di Vjačeslav Michajlovič Skrjabin (Molotov)
Le popolazioni che vivevano intorno alle montagne del Caucaso, in quel territorio che insiste tra il Mar Nero e il Mar Caspio, avevano, da tempo immemorabile, una tradizione di indipendenza e un anelito fortissimo al separatismo, di cui ho riscontrato l’eguale, ad esempio, tra i mujaheddin afgani (e non è poco). Durante le varie dominazioni, se la convivenza con gli altri popoli fu sempre difficile, addirittura, all’interno di quelle etnie, le inimicizie e le scaramucce tra i vari gruppi tribali, a volte vere e proprie faide, erano all’ordine del giorno. Comunque, all’incorporazione del territorio nell’impero russo, nel 1817, dopo l’ennesima guerra con il sultano ottomano, fu designato come governatore un valente generale, Ermolev, distintosi durante le guerre napoleoniche. Questi, parlando alle genti del luogo, tentando di indorare la pillola, stava raccontando che il nuovo governatorato russo era un regalo del sultano allo zar, quando uno degli astanti, indicando un uccello levatosi in volo urlò: “Te lo regalo!, prova a prenderlo”.
Sì, provate a carpire l’anima di un popolo!, se ci riuscite; e continuate a credere che sia un regalo divino. Potreste avere delle sorprese…
Quei popoli non si piegarono mai… e dalla manifestazione No-Tav del 23, nonostante questo paese non me ne abbia mai date molte, le speranze si sono riaccese. Vedere tutte quelle persone, civilmente e liberamente, riappropriarsi della propria terra, delle proprie radici, in Val di Susa, fa bene all’anima e al cuore. La notazione terribile è una sola: il fatto che, di colpo, si sia svolto tutto secondo i crismi (come avrebbe dovuto essere fin dall’inizio). All’improvviso, i manifestanti non erano più dei terribili irredentisti da reprimere, ma persone da trattare, evidentemente, con rispetto. Nessuna interferenza, nessuna delirante iniziativa di contenimento, come preannunciato da alcuni comunicati. Come mai?, sarà dovuto al fatto che c’erano più di un centinaio di parlamentari neoeletti e, aldilà dei proclami, la propensione dell’italiano medio, qualsiasi posizione di autorità occupi, alla piaggeria, all’ossequio del potente, del podestà, del maresciallo o del medico del paese, del duca-conte, come direbbe Fantozzi, o del deputato, è altissima. Probabilmente esiste anche in altri luoghi, ma da voi è un endemica abitudine, che mi fa letteralmente ribrezzo: forti con i deboli e viscidi con i potenti.
Ah già!, i potenti (che spasso le loro facce in questi giorni), quelli che si rifanno ad una antica scuola, il cui motto è ” io sono io e voi non siete un c…”, a parte qualche gustoso siparietto di quella scamorza che riceveva fantomatici proiettili a casa e dava prova di se sui traghetti quest’estate, volano molto bassi. Pensate che si sono accorti, tra l’altro, che il Tav, il Terzo Valico e, mettiamoci pure quello, il ponte Meier, sono non solo impopolari, ma anche inutili, e non sanno come uscirne. Sarebbe troppo semplice dire “abbiamo scherzato”(voglio essere magnanimo), riconoscere che sono improponibili, dato che non c’è più trippa per gatti e magari aggiungere: “ci vergogniamo di spendere i «vostri soldi» in opere inutili, mentre vi chiediamo sacrifici, vi precarizziamo e, al limite, vi licenziamo”; ma questa è fantapolitica, non si torna indietro. Ah!, scusate, non hanno nemmeno la decenza, i nostri ragionieri commercialisti, di chiamarli con il loro nome, i licenziamenti. Per loro sono esuberi, esodi: perchè non chiamare i futuri poveri, disoccupati ,”diversamente lavoranti”, ma fateci il piacere!.
Non sono numeri sulla carta, sono esseri umani, sono famiglie, sono figli a cui precludono, dall’alto dei loro scranni dorati, un futuro, uno qualsiasi. Non può essere l’aridità dei loro numeri senz’anima, delle loro statistiche, a decidere dell’avvenire di una generazione.
Parafrasando un grande uomo, miei cari, o mie care, consorti dei politici, questa sera andate a casa, date del quaquaraquà a vostro marito o a vostra moglie e ditegli: “Questo da parte di Molotov e di tutte le persone con la schiena dritta che sono rimaste”.
Ditela la verità una buona volta: “Abbiamo trent’anni di errori alle spalle e adesso la pagate voi, che, invero, qualche colpa la avete, perchè continuate a votarci, ma non vi meritate tutto questo. Del resto, a noi che ci frega, tanto un posticino al sole ce lo siamo garantiti!”.
Tornando alle opere inutili, prendo atto che la salute dei cittadini non ha importanza, se mai i rilievi degli amministratori, soprattutto nostrani , riguardano solo il “do ut des”, ovvero: cosa ci guadagna il mio comune, la mia provincia, la mia regione?, quanti sottopassi, rotonde, tangenziali mi garantite?, poi i cittadini si arrangino.
