Sono note le polemiche riguardo alcuni particolari del ponte progettato dall’architetto Meier, con segnalazione nelle scorse settimane sui mezzi d’informazione e sui social. Per essere più precisi le “denunce” riguardano le asticelle delle ringhiere orizzontali che si sfilano, oltre alla modifica del progetto originale riguardante i pannelli di cristallo (peraltro inesistenti) a protezione delle ringhiere che avrebbero dovuto impedire che qualcuno le utilizzi a mò di scaletta per gettarsi in Tanaro.
Interpellato in proposito, l’ing. Marco Neri, che ne ha seguito la realizzazione, chiarisce subito che qualunque modifica sia stata apportata al progetto originale è stata sempre e comunque concordata con lo stesso Meier.
“Riguardo poi la ringhiera a barre orizzontali poste ad una distanza di dieci centimetri l’una dall’altra – spiega – si era evidenziato che quelle sotto il corrimano, volutamente arretrato verso l’interno della pista ciclabile, rimanevano distanziate di 18 ventimetri. In quel caso si è provveduto ad aggiungere una ulteriore barra orizzontale per evitare che qualche bambino, giocando, potesse infilarsi in quello spazio e finire nel fiume.
Ovviamente – prosegue Neri – contesto la teoria, avanzata da qualcuno, che quelle lastre di cristallo non siano state collocate per risparmiare. Semplicemente rappresentavano un inutile orpello perché non avrebbero affatto impedito che qualche adulto saltasse oltre il parapetto per gettarsi in Tanaro. Peraltro un simile gesto estremo non c’è ringhiera o parapetto che possa impedirlo!”
E quelle barrette orizzontali della ringhiera – aggiungo io – che si sfilano costringendo l’Amministrazione ad intervenire per rimetterle in posizione?
“Intanto è necessario tenere presente che un manufatto di acciaio come il Meier pesa, più o meno, 4.000 tonnellate per cui è necessariamente sensibile alle differenze di temperatura, tant’è che fra le gelate invernali e le temperature ormai tropicali dell’estate abbiamo una escursione termica che costringe il metallo di cui è composto ad allungarsi o ritirarsi di qualcosa come una trentina di centimetri. Quelle barrette orizzontali che compongono la ringhiera scorrono all’interno di boccole di teflon proprio per compensare queste differenze di temperature fra il periodo estivo e quello invernale. Detto questo, come già stiamo facendo un paio di volte all’anno, a conclusione della normale dilatazione, o ritiro, provvediamo a riportare tutto nelle condizioni primitive, ma tutto ciò è nell’ordine naturale delle cose!”
Altro argomento dibattuto è l’esistenza o meno, del manuale di manutenzione del Meier (continuiamo a chiamarlo Meier, ma nessuno lo ha mai battezzato ufficialmente per cui, al momento sarebbe ancora Ponte Cittadella).
“Effettivamente il manuale c’è, ma il ponte deve ancora affrontare il collaudo tecnico-amministrativo, già presentato agli organi competenti per cui dovrebbe avvenire a breve. Dobbiamo avere pazienza e attenderne la conclusione”.
Si è parlato anche della pavimentazione in legno della pista ciclabile, pericolosa quando la temperatura ne gela l’impiantito!
“Vero, ma in questo caso abbiamo deciso di transennare la pista ciclabile quando questo avviene, peraltro pochissimi giorni all’anno, forse due o tre non di più. Per la verità abbiamo eseguito delle prove su di un campione di pavimentazione quando era ancora in fase di realizzazione, ebbene ci siamo resi conto che il sale lo macchia indelebilmente. Solo particolari antigelo lo preservano intatto ma il costo risulta eccessivo per cui avremmo preferito transennare per quelle poche volte all’anno che questo si verifica”.
Cogliamo l’occasione per chiedere quando l’Amministrazione intende occuparsi del Tiziano, la cui manutenzione lascia molto a desiderare.
“Abbiamo già stabilito un accordo con la società che dovrà realizzare il nuovo complesso commerciale nell’area collocata al di là del Tiziano. A scomputo degli oneri di urbanizzazione quella società dovrà sistemare la grande rotonda di via Giordano Bruno, che attualmente è poco attraente, verniciare il ponte e modificare l’illuminazione del Tiziano azzerando quella vecchia e poco efficente in favore di una serie di pali che illuminino dall’alto e non più dal basso”.