Dopo le lettere pubblicate sui giornali locali dell’ex Sindaco di Trino, nonche compagno di tante battaglie ai tempi del Coordinamento dei Comitati Alluvionati, Giovanni Ravasenga e di Legambiente – Circolo Verdeblu di Casale vogliamo portare anche un ns. contributo sul dibattito in merito al Progetto DTT – Fusione Nucleare. Dopo l’annuncio dato a metà dicembre 2016 dal Presidente della ns. Regione Chiamparino che indicava la città di Casale Monferrato e più precisamente il sito Ex Gaiero nel quartiere Oltreponte quale luogo candidato ad ospitare le sperimentazioni per la Fusione Nucleare come Associazione Nuove Frontiere abbiamo cercato sin da inizio anno di organizzare insieme al giornale il Monferrato e con alcuni membri dell’Amministrazione Comunale un convegno/dibattito in cui venissero illustrati alla popolazione casalese ( e del Monferrato !) i progetti, le previsioni di investimento e occupazionali oltre ad una analisi tecnica dei rischi (ove ve ne fossero ) e delle norme di sicurezza previste. Abbiamo letto più volte la portata di questo progetto , le previsioni sarebbero di occupare 1500/1800 persone nell’arco di 25 anni e l’investimento per la costruzione del laboratorio consisterebbe in circa 500 milioni di € con evidenti altre ricadute economiche sul territorio che verrebbe scelto.
Dalle dichiarazioni rilasciate ai giornali da vari personaggi istituzionali si legge che non vi saranno rischi per l’ambiente , che non verrà costruita a Casale nessuna centrale nucleare e che a Casale non verranno maneggiati materiali radioattivi . In sostanza si dovrebbe realizzare una parte dell’impianto sperimentale e necessario per la centrale già realizzata nel sud della Francia e che partecipa al progetto ITER ( progetto a cui partecipano diverse nazioni sia europee che di altri continenti tra cui Russia, Cina, India , Giappone e Stati Uniti, progetto che già l’anno scorso aveva raggiunto la ragguardevole cifra di 20 miliardi di dollari !). Ora il progetto ha completato il suo percorso , i fondi sono stati stanziati dal ns. Governo e l’Europa ha dato il suo benestare alla candidatura italiana , adesso inizia la “battaglia “ vera e propria tra alcune Regioni Italiane che hanno dato la disponibilità a realizzare l’impianto , oltre al Piemonte sono state avanzate proposte dal Lazio ma la candidatura forse più forte arriva dall’Emilia Romagna (appoggiata anche dalle regione Toscana ) che avrebbe individuato il sito sul Lago Brasimone deliberando anche un investimento regionale per 15 milioni di € in 7 anni . Anche il Sindaco e la città di Bologna nei mesi scorsi hanno organizzato convegni e incontri per appoggiare tale scelta. Perché non si è ancora fatto un convegno/dibattito pubblico su questa grande opportunità per il ns. territorio ? Se nei mesi scorsi la “frenata” fatta dall’Amministrazione Comunale casalese può essere da una parte comprensibile , prima bisognava avere la certezza che i finanziamenti nazionali ed europei fossero confermati ,non si comprende da parte nostra cosa si aspetti ancora per informare la popolazione interessata almeno tramite un convegno ad alto livello sia tecnico che politico in cui vengano illustrati in modo comprensibile quali siano le potenzialità e opportunità economiche ma anche chiariti eventuali dubbi sulla sicurezza e sull’ambiente . Non vorremmo essere contagiati dal solito “virus” casalese del” tutti contro tutti” , “dei contrari a prescindere” , del “perché non lo si fa da un’altra parte” ecc. ecc. è inutile ricordare che questo atteggiamento tipico del ns. territorio in tempi passati ma anche recenti ci ha fatto perdere enormi opportunità ed istituzioni, tranne rari casi non siamo capaci di “fare squadra” per raggiungere obbiettivi importanti che riguardano tutta la nostra comunità, per questo dobbiamo prendere esempio da altri territori . La posizione della Associazione Nuove Frontiere è molto chiara e crediamo in linea con la stragrande maggioranza della popolazione casalese . Casale Monferrato e il suo territorio non possono farsi scappare questa opportunità economica e di grande sviluppo, bisogna unire tutte le forze per ottenere questo obbiettivo MA…. contemporaneamente devono essere illustrati e dissipati TUTTI i dubbi relativi alla sicurezza , alle possibili /eventuali contaminazioni , alla protezione ambientale . Dopo la vicenda Eternit pensiamo che nessun casalese sia disposto a barattare un posto di lavoro con un danno ambientale o per la salute collettiva . Se esiste un minimo dubbio su questi aspetti ambientali crediamo sia meglio rinunciare al progetto . Per questo serve una informazione sollecita, puntuale , scientifica e comprensibile a tutti. Come residente nel Quartiere Oltreponte sarei inoltre curioso di sapere come verranno risolti i vincoli urbanistici imposti dalla precedente Amministrazione e che gravano attualmente sull’intero Quartiere , la classificazione urbanistica di Oltreponte con l’ultima variante PAI è diventata IIIb3 il che significa:
ClasseIIIb3
Aree caratterizzate da potenziali problematiche di natura idraulica e di stabilità dei pendii nelle quali le condizioni di pericolosità morfologica determinano situazioni di rischio non eliminabili e/o minimizzabili a fronte di fenomeni di dissesto a carattere eccezionale nonostante i possibili interventi di riassetto idrogeologico da realizzare a tutela del patrimonio esistente. A seguito della realizzazione di opere di riassetto territoriale sarà possibile solo un modesto incremento del carico antropico, con esclusione di nuove unità abitative e completamenti.
In tale classe ricade l’area urbanizzata a nord del Po compresa tra il fiume la ex S.S. n.31. Si tratta di un’area morfologicamente depressa rispetto a quella immediatamente a ridosso della sponda fluviale e risulta pertanto in posizione molto critica rispetto a possibili eventi di esondazione.
Vorrei terminare citando la parte finale di un articolo sulla fusione nucleare apparso sulla rivista Le Scienze del gennaio 2017 che viene così descritta :
“…..Ma pensiamo al premio potenziale : una fonte di energia che non dipende dai capricci del vento o del Sole coperto dalle nuvole, non richiede grandi cambiamenti alla rete elettrica esistente, non pone il problema delle armi nucleari, non rischia il meltdown (fusione del nocciolo nucleare ) o l’irradiazione delle comunità circostanti e forse, una volta avviata, non sarebbe più costosa di altre forme di energia pulita . Vale la pena di fare qualche altro tentativo ?”
Ringraziando per l’attenzione e l’eventuale pubblicazione e sempre disponibili ad ogni confronto porgiamo
Cordiali saluti
Massimo De Bernardi
“Associazione Nuove Frontiere per la Difesa e il Rilancio di Casale e del Monferrato”