controllo di Gestione: osservatorio privilegiato, e per nulla tranquillizzante”), avanza anche qualche dubbio sulla ‘tenuta’ della maggioranza di centro destra: “quattro anni sono lunghi da far passare in queste condizioni di totale immobilismo, tra incompetenza e paura: noi nel caso siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità anche domani. Alessandria così non può mica andare avanti a lungo”. Proviamo, allora, a capire cosa avrebbero fatto di diverso i 5 Stelle, negli ultimi 12 mesi, e soprattutto quali scelte ritengono strategiche per la città. Con un occhio rivolto, naturalmente, alla situazione romana: “ma lì con la Lega si sta lavorando ad un accordo/contratto di Governo, per il cambiamento. Non è un’alleanza, e non cambia nulla rispetto agli scenari locali”.

 

Consigliere Serra, potremmo partire da quel che le piace dell’operato della giunta Sindaco Rossa a ruota libera: bilancio di fine mandato e 'trailer' del programma elettorale CorriereAl 1Cuttica…
(sorride, ndr) Sarebbe dura. Nel senso che hanno fatto così poco, in questo primo anno, che davvero mi metterebbe in imbarazzo. Considerato che in genere i primi 12 mesi di mandato sono quelli in cui un sindaco, sulle ali del consenso, pone le basi per il futuro, la vedo davvero dura…

 

Parliamo di numeri allora: in questi giorni arriverà in consiglio il bilancio consuntivo 2017: lo state analizzando?
Sì, ci è stato consegnato nei giorni scorsi, e sarà discusso e votato in consiglio il 16 e 17 maggio. Partiamo pure da lì: Alessandria ha servizi di pessimo livello, pagati ai massimi di legge. Di fatto siamo usciti dal dissesto solo formalmente: le tariffe sono rimaste le stesse, mostruosamente alte. A queste cifre, avremmo diritti a servizi di livello svizzero, o scandinavo, invece…Ma, attenzione, il peggio potrebbe essere dietro l’angolo…

 

Ossia, che succederà?
Aral, Svial, Valorial. Cito tre società comunali (la prima gestisce lo smaltimento rifiuti, le altre due sono le ‘famigerate’ società di ‘cartolarizzazione’) che complessivamente potrebbe valere altre decine di milioni di euro di debiti per gli alessandrini. Il che, in un bilancio tenuto già in piedi per miracolo, possiamo immaginare dove potrebbe portare…

 

Aral, lunedì in Prefettura incontro decisivo. Borasio: “Ma non esiste emergenza rifiuti per i cittadini” CorriereAl 1Smaltimento rifiuti: una criticità forte, che potrebbe diventare emergenza. Voi come uscireste dall’impasse?
Con l’assessore Borasio, a cui riconosco impegno e onestà, abbiamo parlato chiaro: valutiamo con trasparenza la situazione, che è gravissima, e diciamo agli alessandrini le cose come stanno. Ha senso ricapitalizzare un’azienda, Aral, che ha già oltre 20 milioni di euro di debiti? Con quale progetto lo si farebbe, che non sia ‘tirare a campare’?

Facciamo un passo indietro, consigliere Serra: ad Alessandria il settore rifiuti pare essere un’altra voragine, che ‘mangia’ milioni di euro ogni anno anziché produrne. A noi cittadini, che paghiamo da sempre una Tari quantomeno ‘generosa’, pare un po’ strano…
Altro che strano: qui parliamo di una malagestione pluridecennale, c’è poco da girarci attorno. Con una strana anomalia, peraltro: ovunque lo smaltimento è un business, una ‘macchina da utili’, che consente di tenere a cifre ragionevoli anche la tassa pagata dai cittadini per la raccolta. Qui è il contrario: smaltire produce debiti, da cui la necessità di una Tari alle stelle. Del resto che si siano inchieste in corso, come quella avviata lo scorso anno dalla Procura di Brescia, non è un mistero.

