Turismo, quando il ‘sommerso’ soffoca anche le buone idee [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

 

Ancora una volta quella di Giovanna Scacheri, presidente provinciale Federalberghi di Alessandria, è una voce fuori dal coro. L’unica che guarda in modo critico ai dati sui flussi turistici 2017, presentati alcuni giorni fa nel capoluogo da Regione Piemonte, Alexala (agenzia turistica locale), Provincia, Comune di Alessandria, Università del Piemonte Orientale.

I rilievi di Giovanna Scacheri sono gli stessi che avevamo evidenziato rispetto alla interpretazione dei dati. Ma soprattutto la sua è la voce di un addetto ai lavori che accende i riflettori su un problema irrisolto quasi da sempre e che richiama alle responsabilità di tutti gli enti e organismi che dovrebbero controllare, ma non lo fanno.

Si parte dalla ricaduta economica del turismo sul territorio alessandrino. “La spesa turistica quotidiana pro capite – dice Scacheri – è veramente molto modesta, non costituisce una risorsa finanziaria a cui attingere per i necessari investimenti da affrontare continuamente nelle strutture ricettive, né tantomeno risulta idonea a garantire buoni livelli occupazionali. Oggi il turista è particolarmente attento al prezzo e purtroppo sovente viene attratto da offerte allettanti a discapito della qualità”.

Questa riflessione introduce il capitolo forte del sommerso nel turismo. “L’autorizzazione ad accogliere turisti in contesti atipici (case, alloggi privati) è solitamente motivata con l’esigenza integrare il reddito di soggetti economicamente deboli. A causa della sostanziale assenza di controlli, il fenomeno è proliferato in modo indiscriminato, allontanandosi dall’originario principio ispiratore e dando luogo a fenomeni di concorrenza sleale che danneggiano tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza. Si rende necessario concentrare l’attenzione degli organi di vigilanza su coloro che svolgono attività turistica senza essere muniti delle necessarie autorizzazioni o oltre i limiti sanciti dalle stesse”.

A giudizio del presidente provinciale di Federalberghi è necessario garantire “la tutela degli ospiti, dei vicini di casa, dei lavoratori, della collettività, assicurando il rispetto delle regole in materia di lavoro, fisco, sicurezza, igiene e sanità e sicurezza pubblica da parte delle attività esercitate in forma non imprenditoriale”. In sostanza la lotta all’abusivismo passa solo dal rispetto del principio “stesso mercato, stesse regole”. Perché finora sono solo i singoli imprenditori che investon (quando possono) concorrendo a creare valore e occupazione. “Gli albergatori e gli operatori turistici, come tutti gli imprenditori, sono obbligati a rinnovarsi, affrontare nuovi modi di agire, impegnarsi costantemente per garantire la continuità aziendale con un solo obiettivo di stabilità e crescita”. Ma per Giovanna Scacheri “non è sufficiente”. Infatti “occorrono collaborazione e supporti”. Da qui l’invito finale a “istituzioni e amministrazioni locali a procedere nella comune volontà di contribuire allo sviluppo dell’economia turistica del territorio”.

Se sul fronte della piattaforma Airbnb i nodi irrisolti non possono essere affrontati a livello locale, per tutto il resto i margini di azione ci sono. Almeno potenziali. Perché rispetto alla volontà e alla capacità di azione, al contrario le amministrazioni non brillano. Soprattutto in quanto a volte non è necessario inventare alcunché, ma solo riprendere quanto di buono nel passato è stato avviato, però poi mai portato a termine perché la politica a ogni elezione deve sempre smantellare quello che trova, senza proseguire almeno con i progetti validi realizzati fino a quel momento.