Ciani (Cisl): “Quale provincia vogliamo per il 2030, e possiamo provare a costruirla ora?”. Industria, trasporti, università, e Alessandria ‘buco nero’ del territorio

Ciani (Cisl): “Quale futuro vogliamo per il 2010, e possiamo provare a costruirlo?”. Industria, trasporti, università, e Alessandria ‘buco nero’ della provincia CorriereAl 1“Vogliamo chiamarlo patto sociale? Si preferisce stati generali? Non ne faccio una questione di etichetta: ma se tutti gli attori istituzionali, politici, economici e sociali di questo territorio non si mettono subito attorno ad un tavolo, per guardarsi negli occhi e decidere davvero cosa fare, non vedo davvero come questa tendenza al declino, e questa rassegnazione palpabile, possano essere sconfitte”. Marco Ciani, da metà ottobre segretario generale della Cisl di Alessandria e Asti, lo dice con il suo bell’accento veneto, ma da alessandrino d’adozione: “vivo ad Alessandria da tanti anni ormai, trasferito qui da Milano per amore. Qui ho famiglia, amici, progetti di vita e lavoro: e confermo che gli alessandrini sono persone accoglienti, aperte al confronto con chi viene da fuori. Semmai un po’ troppo critici fra loro, ma questo è comune a tanta provincia italiana”.

Marco Ciani è un funzionario di banca, e in quel comparto ha mosso i suoi Copia di Costituito a Tortona il Gruppo operativo "Panem Nostrum Everyday Nutrire Terdona" CorriereAl 9primi passi come delegato sindacale Cisl: “dal 2013 sono qui in segreteria, ad Alessandria, ed è certamente un onore essere stato scelto oggi per un ruolo così delicato: non che un sindacato da solo possa cambiare le cose, ma tutti insieme proviamoci, se non vogliamo trascorrere il prossimo decennio a ricordare come si stava bene un tempo”. Ciani sorvola, ma nel 2015 è arrivato anche primo nella graduatoria del master di specializzazione del centro studi di Fiesole, una vera  e propria ‘Università della Cisl”, fiore all’occhiello sul piano della formazione sindacale come dell’analisi dei dati economici. Il nuovo segretario generale della Cisl Alessandria Asti è uno che studia davvero dunque, e la realtà del mondo del lavoro di oggi la conosce bene. Proviamo a capire come vede la situazione, locale e non.

 

turistiSegretario Ciani, settimana scorsa Franco Armosino in Cgil, ci ha detto in sostanza: “ottima cosa il turismo, ma questa provincia senza attività produttive vere non va da nessuna parte”….

Non posso che concordare: il turismo è una risorsa straordinaria, ma non tutte le aree del paese possono vivere su un’economia di tipo ricettivo. Peraltro attenzione, questo vale anche per aree molto più ricche di storia, arte e bellezze naturali della nostra. Faccio spesso questo esempio: negli States, in Florida, hanno saputo costruire Disneyland praticamente su una palude, ed è diventata attrazione turistica mondiale. Un business di dimensioni enormi. In Italia abbiamo Pompei, che mi pare storicamente un po’ più rilevante di Disneyland, eppure non è certo la stessa cosa sul fronte della creazione di ricchezza, e di lavoro. Questo per dire che per vivere di turismo non basta avere in casa risorse culturali, artistiche o naturali, se manca un progetto per così dire industriale…..

 

A proposito di industria, segretario: i fronti di crisi sembrano Berutti (FI): "Mossi&Ghisolfi azienda strategica: la Regione che intende fare per sostenerla?" CorriereAlmoltiplicarsi….

M&G, Borsalino, Ilva, 3M per citare solo gli ultimi. Per non dire delle incognite sul futuro della Guala Closures, e di altre realtà a costante rischio di localizzazione. Il punto è che il sindacato, da solo, può cercare di fare bene il proprio lavoro, ma non basta. Credo che davvero oggi, in tutto l’alessandrino, ci si debba mettere tutti attorno ad un tavolo, guardarsi negli occhi e decidere che futuro vogliamo per i nostri figli…

 

Un altro tavolo di confronto? Non sono già tanti?

Non parlo di tavoli per la gestione di questa o quell’emergenza, che pure vanno fatti, ma ovviamente a quel punto giochi in difesa, cerchi solo di salvare il salvabile e limitare i danni. Mi riferisco alla necessità di essere propositivi, strategici, attrattivi. Riflettere sulla situazione, a partire dall’esistente, per capire se e cosa possiamo fare per invertire questo clima di declino, di ripiegamento costante. Mi riferisco a istituzioni, politica, sindacati, associazionismo d’impresa. università: tutti i soggetti che hanno un ruolo e un peso su questo territorio.

 

Obiezione, dottor Ciani: le idee camminano da sempre sulle gambe degli uomini, e in momenti delicati servono uomini (e donne) coraggiosi, e capaci di rischiare, guardando oltre il proprio interesse personale…ne abbiamo a sufficienza?

Capisco cosa intende: ma non possiamo stare ad attendere il fuoriclasse, il superman della situazione che ci trascini tutti quanti fuori dalla palude. Qui siamo, e da qui dobbiamo provare ad uscire, puntando su alcune leve fondamentali.

