Due disagi a confronto, e un Solone un po’ ridicolo [Controvento]

Due disagi a confronto, e un Solone un po' ridicolo [Controvento] CorriereAldi Ettore Grassano

 
Martedì mattina, ore 10.10, gradini esterni dell’Ospedale di Alessandria, in via Venezia. Sto entrando, e mi imbatto in questa scena, più significativa di tanti slogan e polemiche.

Un signore settantenne, alessandrino, sta uscendo dall’edificio, e si rivolge così, con tono pacato e grande educazione, al ragazzo africano che gli porge un contenitore per l’offerta, elemosina o come preferite chiamarla.

“Ma lo sa che non potete più importunarci? C’è un’ordinanza del sindaco che lo vieta su tutto il territorio comunale”.

Il tono, ripeto, è davvero cordiale e rispettoso, da nonno che rimprovera il nipote. E altrettanto imbarazzata e silenziosa è la reazione del questuante africano. Niente a che vedere con suoi ‘colleghi’ che, in limitrofi parcheggi, talora ‘bulleggiano’ e cercano di ‘venderti’ un posto auto come fosse cosa loro.

Morale: entrambe queste persone sugli scalini di via Venezia esprimono, a modo loro e dal loro osservatorio del mondo, un disagio reale. Per questo entrambe sono assai più rispettabili di un ‘trombone’ come Adriano Sofri, che nei giorni scorsi, dalle colonne del Foglio, ha dato prova di banalità, qualunquismo e financo comicità involontaria (” io faccio da sempre l’elemosina e non escludo di chiederla, un giorno o l’altro”).

Il maître à penser della sinistra chic stavolta rasenta davvero il ridicolo.

Il ragazzo africano che invece (mi dicono) di mestiere fa l’elemosina all’uscita dell’Ospedale di Alessandria tot ore al giorno, tutti i giorni, è persona che va assolutamente rispettata. Anche se lì non ci dovrebbe stare, e sarebbe interessante capire chi ce lo mette, e chi lo ‘gestisce’. O no?