Una inversione di rotta nell’arco di pochi mesi. E una prospettiva di sviluppo che ha allontanato forse definitivamente la liquidazione, che sembrava davvero prossima. Per la Fondazione Slala – Sistema logistico del Nord Ovest d’Italia, quella di oggi sembra effettivamente una nuova vita. La presidenza attuale di Cesare Rossini è arrivata nel momento peggiore della vita di Slala. Nata nel 2003 come società a responsabilità limitata (era stata costituita da enti piemontesi e liguri per la promozione di infrastrutture e insediamenti a supporto della logistica, oltre a compiti di studio e coordinamento) e trasformata in fondazione nel 2007, è stata prima al centro di progetti di sviluppo anche di livello internazionale, poi è finita nel dimenticatoio della politica. Quando era praticamente sul punto di essere liquidata è arrivata la presidenza di Rossini. Che non ha avuto dubbi: o nel giro di pochi mesi la situazione veniva chiarita una volta per tutte, oppure avrebbe accompagnato la fondazione per l’ultimo viaggio.
Quello che è avvenuto non ha però nulla di miracoloso, semplicemente ha prevalso la logica tecnica su quella politica. Solo rendendo credibile un soggetto nato per coordinare su area vasta lo sviluppo della logistica si possono riaccendere gli interessi dei privati. Senza i quali non ha senso né una fondazione, né una qualsiasi società di sviluppo. E così, dopo la domanda di ammissione presentata dal Comune di Castellazzo Bormida e dalla volontà di fare altrettanto da parte di Casale Monferrato, ecco che è arrivata la richiesta di adesione da parte di Confindustria Alessandria. Da un lato le pubbliche amministrazioni, dall’altro i privati (con l’associazione degli industriali) sono le novità di queste settimane, cui si somma il recupero dei rapporti con i porti liguri, il Comune di Genova e la Regione Liguria.
Per molti anni la mancanza di regole chiare nella governance non ha favorito l’ingresso degli imprenditori privati che, di fatto, non si sono mai fidati. E la politica, dal canto suo, nonostante i consulenti di altissimo profilo che Slala ha potuto vantare negli successivi alla costituzione, non ha voluto capire e ammettere chiaramente che è il privato che muove la logistica, non il pubblico. Adesso il presidente Cesare Rossini, parallelamente al risanamento dei conti, sta procedendo, d’intesa con il consiglio di amministrazione, a ridisegnare la governance. I privati entreranno sulla base di regole statutarie certe, potranno esprimere il direttore della Fondazione e, costituendo una ‘assemblea dei privati’, potranno esprimere il vicepresidente di Slala. In ogni caso, il governo della fondazione resta saldamente nelle mani del Cda che è espressione dei soci pubblici. Il tutto si può tradurre in nuove risorse finanziarie, una maggiore compattezza nella programmazione e nel coordinamento delle pubbliche amministrazioni e quindi in una affidabilità vera, che poi è quello che chiede il privato quando mette in campo gli investimenti.
Nei prossimi mesi dovrebbero infine concretizzarsi altre iniziative, come il piano di Cesare Rossini di valorizzare la partecipazione, pari al cinque per cento, di Slala in Uirnet, la società partecipata dai principali attori del sistema logistico italiano e dai primari player industriali nazionali, che ha come obiettivo “mettere in rete il mondo complesso dei trasporti e della logistica in modo semplice, senza introdurre modificazioni di mercato indotte dai servizi offerti e senza privilegiare l’una o l’altra categoria di operatori”. Attualmente Urnet è impegnata nella realizzazione della Piattaforma Logistica Nazionale (Pln).