L’ospedale di Alessandria, il corso nazionale e i commenti (ancora amari) sulla nomina per l’Ostetricia e la Ginecologia [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

Quattro giorni di corso specialistico e ancora una volta l’ospedale di Alessandria è stato al centro di un evento scientifico nazionale. Protagonista è stata la Scuola italiana di chirurgia mini invasiva ginecologica (Sicmig) con il corso “Approccio endoscopico alla patologia uterina. Isteroscopia, laparoscopia e robotica” che ha riunito nel capoluogo 270 tra medici e personale infermieristico. Fra i relatori alcuni dei migliori chirurghi italiani specializzati.

Il corso, che ha visto la presenza anche di Mario Malzoni, presidente della Società italiana di endoscopia ginecologica, ha alternato le lezioni alle esercitazioni (con postazioni virtuali e modelli inanimati), oltre a trasmissioni in diretta dalla sala operatoria di interventi isteroscopici, laparoscopici e robotici.
Una tecnica chirurgica da tempo fiore all’occhiello, anche per il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’azienda ospedaliera di Alessandria. Una tecnica che ha portato Alessandria alla ribalta nazionale e internazionale grazie a Giuseppe Spinoglio che per lungo tempo ha guidato il reparto di chirurgia.

Direttori del corso, Massimo Luerti (segretario della Scuola italiana di chirurgia mini invasiva ginecologica) e Davide Dealberti, chirurgo specializzato in chirurgia mini invasiva ginecologica all’ospedale di Alessandria. “I benefici della mini invasività, grazie alla chirurgia robotica, sono un aiuto fondamentale per la ripresa del paziente insieme a una maggior sicurezza sotto il profilo delle complicanze. Inoltre le cicatrici sono invisibili perché si accede alla zona da trattare con micro incisioni, si abbassano i tempi in sala operatoria con una conseguente riduzione dell’anestesia, le perdite di sangue sono minime, il dolore post operatorio è minore e i tempi di degenza sono ridotti al minimo indispensabile” hanno sottolineato i chirurghi.

A margine dei lavori dei quattro giorni di convegno non è mancato ancora qualche commento sull’esito del recente concorso per la nomina del nuovo direttore di Ostetricia e Ginecologia (l’ultimo, Enrico Rovetta, aveva lasciato nel 2013). L’incarico è stato assegnato, dalla direzione generale guidata da Giovanna Baraldi, a Nicola Strobelt. Insieme a Davide Dealberti e Vittorio Aguggia faceva parte della terna di candidati selezionati dalla Commissione esaminatrice. Il caso era scoppiato perché Dealberti aveva ottenuto 81 punti, Aguggia 71 e Nicola 70.

La direzione, come previsto per legge, poteva legittimamente scegliere uno dei tre, cosa che ha fatto. “Vero che l’indicazione può cadere sul secondo o terzo candidato, ma solitamente questo avviene quando c’è un distacco di 1 o 2 punti, certo non 11: è una scelta clamorosa” aveva commentato la segreteria della Scuola italiana di chirurgia mini invasiva ginecologica.

Bruno Andrei, fondatore della scuola, aggiunge un’altra riflessione: “Sul piano tecnico della nomina, non c’è nulla da dire e nessuno contesta la legge, però non possiamo non ribadire come sia stato per noi poco comprensibile l’atteggiamento che ha visto la direzione non fornire, in un confronto personale a due, una ulteriore spiegazione e motivazione della scelta, oltre a quella contenuta nella delibera. Dealberti ha ottenuto il punteggio più alto in base alla valutazione della commissione, qualcosa vorrà dire. Non vorremmo che una struttura come quella alessandrina corresse il rischio, un giorno, di perdere professionisti eccellenti come effetto indiretto di alcune decisioni”.