Processi a parte, voi concretamente cosa proponete? Aral ‘inglobata’ in Amag come ramo La 'patata bollente' dei rifiuti alessandrini: per Aral un commissario fino ad ottobre? CorriereAl 2d’azienda? Fallimento o ‘concordato’ per Aral? E poi, comunque, che ne facciamo della ‘rumenta’ degli alessandrini? Un’altra bella discarica in Fraschetta? Un inceneritore?
Per punti. Inglobare Aral (con i suoi circa 23 milioni di euro di debiti, e solo 6 di crediti, ndr) in Amag avrebbe crediamo ripercussioni pesanti per tutto il gruppo. D’altra parte è evidente che portare i libri in tribunale significherebbe un danno economico pesante non solo per il Comune di Alessandria e per i soci minori, ma anche per tutta la filiera dei fornitori, tra cui tante aziende del territorio: che non a caso stanno ‘premendo’ per farsi liquidare le spettanze. E’ uno snodo, quello del futuro di Aral, su cui però certamente non si può perdere altro tempo: siamo agli sgoccioli.

E per il futuro?
Attualmente stiamo portando i rifiuti negli impianti di Novi e Tortona della Srt, ma è chiaro che quei rifiuti andranno riportati a casa, o andrà pagato un corrispettivo, oneroso. Del resto abbiamo una grande discarica, a Solero, gestita in questi anni in maniera discutibile, e con clienti, come Genova, in forte arretrato nei pagamenti: si parla di milioni di euro. Per il futuro il Movimento 5 Stelle dice no grazie, con forza, sia a nuove discariche, sia all’ipotesi inceneritore: la situazione ambientale del nostro territorio è già più che compromessa così, senza metterci altri carichi da novanta.

Perissinotto (Amag Ambiente): “Presto al via ‘porta a porta’ in Fraschetta: obiettivo 70% di raccolta differenziata entro il 2020” 1E allora?
Innanzitutto la legge ci impone di arrivare al 70% di raccolta differenziata entro il 2020: e siamo al momento molto lontani. La soluzione per noi è differenziata ‘spinta’, e il resto portato in inceneritori fuori zona: pagare lo smaltimento di quel 30% ci costerà molto meno che gestire discariche o inceneritore.

 

Del progetto teleriscaldamento cosa pensate?
Siamo contrari alla grande centrale, da sempre. Tra l’altro nel frattempo le normative si sono fatte più rigorose, e per un impianto di quelle dimensioni occorrerebbe comunque una valutazione di impatto ambientale del Ministero, e non più degli enti locali. Fermo restando, appunto, che ci sfugge l’utilità del progetto.

Quale futuro per Amag? La multiutility può, dal vostro punto di vista, cedere quote a gruppi privati, o siete contrari ‘a prescindere’?
Noi siamo sempre per analizzare le situazioni nel merito, coinvolgendo i cittadini. Ma ci sono dei paletti seri, e per noi inamovibili: 1) l’acqua deve rimanere completamente pubblica, perché questo hanno deciso gli italiani, alessandrini compresi 2) No a ipotesi di vendite ‘a pacchetto’ del ciclo rifiuti, con ‘incorporati’ progetti di inceneritore. E poi diciamocelo chiaro: quale privato sarebbe disposto a comprare quote di minoranza? Il privato se investe quote rilevanti vuole comandare: e noi siamo contrari a scelte che mettano il business dinanzi al bene pubblico.

