Di nomine non si parla ancora. Eppure la discussione, un po’ nei corridoi del palazzo, moltissimo su Facebook, è già accesa. In ballo c’è il nuovo presidente di Amag Mobilità, società che si occupa del trasporto pubblico alessandrino e che è in mano ai privati della pavese ‘Line’ (283.900 azioni ordinarie pari a 283.900 euro nominali) per l’85 per cento, con la residuale parte del capitale (il 15 per cento) in capo all’Amag Spa (50.100 azioni ordinarie pari a 50.100 euro nominali). L’attuale presidente, Stefano Rossi, indicato dal gruppo Amag, resta in carica fino al 31 dicembre. Ed entro la fine dell’anno “nomineremo il nuovo presidente” assicura Stefano De Capitani, presidente del Gruppo Amag, società controllata al 74 per cento dal Comune di Alessandria. Il bando per la candidatura, datato 22 novembre, indicava il 7 dicembre come data ultima per la presentazione delle candidature. Quante sono state? “Mi pare una decina, vado a memoria, che ora dovranno essere vagliate. Poi convocheremo una commissione per incontrare i singoli candidati e quindi procederemo alla nomina” spiega il presidente di Amag Spa.
In base al nuovo statuto e agli atti parasociali, le decisioni relative all’ordinaria amministrazione sono prese a maggioranza dal consiglio di amministrazione di Amag Mobilità che è composto dal presidente, dal Consigliere e Amministratore delegato Filippo Agazzi e dal Consigliere Sergio Resconi (il direttore è Franco Repossi, dirigente sempre del gruppo Line). Quindi l’intera attività è nelle mani del privato, mentre il presidente di espressione ‘pubblica’ è il garante di quella ‘golden share’ che dovrebbe assicurare “elevato potere decisionale e di controllo sulle scelte strategiche della società” come hanno commentato De Capitani e Mauro Bressan (amministratore delegato di Amag Spa) il giorno dell’accordo con la Line di Pavia. La garanzia deve essere quella rispetto alla gestione di un servizio pubblico, regolato da un contratto di servizio. Certo che se i capitali sono solo quelli del privato, anche le decisioni strategiche saranno comunque condizionate dai cordoni della borsa.
I nomi che circolano (un po’ a caso, un po’ ad arte) in questo momento fanno dire a Giorgio Abonante, consigliere comunale, capogruppo ‘di fatto’ del Pd e già assessore al Bilancio che ha benedetto l’accordo con i privati, che siamo di fronte a uno “scontro tra titani” rispetto al bando di Amag Mobilità. E non mancheranno entro breve anche i fuochi di artificio. Secondo il classico copione del gioco delle parti, oggi chi è all’opposizione critica chi è in maggioranza e viceversa, e Abonante affida a Facebook commenti come questo: “Il Cinepanettone vero quest’anno lo girano tra Palazzo Rosso e la sede di Amag. Si intitola ‘Bando per la nomina del Presidente di Amag Mobilità’. Divertimento assicurato”. Diversi i commenti di esponenti del Pd, scontati nel contenuto.
Decisamente interessante, invece, quando si legge quello di Emanuele Locci, presidente del Consiglio comunale, tirato nella discussione in un post sull’azienda speciale ‘Costruire Insieme’. “Fosse per me, non farei bandi porcata come quello attuale per la ricerca del Presidente di Amag Mobilità, comunque a firma del presidente di Amag Spa nominato da voi (il riferimento è all’ex maggioranza, ndr), ma bandi dove l’esperienza e le competenze professionali e curriculari siano il principale criterio di valutazione”. Che Locci non le abbia mai mandato a dire, è storia, basta scorrere le dichiarazioni (sul fronte dell’efficacia è invece un’altra storia). Certo che questa volta sul piano politico non appaiono di secondo piano. “Io – scrive ancora Locci, replicando all’ennesimo post di Abonante – sono solo il presidente del Consiglio Comunale e non ti sarà sfuggito che, a differenza vostra e del Quarto Polo, non ho sottoscritto apparentamenti con il centrodestra. Ho votato Cuttica al ballottaggio perché era la scelta giusta per la città. Tu ovviamente la penserai diversamente da me. Su come è stato redatto il bando di Amag Mobilità penso invece che la pensiamo allo stesso modo”.