Periodo di campagne elettorali, di programmi e previsioni, rese più complicate da una nuova legge elettorale a dir poco complicata.
E’ del Dicembre 2016 la dichiarazione di illegittimità della precedente (definita con un termine evocativo “Porcellum”). Fu sancita l’illegittimità costituzionale sia del meccanismo del premio di maggioranza, che scattava a prescindere dai voti raccolti (a livello nazionale alla Camera e regione per regione al Senato) sia del meccanismo delle liste bloccate nella parte in cui non consentivano all’elettore di esprimere una preferenza.
L’attuale disposto, denominato “Rosatellum”, prevede pertanto meccanismi variati per la votazione e la scelta dei Candidati nelle varie liste.
Innanzitutto, è stato introdotto un sistema misto, proporzionale e maggioritario, il quale prevede che il Parlamento venga eletto in due modi diversi ma collegati: circa un terzo dei seggi tra Camera (232 collegi uninominali) e Senato (i collegi uninominali saranno 102) sarà eletto in confronti diretti nei collegi uninominali, e i restanti due terzi (rispettivamente 386 e 207) saranno eletti con sistema proporzionale in collegi plurinominali. Nelle circoscrizioni estere saranno assegnati altri 12 seggi per la Camera e 6 per il Senato. Non è previsto il premio di maggioranza.
Uninominale vuol dire che in ogni collegio le coalizioni o i partiti candidano una sola persona, e chi prende più voti ottiene un seggio; proporzionale vuol dire che più seggi in un collegio vengono invece divisi in modo proporzionale ai voti presi dalle coalizioni o dai partiti.
La scheda elettorale sarà simile a questa.
Ogni scheda sarà divisa in un certo numero di aree separate tra loro, corrispondenti a ciascun partito o coalizione. I partiti infatti si possono presentare da soli o riuniti in coalizioni.
All’interno di ogni area ci sarà in testa uno spazio rettangolare con un unico nome del candidato scelto da ogni coalizione (o partito) nel collegio uninominale.
Sotto lo spazio rettangolare ci saranno una serie di caselle con un simbolo di partito e un certo numero di nomi, dai due ai quattro. Sono le singole liste dei candidati dei partiti che formano la coalizione, che a sua volta sostiene il candidato di cui sopra; i nomi sotto al simbolo sono i nomi dei candidati di quel partito nel collegio proporzionale.
La scheda elettorale sarà inoltre’ dotata di un’appendice cartacea munita di un “tagliando antifrode”con un codice progressivo alfanumerico generato in serie; dopo che l’elettore ha votato ed ha restituito la scheda al presidente del seggio debitamente piegata, l’appendice con il tagliando verrà staccata dalla scheda e conservata dai componenti dei seggi elettorali, che controlleranno se il numero del tagliando sia lo stesso di quello annotato prima della consegna della scheda all’elettore; solo dopo tale controllo il presidente del seggio inserirà la scheda stessa nell’urna.
Per votare si possono fare al massimo due segni sulla scheda: si può barrare il nome del candidato al collegio uninominale e poi scegliere una delle liste che lo appoggiano.
I due segni dovranno essere fatti nella stessa area: non è possibile scegliere un candidato all’uninominale e un partito di una coalizione diversa da quella di quel candidato (c.d. “voto disgiunto”). Se si sceglie una lista in un’altra coalizione, la scheda viene annullata.
Altra cosa importante: non sono previste le preferenze. Si potrà votare una lista, ma non scegliere a quale candidato di quella lista dare il voto in quanto la lista dei nomi è solo un’informazione in più.
Tracciando solo un segno su uno dei partiti nella parte proporzionale, il voto sarà esteso anche al candidato sostenuto da quel partito al collegio uninominale. Barrando invece soltanto la casella del candidato uninominale, la procedura sarà più complessa.
I voti di questo tipo saranno infatti distribuiti tra le liste che appoggiano il candidato uninominale in proporzione alle preferenze ricevute dalle liste stesse.
Quindi se una delle liste della coalizione ha ricevuto il 20 per cento dei voti, riceverà anche il 20 per cento dei voti di chi non ha votato esplicitamente per nessuna lista di quella coalizione ma solo per il candidato uninominale relativo.
Al termine dello scrutinio, il candidato che ha ricevuto anche solo un voto più dei suoi avversari sarà eletto. Se insieme al candidato viene barrata anche la casella di una delle liste proporzionali che lo appoggiano, quella lista allora riceverà un voto (altrimenti il calcolo di distribuzione sarà quello sopra esposto). I candidati della lista proporzionale saranno eletti nell’ordine in cui compaiono sulla scheda.
La legge permette le candidature multiple: si potrà essere candidati in un seggio uninominale e in un massimo di cinque collegi proporzionali. In caso di elezione in più collegi il candidato si ritiene eletto nel collegio uninominale, oppure nel collegio proporzionale dove la sua lista ha ottenuto la percentuale minore di voti.
Il procedimento però prevede anche che liste e candidati debbano superare una soglia di sbarramento. Per eleggere candidati nel proporzionale una lista deve infatti ottenere almeno il 3 per cento dei voti su base nazionale, per la Camera; al Senato lo stesso, ma riceve seggi anche se, pur non raggiungendo l’obiettivo del 3 per cento a livello nazionale, abbia ottenuto in una sola regione almeno il 20 per cento dei voti. La soglia per le coalizioni invece è del 10 per cento dei voti, a patto che almeno una delle liste che la compongono raggiunga il 3 per cento a livello nazionale. Se una lista che fa parte di una coalizione non riceve il 3 per cento a livello nazionale, non elegge nessun parlamentare ma, se supererà l’1 per cento, i voti che ha raccolto verranno distribuiti tra i suoi alleati.
Riassunto per chi si sente (giustamente) confuso:
– Si riceve una sola scheda per la Camera e una sola scheda per il Senato.
– Si può votare facendo un solo segno, oppure due, basta che entrambi i segni siano fatti nell’area della scheda che spetta a un’unica coalizione.
– È possibile votare un candidato all’uninominale e, con un secondo segno, scegliere una delle liste che lo appoggiano.
– Si può scegliere anche solo il candidato all’uninominale o solo una delle liste, ma il voto sarà comunque esteso rispettivamente anche sulle liste o sul candidato.
– Non si può votare una lista diversa da quelle che appoggiano il candidato che si è scelto.
Quindi, se volete votare una coalizione ma non vi piace il candidato che la coalizione ha presentato nel vostro collegio uninominale, l’unico modo che avete per non votarlo è rinunciare e votare un’altra coalizione.
Viceversa, se avete deciso di votare per un candidato ma non vi piace uno dei partiti che lo appoggiano, l’unico modo che avete per essere sicuri che il vostro voto non finisca a quel partito è fare due croci, esprimendo anche una scelta per un partito che non sia quello.