La cosa inverosimile è che la maggior parte di loro viva tra noi, nelle nostre città: possibile che siano sensibili ai maltrattamenti degli animali nei circhi e non gliene importi nulla dei bambini, anche i loro, esposti a qualsiasi porcheria prodotta, presente nell’aria, nell’acqua, nella terra, nel latte…della nostra provincia. Possibile che dai tempi dell’Acna di Cengio, fino ad arrivare al “polmone verde” di Spinetta, non uno (e dico: NON UNO!) abbia levato la sua voce in difesa dei cittadini…Possibile che non ci sia un dirigente che si sia mai posto un problema, mai un parere negativo: ma ve lo immaginate un marziano che scenda, tipo “incontri ravvicinati del 3° tipo”, dalla propria astronave e apprenda come il cromo e tutte le altre sostanze si propaghino per la provincia di Alessandria, via mare, fiume e terra (contate che dall’Aral i veleni raggiungono l’Himalaya, a migliaia di chilometri di distanza), ma miracolosamente risparmino la zona dell’ex zuccherificio, girandogli intorno, quasi taumaturgicamente. Ma a chi viene voglia di commentare una cosa del genere?. Vogliamo fare delle analisi a coloro che sostengono simili ipotesi?, ci sono strutture in grado di aiutarli, volendo. Pensate ai marziani poi: secondo me sarebbero ripartiti subito, facendo una bella croce sulla terra, nelle mappe stellari, con una notazione, id****.
In questi giorni, dopo la sinistra di “lotta e di governo”, abbiamo appreso che persino i sindacati si sono resi conto che c’è la crisi in provincia, in regione… in Italia. Di questo passo, nei prossimi giorni, potrebbero addirittura accorgersi dei precari, non si sa mai. Scusate!, dimenticavo, precari non ce ne sono più, sono tutti a casa. E non è finita: ricordo distintamente che, qualche tempo fa, addirittura, si chiedevano se, nelle campagne, quei braccianti troppo abbronzati, che si vedono spesso nei campi, fossero extracomunitari, forse sfruttati… incredibile!
Ma è comunque un bel passo avanti, dopo le fiaccolate e gli scioperi fatti con la controparte; dovete perdonarmi… ma a me, vecchio bolscevico, fin dai tempi in cui, addirittura, organizzai uno sciopero in una fabbrica retta da alcuni miei parenti, è stato insegnato che gli scioperi si fanno contro il padrone e non con il padrone. Non dimentichiamoci, poi, la campagna elettorale e tutti i proclami sul “nessuno sarà lasciato indietro”, le assicurazioni sindacali sul fatto che, nonostante il taglio delle risorse, non ci sarebbero stati esuberi nelle partecipate e in municipio. Purtroppo per loro, nell’era di internet, potremmo dire “media manent” (licenza poetico-informatica).
Ma bravi!, anche questo ultimo sciopero non si è capito bene a chi avrebbe giovato: “Cui prodest?”, la fatidica domanda. Di certo non ai lavoratori…Magari sacrifichiamo ancora una giornata di retribuzione degli altri per far vedere che esistiamo?.
Però una cosa certa c’è, lo ha dichiarato la segretaria della Cgil in un’intervista, e cioè che il Terzo valico potrebbe essere una occasione sprecata.
Ma a che punto siamo?, ma è possibile ancora cedere (o peggio ancora credere) al ricatto occupazionale, alla ricaduta sul territorio (quasi mai reale).
Io sono sicuro di una sola cosa: è ora di finirla con le fanfaluche. E’ ora di parlare seriamente del futuro delle nostre terre, è ora che i nostri amministratori e sindacalisti prendano atto che: o ci rappresentano davvero oppure possono andarsene. Loro non sono nobili, nessuno gli ha regalato il potere sulle genti, non regnano per diritto divino. Dal momento in cui vengono eletti, non governano solo nell’interesse di chi li ha votati, ma nell’interesse di tutti, proprio di tutti.
E allora che lo facciano, una volta tanto, l’interesse dei cittadini, quello per cui sono stati designati!. Una volta per tutte un soprassalto di orgoglio, per San Basilio!, basta con la cooptazione, basta con gli amici degli amici, basta!, basta!… basta!.
Concludendo, voglio ricordare che i vostri padri e le vostre madri, i vostri figli e le vostre figlie, hanno preso le manganellate (se non peggio) dagli sbirri di mussolini, dagli sbirri di scelba e tambroni, dagli sbirri di tutti i governi di centro destra e centro sinistra che hanno governato in nome di interessi che non sono i vostri, affossando i più elementari diritti dell’essere umano, lavoro, istruzione, stato sociale, che, purtroppo, ora sono stati definitivamente eliminati dalla ragioneria centrale europea, se non mondiale: un bellissimo ritorno al passato.
Gli zelanti servi, i portatori di sella, di sandali, i valvassini, i valvassori, hanno eseguito bovinamente e fedelmente: ora siamo all’anno zero dei diritti civili e sindacali, nel mondo dei “padroni delle ferriere”. La domanda, rivolta a tutti, nessuno escluso è : “Voi da che parte state?”.
Ricordo un vecchio proverbio mongolo che recita così:
“Un rospo che vive in fondo a un pozzo giudica la vastità del cielo sulla base del bordo del pozzo”.
E’ ora di uscire da quel pozzo….
Vjačeslav Michajlovič Skrjabin (Molotov)