“Scusi, allora adesso me lo può dare il modulo per il reddito di cittadinanza che devo fare la richiesta”? L’impiegato lo guarda. Prova a spiegare che non esiste. Che quella è una proposta di un programma elettorale, che non c’è nemmeno un governo. Ma niente, la persona insiste e sono necessari diversi minuti per convincerlo (forse). Non passa però molto tempo e la scena si ripete. Un altro personaggio si presenta, altrettanto convinto nel chiedere il modulo. Questi sono stati i primi, ma non saranno nemmeno gli ultimi a sollecitare l’immediata erogazione del reddito di cittadinanza. Piccolo particolare: la scena non è avvenuta all’interno di uno dei Caf (centro di assistenza fiscale) della provincia di Bari, bensì al Centro per l’impiego di Alessandria.
Mentre in Puglia il fenomeno delle richieste è massiccio e tutto scandito dalla frase “Ha vinto il M5S, ora dateci i moduli per il reddito di cittadinanza”, ad Alessandria l’episodio potrebbe essere liquidato con una battuta e niente più. O invece no, perché anche nel ‘profondo nord’ non mancano gli indicatori di criticità sociali che non possono essere liquidate con semplificisticamente con “non hanno voglia di lavorare” o “preferiscono fare i mantenuti”. Il problema è piuttosto nella capacità di molti cittadini di interpretare in modo corretto messaggi, slogan, proposte. La questione della scelta politica viene ancora dopo, quando arriva. Qui siamo di fronte a molti italiani che si sono fermati al titolo e non hanno saputo innescare in processo sufficientemente elaborato per capire che come stanno realmente le cose.
Precisazione a margine. Quello proposto dal M5S è un sussidio di disoccupazione e inoccupazione, si avvicina a un reddito minimo garantito e peraltro prevede un meccanismo molto simile al reddito di inclusione (Rei), il sussidio universale destinato a tutti coloro che si trovano in situazione di povertà che è stato approvato l’anno scorso e sarà operativo da luglio. Il ‘reddito di cittadinanza’ non esiste in alcuna nazione, tranne che in Alaska dove è sufficiente essere cittadino del paese per percepirlo. Viene erogato a tutti, senza distinzioni fra ricchi e poveri, lavoratori e disoccupati. Ma è possibile solo grazie ai proventi del petrolio.
Un altro esempio è la Finlandia, dove viene sperimentato un reddito di cittadinanza per un campione di duemila disoccupati che per due anni percepiscono cinquecentosessanta euro al mese. Al termine della prova, l’anno prossimo, verranno analizzati i dati.