“È la Liguria terra leggiadra…” così cantava il poeta laziale Vincenzo Cardarelli.
Narrava di una Liguria ricca di colori, profumi e suoni.
Cardarelli soggiornò in questa regione a più riprese circa un secolo fa, ne conobbe l’anima da attento cronista e la descrisse da oculato fromboliere di parole.
Altre parole e altre evocazioni quelle suggerite da Montale, autoctono e quindi malinconico per indole, ma pur sempre poeta.
Una foto della attuale Liguria.
Regione italiana a statuto ordinario.
Abitanti poco più di un milione e mezzo.
Capoluogo Genova, sempre.
Confina a ovest con i Casinò di Montecarlo, a nord con i Grandi Centri Commerciali Piemontesi, a est con le Agenzie del Monte dei Paschi di Siena, a sud con i Terminal Crociere Multinazionali.
La situazione ideale per far soffrire di claustrofobia anche una sardina in scatola.
Oggi l’Arco di Trionfo del Mar Tirreno, la Porta verso le Strade del Sale, la Finestra verso il Sud del Mondo è colorata di altre sfumature, profumata di altri odori, immersa in un nuovo universo sonoro.
Gli architetti politici di oggi stanno costruendo una Liguria controcorrente.
Un aspetto che avrà ripercussioni epocali per la popolazione, ad esempio, è la scelta di non disincentivare i locali con le slot machines. Contrariamente a tutto il resto dello Stivale in cui i Comuni a colpi di sentenze si schierano “a tutela della salute dei cittadini e contro gli interessi imprenditoriali”, da Piazza De Ferrari a Genova giungono segnali di sanatorie sulle sale gioco già esistenti.
“Il mercato è saturo” dicono da una parte.
“Se è saturo è colpa di chi c’era prima” rispondono dall’altra.
“Il divieto totale del gioco d’azzardo lo farebbe tornare in mano alla criminalità organizzata” dicono da una parte.
“Più che altro metterebbe a rischio migliaia di posti di lavoro” chiosano dall’altra.
Intanto i pensionati liguri sprecano le loro pensioni in qualche ora di gioco solitario e a fondo perduto.
I ragazzini sperano nel jack pot per implementare la paghetta e acquistare il nuovo modello di smartphone.
Gli extracomunitari disoccupati, avendo tempo a disposizione, gettano spiccioli come se non ci fosse un domani sperando nell’America che non esiste più.
È la Liguria terra d’azzardo.