 

Università del Piemonte Orientale, CorriereAlNe citi almeno due…..

Università e trasporti.  L’Università ad Alessandria non è certamente più una start up, e abbiamo facoltà di ottimo livello, certificato, sia sul fronte dell’insegnamento che della ricerca. Eppure l’impressione è che la città e il territorio non facciano abbastanza per sfruttare questa risorsa, per integrarla davvero nel tessuto, e usarla come lievito per crescere.

 

Sui trasporti invece, che siano ferroviari o stradali, si può parlare Stazione Alessandriatranquillamente di ‘passo del gambero’, da decenni…

Lo so, ed è gravissimo. Alessandria ha una posizione logisticamente strategica, a 80-100 chilometri da tre città importanti, eppure sembra precipitata in una sorta di ‘buco nero’. Milano è a due passi, ad esempio, e collegamenti ferroviari veloci con la capitale lombarda sono essenziali, sia per permettere agli alessandrini di avere maggiori opportunità professionali, sia per cercare di diventare noi ‘attrattivi’ come residenza per tanti milanesi, che magari vivono nell’hinterland. Positivo che proprio in questi giorni si torni a discuterne: però bisogna riuscire ad elaborarare progetti concreti, e realizzabili. Poi, sempre in termini di trasporti, ma di informazioni e non di merci e di persone, c’è anche la questione, non irrilevante se si vogliono attrarre imprese e privati, della copertura del territorio sul fronte Internet: anche qui serve sicuramente un colpo di reni…

 

La provincia di Alessandria è vasta, segretario Ciani: il quadro è omogeneo?

La crisi economica morde ovunque, e anche di recente abbiamo avuto modo di confutare l’ottimismo forse eccessivo dei dati di Confindustria: è vero che l’export cresce, e traina l’economica alessandrina. E’ vero che molti indicatori sono in miglioramento rispetto ad un anno fa, ma ci pare che manchino ancora elementi per pensare ad una ripartenza di sistema: anzi, le criticità sono moltissima. La provincia di Alessandria, poi, è da sempre centrifuga, ogni distretto fa un po’ storia a sé, e c’è poca tendenza a fare squadra. Soprattutto, lo ripeto, a causa della debolezza del capoluogo, che anziché essere perno di progetti finisce col diventare un ‘buco nero’: non è bello affermarlo, ma far finta di niente non aiuta. Proviamo a ripartire da lì, e a costruire un progetto di vero sviluppo per il territorio. Come immaginiamo la nostra provincia nel 2030? Vogliamo provare a costruirlo, il futuro, o ci rassegniamo a prendere tutto quel che verrà, passivamente?

 

Camera di Commercio Alessandria e Asti: prove di un matrimonio annunciato CorriereAl 6Alessandria e Asti: un tempo provincia unica, ora di nuovo con orizzonti comuni: compresa l’organizzazione Cisl. Che differenze constata?

La provincia di Asti ha la metà degli abitanti di quella di Alessandria, e gravita fortemente attorno al capoluogo. Basta andarci, peraltro, per constatar che Asti è una città più vivace e più curata di Alessandria. L’economia astigiana, pur con i suoi problemi, è complessivamente più vitale di quella alessandrina. Insomma, sono messi un po’ meglio di noi.

 

Segretario Ciani, che 2018 ci attende?Ciani (Cisl): “Quale futuro vogliamo per il 2010, e possiamo provare a costruirlo?”. Industria, trasporti, università, e Alessandria ‘buco nero’ della provincia CorriereAl

Non possiamo prescindere dal quadro nazionale. Come Cisl, insieme a Cgil e Uil, in queste settimane siamo fortemente impegnati nella vertenza con il Governo Gentiloni sul fronte della legge di stabilità. Abbiamo fatto richieste precise (occupazione, giovani, pensioni, sanità, scuola), e chiediamo risposte altrettanto chiare. Stiamo portando le nostre istanze sui territori, con assemblee pubbliche a Novi, Casale, Alessandria. Ovviamente molto dipende dall’atteggiamento del Governo: se dovesse esserci totale chiusura, e le nostre richieste fossero rigettate, non escludiamo di alzare la voce, in varie forme. Vogliamo essere ascoltati insomma.

 

Poi ci saranno le elezioni politiche…

Altra grande incognita, comunque vada a finire. La Cisl ha una tradizione di imparzialità, a cui non intende derogare. Noi non facciamo politica, e non diamo indicazioni di voto:  portiamo avanti le istanze sociali, di tutela dei lavoratori a tutto tondo, dentro i luoghi di lavoro e nella necessità di servizi adeguati.

 

comune-alessandria-bandiereAnche alle recenti elezioni comunali alessandrine avete preferito non schierarvi, al contrario di altri: rapporto con la nuova amministrazione?

Ottimo. C’è un dialogo a tutto campo, in particolare con il sindaco Cuttica, che è persona credo stimata e apprezzata da tutti, al di là dell’appartenenza partitica. E’ certamente uno degli attori da cui, in questi anni, ci aspettiamo una spinta in avanti, e un approccio costruttivo, per il bene di questa città.

 

 

Ettore Grassano