Riqualificazione del territorio: dal Pisu al Bando Periferie, in questi anni qualcosa sembra Copia di Progetto Marengo Hub da periferia a comunità: alcune riflessioni critiche sul fronte energiamuoversi…
Sì, ma male, malissimo. Lei cita due classici esempi di progetti che potevano essere utilizzati con intelligenza, e ai quali Alessandria ha invece risposto con progetti improvvisati, ‘raffazzonati’ e messi insieme all’ultimo, alla va là che va sempre bene. E parlo di dilettantismo, o scarsa professionalità, bipartisan: le decisioni sul Pisu le prese la giunta Fabbio, quelle sul Bando Periferie le ha prese la giunta Rossa. E non dico neppure che le cose le sappiamo fare bene solo noi del Movimento: il comune di Torino, gestione Fassino, sfruttò il Pisu, in maniera adeguata, perché nei cassetti aveva già un sacco di progetti pronti. Qui nei cassetti di Palazzo Rosso temo ci siano solo ragnatele, e il Bando Periferie lo dimostra: si è affidato tutto ad un progettista privato, con scelte di utililità molto discutibile. Cito ad esempio il nuovo ponte ‘ciclopedonale’ che dovrebbe attraversare il fiume Bormida: non aveva più senso puntare a rafforzare il ponte esistente, che si trova nelle condizioni che tutti sappiamo? C’è proprio alla base mancanza di metodo e strategia: il Bando Periferie era l’occasione perfetta per risistemare tanti angoli della città che necessitano di interventi, dalle aree verdi per bambini e animali, ai cimiteri. Certo, a Palazzo si dovrebbe avere un’altra reattività….

Velato attacco alla dirigenza, oltre che alla giunta?
Nessun attacco, ma constatazioni. Dico che noi, se avessimo vinto, avremmo messo in campo assessori dotati di competenze vere nei diversi settori, e certamente anche un’adeguata ‘rotazione’ dei dirigenti. Per non dire delle partecipate, dove un anno dopo ancora ci sono le stesse figure nominate dalla precedente amministrazione, e soprattutto si ha l’impressione di una totale mancanza di visione, e di indirizzo.

Ma poi cosa succede fra Tanaro e Bormida? [Centosessantacaratteri] CorriereAlSecondo voi serve un nuovo Piano Regolatore?
Assolutamente sì, anche se l’assessore Buzzi Langhi ha già lasciato capire che non se ne parla, ci saranno al più piccoli ‘aggiustamenti’. Ma Alessandria ha oggi in vigore un Piano Regolatore del secolo scorso, e ‘tarato’ su una città da 300 mila abitanti. Siamo 95 mila però, e se vogliamo essere ‘attrattivi’ per nuovi abitanti e imprese dobbiamo cambiare ottica, prospettiva, strumenti…

Di recente lei ha criticato aspramente anche i nuovi insediamenti commerciali alle porte della città, in particolare quelli in uscita per Spinetta..
So bene che si tratta del completamento di progetti elaborati addirittura nei primi anni Novanta, prima di tangentopoli. Ma è evidente che la miopia della nostra classe politica ha inondato Alessandria di spazi commerciali che, quando ancora devono aprire, già sanno di vecchio e inutile. Noi siamo per sostenere chiunque, dalle imprese alle partite Iva, abbia voglia e progetti sensati da sviluppare. Il comune non fa impresa, non deve: ma ha il dovere di mettere a disposizione infrastrutture adeguate, aree industriali moderne, strade, trasporti. Tutte voci che vedono Alessandria fortemente deficitaria. Qui start up è ancora parola sconosciuta: o al più per ‘incubatore di impresa’ si intende ‘incubatore di voti’ sotto mentite spoglie. Serve altro, dai..

Consigliere Serra, diamo un’occhiata allo scenario oltre Tanaro e Bormida: a Roma il Governo 5 Stelle Lega pare questione di ore. Questo cambierà gli scenari locali, e la prospettiva delle elezioni regionali del 2019?
A Roma l’obiettivo del Movimento, lo abbiamo sempre detto, era ed è riuscire a dare al paese un Governo di vero cambiamento, che gli elettori aspettano da anni. Lo si farà con un accordo ‘alla tedesca’, basato non su un’alleanza, ma su un contratto, basato su punti programmatici precisi. Non è, ribadisco, un’alleanza con la Lega: sui territori continuiamo a percorrere strade diverse, e noi ad Alessandria continueremo, come abbiamo sempre fatto, a proporre un’opposizione costruttiva. Alle Regionali la legge elettorale è molto diversa: chi arriva primo vince. E nel 2019 in Piemonte il Movimento 5 Stelle correrà per vincere, e per amministrare: decideranno i cittadini.