E adesso, dopo 850 anni, Alessandria deve pensare in grande. Nel rispetto di quelle intelligenze e capacità che ancora esistono [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 
L’obiettivo è fare “qualcosa di grande che possa essere ricordato” in occasione del compleanno di Alessandria. Il 3 maggio 2018 verranno festeggiati “otto secoli e mezzo di cui essere fieri e orgogliosi. Crediamo che Alessandria, in cui viviamo e che amiamo, meriti di essere celebrata con il meglio delle nostre intelligenze e capacità” afferma il Comitato promotore. Ecco perché la presidenza del Consiglio comunale, sotto la guida di Emanuele Locci, ha convocato l’assemblea consiliare per iniziare a discutere cosa fare concretamente. Il tutto è avvenuto alla presenza del sindaco, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, e di due membri del Comitato, Antonio Maconi e Roberto Barbato (il primo dirigente dell’azienda ospedaliera, il secondo docente universitario).

E adesso, dopo 850 anni, Alessandria deve pensare in grande. Nel rispetto di quelle intelligenze e capacità che ancora esistono [Centosessantacaratteri] CorriereAl

La scelta organizzativa, enunciata dallo stesso Locci, ha però evidenziato alcuni limiti. Infatti il presidente ha parlato di una “seduta ‘a tema libero’ in cui ognuno propone quello che ritiene più giusto e utile per celebrare il compleanno della città”. Ed ecco che nella sequenza di interventi, alcuni molto semplici, ma sinceri, altri più ricercati e dove non sono mancate gentili punzecchiature alla maggioranza, ha fatto capolino un po’ di tutto. Adesso non resta che fare gli auguri a chi dovrà assemblare idee, proposte e visioni per tentare di dare quella necessaria omogeneità e prospettiva alle iniziative che dovranno non solo celebrare in modo adeguato gli 850 anni, ma anche mettere a fuoco il domani del capoluogo attraverso progettualità che dovranno avere come faro unicamente l’interesse della comunità intera.

Gli interventi in aula dei consiglieri Bianchini, Bovone, Demarte, Serra, Berta, Oneto, Sciaudone, Rossa, Passalacqua, Pavanello, Lumi, Poggio hanno spaziato attraverso visioni del mondo che a volte hanno dimostrato di avere ben poco in comune. Alcuni, al netto di una esposizione a volte confusa, hanno in realtà rappresentato alcune idee potenzialmente interessanti. Quello che stride è la successiva articolazione. Così arriva l’idea di promuovere la promozione turistica attraverso “l’istituzione di un numero verde”, dimenticando del tutto che oggi esiste il web. La valorizzazione della tradizione agricola, oggi ricca di innovazione, passa per la riesumazione della fiera agricola di un secolo fa, passando per salamini e rabaton. La proposta di iniziative dalla forte connotazione ‘sociale’ hanno fatto da contraltare a quelle interamente culturali, mentre l’idea di celebrare la forte presenza militare che ha scandito per decenni e decenni la vita e l’economia alessandrina ha rischiato di apparire come una sfilata di immagini in bianco e nero dove ai ricordi di un tempo che non tornerà mai più non si aggiunge molto altro. Il suggerimento di valorizzare storie e personaggi locali è stato poi declinato più volte in base a sentimenti e sensibilità personali. Infine c’è chi ha sollecitato a coinvolgere in modo serrato il mondo della scuola, del volontariato, fino alle associazioni di categoria.

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Un tema forse troppo libero, quello scritto nell’aula consiliare di Palazzo Rosso. Comunque adesso tocca al gruppo ristretto del Comitato iniziare a fare un po’ di necessaria sintesi. Puntando a delineare una Alessandria capace per una volta di anticipare il futuro, smettendo finalmente di assecondare tendenze esterne e, di conseguenza, unicamente di sopravvivere.