“Siamo ottimisti”. Fabio Ravanelli, 47 anni, presidente di Confindustria Piemonte, ospite del Lions Club Marengo di Alessandria presieduto da Walter Giacchero, parla chiaro. La ripresa, a giudizio degli industriali piemontesi, c’è e la tenuta “è strutturale, con la recessione alle spalle”.
Nella relazione presentata durante l’incontro continuano a scorrere sullo schermo tabelle con dati quasi tutti con il segno ‘più’. A parte quello dell’occupazione che vede un mercato del lavoro ancora in affanno. Il quadro regionale è analogo a quello alessandrino, che viene illustrato alla fine dell’incontro con i numeri, positivi, che sono quelli della recente indagine congiunturale di Confindustria Alessandria, presente in sala con il presidente Luigi Buzzi e con il direttore, Renzo Gatti.
L’economia piemontese registra, in particolare, una crescita, che sarà “ancora maggiore” nel 2018, degli investimenti in macchinari e mezzi di trasporto. “Siamo di fronte – è la riflessione di Ravanelli – a investimenti che si fanno solo quando il motore gira a pieno regime”. Mentre le esportazioni restano ai massimi livelli, segno di una diffusa capacità di innovare e competere, gli incentivi fiscali per l’industria 4.0 stanno determinando effetti positivi, aggiunge Ravanelli, che ricorda come il Piemonte sia all’avanguardia anche grazie alla costituzione del Digital innovation hub che affianca gli imprenditori nella “rivoluzione della tecnologia e dell’innovazione che potrà aiutare l’Italia a recuperare i trenta punti di perdita di produttività che il nostro Paese ha nei confronti della Germania”.
Il clima di fiducia “si sta estendendo anche alle piccole e medie imprese che sono quelle che finora hanno avuto le aspettative più critiche” sottolinea ancora il presidente di Confindustria Piemonte. Durante la serata non manca un passaggio sulla fusione fra le organizzazioni territoriali di Alessandria, Vercelli e Novara che lunedì celebreranno, a Vercelli, l’assemblea congiunta alla presenza di Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio. La nuova Confindustria del Piemonte Orientale sarà la seconda confindustriale in Piemonte con circa 1.200 aziende associate e 60.000 dipendenti complessivi.
L’ottimismo di Ravanelli (amministratore delegato e vicepresidente della Mirato Spa, azienda che opera nel mercato italiano dell’igiene e bellezza che occupa circa quattrocento persone e ha un fatturato superiore ai duecento milioni di euro) viene solo in parte intaccato da alcune riflessioni che lui stesso rilancia in sala quando parla del problema occupazionale sempre aperto e del livello dei consumi che è ancora fermo a livelli bassi. Se la fortuna di realtà come quelle di Alessandria e di Novara è la “poliedricità di una economia senza monocultura industriale e dove innovazione e diversificazione consentono di affrontare anche le fasi più difficili e di restare competitivi nella ‘nuova’ economia che si è generata dopo la crisi”, non vanno dimenticati alcuni nodi irrisolti, come “i problemi infrastrutturali ancora da superare”.
Logistica, ma non solo. Perché se per la prima bisogna fare i conti con logiche di sistema sovrazionale, per le infrastrutture locali le responsabilità e i margini di azione sono diversi. L’importante è fare davvero presto. Il ruolo della nuova Confindustria del Piemonte Orientale sarà importante, per non rischiare, fra qualche tempo, di sentire pronunciare parole analoghe a quelle che sono arrivate da Bruno Lulani, ex presidente di Confindustria Alessandria: “Quando dieci anni fa ho guidato l’associazione si parlava da anni di logistica. Dopo dieci anni si dicono ancora le stesse cose…”.