“Per creare spazi e tempi di vita sani e sicuri non servono la criminalizzazione, la repressione, i DASPO: è necessario recuperare quartieri abbandonati, aumentare i luoghi autonomi gestiti da donne, riprogettare e risignificare i territori urbani partendo dalle esigenze delle donne, costruire spazi liberati per tutt@.” Dal “Piano Femminista contro la violenza sulle donne e la violenza di genere”.
Dopo aver pensato, elaborato, condiviso con migliaia di donne e di uomini il nostro piano femminista contro la violenza di genere, abbiamo deciso di iniziare a tradurlo in realtà.
Ci avviciniamo alla data dell’8 marzo, per la quale Non Una di Meno ha deciso di aderire al 2° Sciopero Globale delle Donne, con un progetto chiaro e preciso.
Vogliamo che ad Alessandria veda la luce una Casa delle Donne, intesa come luogo in cui tutte le donnepossano trovare sostegno, consulenza, solidarietà e complicità.
Abbiamo scritto, ribadito, rivendicato che per contrastare la violenza di genere in tutte le sue molteplici sfaccettature è necessario, prima di tutto, agire un cambiamento culturale.
Per questo, intendiamo costruire uno spazio che sia luogo di riflessione e iniziativa culturale, di produzione di pensiero in grado di leggere in chiave femminista tutti gli ambiti delle nostre vite.
La Casa delle Donne che immaginiamo non ha l’ambizione di sostituirsi ai servizi già presenti sul territorio, ma piuttosto di orientare le donne che hanno bisogno di usufruirne; di trovare sostegno e collaborazione nelle realtà affini per la costruzione di progettualità che partano dalle esigenze delle donne e abbiano la capacità di diventare centro propulsore delle loro azioni.
La Casa delle Donne che immaginiamo è aperta, accogliente e pubblica.
Crediamo fermamente che le Istituzioni cittadine abbiano il dovere di recepire la richiesta di destinare uno dei beni pubblici della città, oggi vuoto o abbandonato, alla realizzazione di questo progetto che ha un’utilità culturale e sociale riconosciuta anche dalle migliaia di donne che abbiamo incontrato in un anno dall’inizio del nostro percorso ad Alessandria.
La partecipazione agli eventi, alle manifestazioni e alle iniziative lanciate a partire dallo scorso 8 marzo, è infatti un chiaro segnale di quanto anche le donne del nostro territorio sentano l’esigenza di partecipare a momenti di produzione culturale caratterizzati dal protagonismo femminile, di ritrovarsi in forma collettiva per mettere effettivamente in pratica il passaggio dal #metoo al #wetoogheter (da #anch’io a #noiinsieme).
Consapevoli che solo quella dimensione collettiva, di relazione e confronto tra donne, possa davvero determinare il cambiamento, invitiamo tutte le donne, le soggettività lgbtqi, le associazioni femminili a partecipare a questo percorso, a farsi portatrici delle nostre istanze e a condividerne di nuove. Cominciamo a costruire insieme la Casa delle Donne di Alessandria con un’assemblea pubblica per conoscere le esperienze nate in Italia sull’onda del movimento di emancipazione femminista degli anni ’70 e per iniziare a raccogliere idee e proposte.
L’appuntamento per tutte e per tutti è sabato 24 febbraio alla Taglieria del Pelo in Corso XX Settembre.
Il prossimo 8 marzo saremo di nuovo nelle piazze e nelle strade di tutta Italia, non solo per sottrarci al lavoro e alle forme di sfruttamento, per denunciare le molestie e la strumentalizzazione dei nostri corpi, ma anche per trascorre una giornata in cui noi stiamo dove e come vogliamo stare.
Ad Alessandria ci riprenderemo lo spazio pubblico, busseremo alla porta di Palazzo Rosso per chiedere che quello spazio ci sia riconosciuto e concesso. Saremo con le donne e con gli uomini che vogliono costruire una società diversa.
Non una di Meno Alessandria