“La Lega in campagna elettorale c’è da sempre: Matteo Salvini è costantemente tra la gente, a dar voce a problemi e disagio dei cittadini comuni. E in Piemonte in questi ultimi anni ci siamo mossi nello stesso modo, con qualche risultato. Anche il ‘riposizionamento’ di Chiamparino nei giorni scorsi sul tema dell’autonomia lo dimostra”. Riccardo Molinari, segretario nazionale della Lega Piemont, ma anche dallo scorsa estate assessore con deleghe importanti al comune di Alessandria, è più che pronto: lo attendono due mesi di intensa campagna elettorale in giro per il Piemonte (“ma è quel che già faccio da tre anni a questa parte, senza sosta”), e secondo tutti gli osservatori sarà, da marzo, una risorsa ‘di prima fila’ per la Lega a Roma, ma anche, speriamo, per tutto il territorio alessandrino, che ha quanto mai bisogno di avere con la capitale un ‘filo diretto’, se parole come ‘rilancio’ e ‘futuro’ devono trasformarsi in sostanza, e non rimanere puri slogan.
Proviamo a capire con Molinari (avvocato 34enne che ha già alle spalle incarichi importanti: in Regione fu sia consigliere che assessore, oltre a far parte del consiglio federale della Lega Nord) quali saranno i temi ‘portanti’ di questa campagna elettorale, quale il ruolo del Carroccio all’interno della coalizione di centro destra, e soprattutto quali gli scenari che possono profilarsi per l’Italia dopo le urne del 4 marzo. In diversi, poi, già si chiedono se Molinari si dimetterà dagli incarichi di assessore a Palazzo Rosso, e che contraccolpi questo potrà avere sugli equilibri interni di coalizione, e sulla ‘solidità’ della giunta.
Segretario Molinari, campagna elettorale in piazza, nonostante l’inverno?
In piazza, nei gazebo e tra la gente, la Lega c’è sempre, a prescindere dalla stagione. Poi ci saranno ovviamente anche incontri al coperto, non vogliamo far ammalare nessuno. La temperatura politica percepita comunque è ottima: dopo una lunga sofferenza che dura dal 2011 come sia messo il Paese gli italiani lo sanno benissimo. Hanno una gran voglia di cambiare strada, e credo che l’opzione centro destra sia l’unica che può garantire una solidità di governo tale da rimettere in moto l’economia e il mondo del lavoro, e ripristinare regole e sicurezza. Non ne vedo altre sul tappeto, francamente….
I 5 Stelle non la convincono?
I 5 Stelle stanno governando, mediamente non proprio benissimo, diverse città italiane, da Torino a Roma: e i risultati, soprattutto nella capitale, mi sembrano sconfortanti. Aggiungo che, in questi cinque anni, hanno avuto in Parlamento un peso numerico, in termini di deputati e senatori, che la Lega non ha mai avuto nella sua storia (anche se al prossimo giro siamo molto fiduciosi in un grande risultato). Ebbene, li avete visti e sentiti? Al di là di slogan ondivaghi, una botta qua e una là, cosa hanno prodotto?
Il centro destra invece, se dovesse governare, cosa farà di diverso per ridare gambe e ossigeno ad un Paese davvero in ginocchio?
Precisiamo prima di tutto che il centro destra è una coalizione, che ha al suo interno diverse forze e sensibilità. Ma l’accordo sui grandi temi e le grandi scelte tra Salvini e Berlusconi è stato raggiunto proprio in queste ore, e se gli italiani ci premieranno in maniera importante potremo superare il 40%, e governare seriamente per 5 anni.
Berlusconi però sembra sempre dire “Salvini è un ragazzo in gamba ma un po’ troppo vivace: tranquilli che ci penso io..”
(sorride, ndr) In campagna elettorale ognuno fa la propria parte, lo sappiamo. Forza Italia ha posizioni formalmente più moderate su diversi temi, noi della Lega non ci nascondiamo, e quando serve alziamo i toni, perché la situazione lo richiede. Vado al sodo: negli ultimi 6 anni le condizioni di vita reali degli italiani sono precipitate, al di là degli slogan. Non possiamo che muovere da lì, dalla necessità di far ripartire economia e occupazione, mettendo le nostre imprese, ricche di qualità e di eccellenza, in condizioni di competere. Ma non come ha fatto il PD, ossia distruggendo i diritti dei lavoratori. Il jobs act ha legalizzato il caporalato, questo lo sanno e constatano tutti: tanto che i ragazzi e le ragazze della mia generazione stanno scappando in massa all’estero, per cercare opportunità dignitose. Ma le pare possibile? Noi vogliamo che le imprese italiane possano lavorare senza essere ‘strozzate’, che possano innovare davvero, che non siano oppresse da un fisco esoso, che possano contare su infrastrutture da paese civile: perché senza una seria politica di investimenti pubblici l’Italia va a rotoli. E’ già a rotoli: guardiamo a come siamo messi a livello di strade, cavalcavia che crollano, ferrovie, infrastrutture tecnologiche…
Si dice: se il centrodestra vince le elezioni, deve trovare un premier gradito all’Europa, o lo mandano a casa in pochi mesi…
Noi dobbiamo sottrarci con forza a questa logica di ricatto, da sovranità limitata. La Lega non vuole demolire l’Unione Europea: ma cambiarla profondamente sì. Non può esserci un direttorio di burocrati che, di fatto, comanda a casa dei singoli stati sovrani. Non è accettabile che, in nome di un rigore formale che avvantaggia sempre i soliti, la nostra agricoltura sia messa in ginocchio, e così la manifattura e l’artigianato. Se vinceremo noi, cambieranno molte cose.
