È risaputo che il mondo del cinema è depravato.
Dai tempi del film muto ad oggi, a fianco ai grandi film e alle migliaia di produzioni, pullulano altrettanti e ancor più aneddoti sui protagonisti.
Intrecci amorosi di tutte le specie tra attori, attrici, registi, produttori, sceneggiatori, figli illegittimi, orientamenti sessuali differenti e pratiche particolari. Per tacere – poiché non fa notizia – degli intrallazzi che coinvolgono le maestranze, quegli innumerevoli nomi che sfilano nei titoli di coda, indispensabili alla realizzazione del prodotto finale ma perlopiù frustrati da non apparire sui titoloni.
Facile immaginarlo.
Tutto ciò se generalizziamo.
E se scherziamo poiché i tempi di Molière sono passati da secoli.
Eppure le dichiarazioni e le vicende di questi ultimi mesi ci mostrano un microcosmo che nulla ha a che fare col mondo reale e, nonostante ciò, conquista le prime pagine del pianeta facendo leva sulle pruriginose curiosità di tutti.
Attrici ormai fuori gioco che per riconquistare la fama in un ultimo sussulto di disperata vitalità sviscerano molestie subite quattro o cinque lustri fa e che, a fronte di quelle presunte molestie, hanno calcato le rosse passerelle dei cinque continenti.
Attrici, colleghe delle precedenti, che tacciono eventuali molestie ma si schierano a fianco delle molestate le quali però prendono le distanze da codeste per ragioni ignote.
Gioco delle parti anche nella vita, dunque.
Chi ne fa le spese sono le persone serie, uomini e donne, che in quel microcosmo vivono la quotidianità senza clamori e amando la propria professione.
Finalmente anche la città di Savona ha il suo molestatore.
Era ora.
Tutto da dimostrare – dirà naturalmente qualcuno – ma quel mantra del love coach di provincia (pa pa – pa pa) che tenta di ipnotizzare una ragazza per poi metterle le mani un po’ ovunque rappresenta un punto di partenza.
Se le prove hanno un senso, si agisca dunque in quella direzione.
Il resto è tutta fuffa.