“Scatola Sonora è la nostra iniziativa di punta”, dice il direttore del Conservatorio Giovanni Gioanola della brochure di presentazione della XXI edizione del Festival Internazionale di Opera e Teatro Musicale di piccole dimensioni,che rappresenta in effetti un biglietto da visita di respiro internazionale, di cui il suo ideatore e direttore artistico, il professor Luca Valentino, va giustamente orgoglioso: “Quando si alza il sipario, davvero la nostra emozione è la stessa della prima volta, 21 anni fa: anche se siamo consapevoli di quanta strada abbiamo compiuto nel frattempo. Scatola Sonora ha sempre la stessa mission e vocazione: sperimentare, divertire, sorprendere. Inserendo di anno in anno qualche elemento di novità, ma rimanendo fedele allo spirito con cui il progetto è nato”.
Anche nel 2018 la ‘cifra’ del Festival è da un lato l’internazionalità, dall’altro la sua capacità di essere ‘trasversale’: “Puntiamo su produzioni interne – continua Valentino -, frutto della collaborazione dei docenti del Vivaldi, e di studenti ed ex studenti di talento, ma anche su spettacoli selezionati nel corso dell’anno, fra i tanti che ormai ci vengono proposti da altri Conservatori come da professionisti della musica, a tutto campo e senza confini nazionali. Scatola Sonora è soprattutto sperimentazione, e capacità di far dialogare fra loro professionisti e talenti”.
I punti fermi però ci sono, eccome: “La musica e l’epoca barocca vengono esplorate nelle loro diverse sfaccettature, con riletture sempre nuove e stimolanti. E poi c’è il Novecento, che in questa edizione sarà ‘sintetizzato’ da due grandi musicisti, amici ma non troppo, come Pizzetti e Toscanini: due pilastri della nostra cultura musicale, che saranno protagonisti di esecuzioni suggestive all’interno del complesso conventuale di San Francesco”.
Già, perché la musica è anche location, contesto in cui viene fruita, e anche su questo fronte Scatola Sonora si distingue e caratterizza: “la Chiesa di San Francesco, che ospiterà i primi appuntamenti del Festival (sei i concerti complessivi, dal 5 maggio al 15 giugno), ha un’acustica interessante, con un riverbero molto particolare, che consente un ascolto suggestivo, certamente diverso dalla stessa opera eseguita altrove. Mentre Palazzo Cuttica, dove Scatola Sonora si sposta per gli appuntamenti della seconda parte del Festival, ci consente di sperimentare ‘l’opera da cortile’, in un contesto all’aperto altrettanto suggestivo, e una capienza di circa 300 posti”.
Tutto il ciclo di concerti di Scatola Sonora è ad accesso gratuito, fino ad esaurimento posti.
Rilevante anche quest’anno, e il professor Valentino ci tiene a ribadirlo, il contributo della professoressa Angela Colombo, “che è sempre stata mia co-pilota in questa avventura, e che anche quest’anno è stata fondamentale, così come lo è il contributo dell’attuale direttore del Conservatorio, Giovanni Gioanola, e quello di tutti i docenti e dei nostri studenti: Scatola Sonora è questo, uno sforzo di sintesi di tante diverse professionalità e competenze”.
Ma come è cambiato, nel corso degli anni, il profilo degli studenti del Vivaldi? E quali sono oggi le loro aspirazioni? Il professor Valentino insegna Arte Scenica al Conservatorio di Alessandria ormai da molti anni, e dal suo osservatorio non manca di evidenziare alcune peculiarità: “Quel che sempre colpisce, positivamente, è la passione che anima chi frequenta i nostri corsi, ieri come oggi. Certamente il mio corso ha una natura sempre più trasversale, e coinvolge un numero di studenti rilevante, sia del triennio che del biennio: 25 anni fa avevo 4 studenti, oggi sono una cinquantina, ed è significativo. La trasversalità del teatro fa sì che mi debba confrontare non soltanto con cantanti lirici ma anche con compositori, jazzisti, pianisti accompagnatori e altro ancora. Lavoriamo per moduli semestrali, 9 nel corso dei 3 anni, con verifiche costanti”.
Ma chi sono questi studenti, e cosa fanno dopo, all’uscita del Conservatorio? “L’obiettivo per tutti – sorride il professor Valentino – è vivere di musica, pur con tutte le incognite che la vita riserva. Di recente, a New York, ho incontrato una ex studentessa, affermata cantante a livello internazionale: naturalmente in questi casi la soddisfazione è enorme”. Un ultimo aspetto, che mostra quanto ormai il Conservatorio Vivaldi sia realtà inserita nel circuito musicale internazionale: “Più della metà degli iscritti al mio corso oggi è rappresentata da studenti stranieri, che arrivano da ogni parte del mondo, ed in particolare dall’Oriente: il che naturalmente è molto stimolante, ma comporta anche un ulteriore sforzo, sia da parte loro che da parte nostra, poiché ci si deve confrontare con universi culturali molto diversi tra loro. La musica però, linguaggio universale, aiuta certamente ad avvicinarsi e comprendersi”.