Secondo asset strategico: immigrazione e sicurezza. In campagna elettorale si andrà alla ricerca di singoli casi da prima pagina, per mostrare l’animo becero dei leghisti razzisti. Lo sa vero?
Hanno già cominciato, ma sono solo patetici. La Lega è tutt’altro che razzista, e sta sempre dalla parte dei deboli, a partire da milioni e milioni di disoccupati italiani ridotti a vivere ai margini della società, e di altri milioni di lavoratori spogliati di ogni diritto dal Pd di Renzi grazie alla nuova normativa sul lavoro. Per non dire dei pensionati, naturalmente, con la famigerata legge Fornero. La questione immigrazione però esiste: 9 migranti su 10 che arrivano in Italia sono migranti economici, non profughi di guerra. Mi sa citare un altro paese civile, uno solo, che accetta un simile andazzo? E’ una follia, lo sanno tutti. Ma è anche un business da 4 miliardi di euro l’anno, su cui Pd e sinistra hanno costruito una filiera economica: ci sono tanti che ci campano insomma, tra ong, cooperative, mediatori culturali e quant’altro. A noi però questo sembra un modo malato di fare economia. Oltretutto, in questo modo non solo si genera insicurezza sul territorio, ma si crea un esercito di lavoratori di riserva disperati e pronti a tutto, a scapito ancora una volta dei lavoratori tutelati, a cui si dice: “quelli lì sono disposti a lavorare a 400 euro al mese: vedi tu”. Non credo che gli italiani vogliano vivere in un mondo simile. Diciamo stop da subito agli sbarchi quindi, e a tutte le speculazioni ad essi collegate.
Intanto però Chiamparino sembra intenzionato a seguirvi, sul tema del Piemonte Autonomo…
Il Comitato che abbiamo costituito nei mesi scorsi ha suscitato un entusiasmo così forte, che Chiamparino non poteva che provare ad inseguirci, più che a seguirci. Ovviamente lo fanno a modo loro, con aperture troppo timide, ed eludendo gli snodi essenziali, che sono il referendum, e il fisco. Noi vogliamo che gran parte dei 10 miliardi di euro che oggi escono dalle tasche dei piemontesi dirette a Roma rimangano a casa nostra. Il resto sono chiacchiere. Ma il PD lo vedere come ragiona, no? Sul fronte migranti, lo stesso Chiamparino ha legato l’erogazione di fondi sacrosanti ai piccoli comuni, da utilizzare per strade e infrastrutture, all’adesione allo Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati): un vero e proprio ricatto alle nostre piccole comunità, e una visione terrificante. Ripopolare le zone montane del Piemonte con africani che non sanno ovviamente neanche dove si trovano, e a fare cosa.
Guardiamo al dopo voto, segretario Molinari: se ne uscisse un quadro fluido e instabile, e Forza Italia si facesse sedurre dalle sirene di Renzi, voi ci stareste?
No: lo dico forte e chiaro. La Lega chiede agli elettori un forte sostegno, per portare a Roma la voce dei tanti italiani insoddisfatti. Confidiamo in un centro destra complessivamente forte, e di governo. Se così non fosse, noi faremo opposizione: rigorosa, concreta e propositiva però. Non velleitaria e ondivaga come quella dei 5 Stelle in questi ultimi 5 anni.
Lei è anche assessore in comune ad Alessandria Molinari, con deleghe ‘pesanti’: è possibile un doppio incarico, in caso di sua elezione in Parlamento?
(riflette, ndr) Il doppio incarico è assolutamente compatibile, e ovviamente in tal caso l’assessore lo farei gratuitamente. In caso di elezione comunque ne parlerò sia con Salvini, che con il sindaco Cuttica, e valuteremo insieme come procedere. Certamente in questi mesi gli inviti a restare non sono mancati, sia dalle persone che frequento quotidianamente lavorando in Comune, sia da tanti alessandrini esterni alla vita amministrativa. Ma è anche vero che un comune come Alessandria merita impegno e attenzione, non si tratta di ricoprire un incarico formale. In ogni caso, se diventerò parlamentare, ciò che conta è essere davvero utile al nostro territorio, in quella veste. Del resto è successo già una volta, quando da consigliere prima e da assessore poi in Regione Piemonte portammo a casa per Alessandria il finanziamento del Pisu.