Cia: “Sicurezza in agricoltura: aumenta la prevenzione”

Si è svolto in Camera di Commercio ad Alessandria il convegno “Coltiviamo la Sicurezza” organizzato dalla Cia di Alessandria, relativo alle politiche del Lavoro, della salute e della Sicurezza in ambito agricolo.

Secondo le statistiche, gli incidenti più numerosi avvengono nel settore agricolo a causa di numerose variabili quali la varietà dei terreni, la sistemazione dei fabbricati, le differenti mansioni, l’età lavorativa degli addetti; il settore presenta il 33% degli infortuni mortali (contro il 27% dell’edilizia e il 5% dei trasporti).
Dopo l’introduzione dei presidenti Gian Piero Ameglio (Cia Alessandria) e Gabriele Carenini (Cia Piemonte), Simone Nicola (referente Sicurezza Cia) ha relazionato l’attività Cia Alessandria in materia, spiegando che è stato completato nel tempo il servizio di consulenza offerto dall’Organizzazione al fine di ridurre gli infortuni sul lavoro.

Negli ultimi otto anni la Cia ha organizzato 138 corsi di abilitazione alla guida dei mezzi agricoli (formazione e aggiornamento), 75 corsi datoriali e 83 dedicati ai dipendenti; 5471 i partecipanti totali.
Paolo Viarenghi (responsabile Politiche Sicurezza e del Lavoro Cia) ha spiegato le novità in materia di lavoro agricolo, in particolare sull’incentivo strutturale all’occupazione giovanile stabile e il nuovo limite di reddito per i figli a carico, il pagamento elettronico delle retribuzioni dal 1 luglio 2018.
Giorgio Biamino (Spresal) ha relazionato sul ruolo dell’Asl e la vigilanza in agricoltura. Sulla base dell’archivio Inail e del sistema nazionale di sorveglianza degli infortuni sul lavoro mortali e gravi, in agricoltura i casi più ricorrenti sono: contatto con attrezzature, cadute dall’alto, cadute in fossa, contatto con animali. Secondo il piano regionale di prevenzione 2017, le aziende da controllare in provincia di Alessandria erano 95 (600 in Piemonte); molto importante è l’adeguamento e il controllo relativi alle macchine agricole nuove e usate messe in commercio.

Carlo Cabella (Spresal) ha approfondito l’aspetto dei dispositivi di protezione individuale e dei controlli dei prodotti fitosanitari, strutturati su fasi quali la preparazione della miscela, la distribuzione in campo, il lavaggio dell’attrezzatura, lo smaltimento dei prodotti residui, la manutenzione e la riparazione delle attrezzature.

Giorgio Pagliarino (già tecnico prevenzione Asl e professore Upo di Psicologia del Lavoro) ha parlato di compiti e responsabilità del datore di lavoro nel settore agricolo, disciplinate dalla normativa nata negli anni Cinquanta, meglio determinata con la legge 626/94 fino alla nascita del recente decreto 81 che contempla, oltre ai rischi fisici, anche il disagio sul lavoro e le relazioni tra i soggetti (stress, mobbing, burnout, violenza ..), fissando anche nuovi obblighi quali – ad esempio – la formazione del personale. Il decreto 81 ha istituito anche la figura del medico del Lavoro, rappresentato al convegno dal dott. Giancarlo Faragli, una figura che determina se un addetto è idoneo o meno ad una certa mansione. Faragli ha illustrato statistiche e fattori umani di rischio e incidentalità (ad esempio: mancanza o non rispetto delle procedure, scarsa padronanza delle macchine, scarsa manutenzione, abitudini ai gesti e sottostima dei rischi, diminuzione dell’attenzione, banalizzazione delle situazioni), l’importanza della formazione e dell’informazione, sorveglianza e monitoraggio.
Le conclusioni sono state affidate a Dino Scanavino, presidente nazionale Cia, che ha commentato: “Il quadro illustrato durante il convegno dimostra quanto sia complesso condurre le Imprese agricole mettendo in sicurezza i lavoratori e l’attività stessa, ma diversi indicatori fanno intuire un futuro migliore: la ricerca scientifica va verso soluzioni meno invasive dei trattamenti in campo, cresce l’attenzione verso il biologico, le pratiche di prevenzione sono protettive. Ci sono ancora aspetti da affinare legati ai comportamenti, alla cultura, alla consapevolezza del rischio, ma si sta diffondendo una migliore cultura del Lavoro e la partecipazione del mondo imprenditoriale è attiva”.