1) Nei giorni scorsi ho letto un’intervista del Sindaco di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, sul tema alla lotta delle polveri sottili, dove elencava alcune idee tra cui pannelli di bosco verticale. Ma un articolo di fine ottobre merita di essere riportato per importanza del messaggio lanciato: “Coldiretti: “Puntare sul verde pubblico come antidoto allo smog”. La Coldiretti in rapporto al cambiamento del clima, dopo lunghi mesi senza pioggia, le polveri sottili e la cappa di inquinamento sulla Pianura Padana, consiglia di piantare più alberi non solo nelle aree pubbliche, ma anche nei giardini privati. Nell’articolo si legge: “Le piante concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi, ma in Italia ogni abitante dispone nella città capoluogo di appena 31,1 metri quadrati di verde urbano. Per questo sono importanti le misure di defiscalizzazione del 36% degli interventi su giardini e aree verdi private introdotte dall’ultima manovra. Una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, con un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno”. Coldiretti ha fatto bene a parlarne anche se non è una novità per me, è un argomento già trattato in una mia pagella il 26 ottobre 2016. Questa ‘formula’ viene utilizzata in molte città europee e il metodo è stato trattato ampiamente sul mensile “Le Scienze” (agosto 2016) con il titolo: “Piante contro l’inquinamento” e sul mensile “Benessere” (ottobre 2016) con il titolo “Questi alberi ci salvano la vita”. Argomenti trattati ambedue da esperti scientifici di fitorimediazione e fitorisanamento. Molto interessanti sono soprattutto le pagine di “Le Scienze” da cui si evincono i vantaggi della fitorimediazione, ovvero l’uso delle piante per la bonifica di aree inquinate, rispetto ai metodi tradizionali. Sarebbe “l’uovo di colombo” l’utilizzo degli alberi per estrazione e detossificazione delle sostanze inquinanti da terreni, acqua e aria, soluzione che dovrebbe essere presa in considerazione anche per l’economicità, basta informarsi ed aggiornarsi. Cito un titolo e link non troppo impegnativo nella lettura ma interessante: “La ricetta contro lo smog in città? Alberi, alberi, alberi. Torino infatti…” pubblicato pochi giorni fa.
Voto: 8
2) Pensioni: da una parte vitalizi e legge Mosca di “lor signori”, sul fronte opposto le pensioni dei comuni mortali, quelli che se la sono guadagnata realmente. E’ da anni che osservo le manovre governative sulle pensioni passate, presenti e future, lo sto facendo a partire dal governo Monti utilizzato come apripista creato ad arte dalle sinistre per prendersi il potere assoluto nel paese, visto che diversamente non gli sarebbe stato possibile. Lo dimostra chiaramente il “bliz” del 2011 di Napolitano & amici. A partire da Monti, cinque anni di governi messi sul trono d’ Italia dal “mago Merlino” Napolitano con le stesse formule dinastiche nel feudalesimo. Cinque anni atti a tagliare gambe e testa a lavoratori, famiglie, pensionati, rovinando il paese e imponendoci qualsiasi nefandezza inaccettabile, portando sfiducia nella cosiddetta politica, nelle istituzioni, nella giustizia. Ma non era la sinistra il partito del popolo? Sono nata nel dopoguerra e ho sempre sentito i discorsi dei grandi che dicevano che la sinistra stava dalla parte dei lavoratori e non dei padroni, gli scioperi sotto bandiere rosse recanti i simboli del lavoro, l’ottenimento dello Statuto dei diritti dei lavoratori, l’evento della scala mobile per evitare l’erosione dagli stipendi del costo della vita. Negli anni a venire tutte le conquiste civili di diritti e tutela sono state cancellate, al contrario per se stessi si sono dotati di tutto, e a questo banchetto la sinistra politico/sindacale si è aggregata, ha cambiato faccia e oggi, arrivata al massimo potere, ha dimostrato chiaramente da che parte sta: pensa solo a se stessa e al suo tornaconto. Da Monti a seguire ci hanno depredati: cinque anni a ridurre diritti, aumentare disoccupazione con leggi sul lavoro inaccettabili, e colpire le pensioni acquisite, le nostre ovviamente: ferme senza rivalutazioni da oltre dieci anni. Ma i loro vitalizi non si toccano!!!, e non si toccano neppure le pensioni che si sono regalati con la famigerata Legge Mosca. Chi della Legge Mosca ha goduto a piene mani, gratis senza aver mai lavorato e versato le famose marchette, non dovrebbe avere l’onestà di lasciare quelle risorse nelle casse INPS a favore di chi può contare solo su una pensione da 499 euro? Considerato che difendono a spada tratta le loro prebende, fra cui i vitalizi che non saranno eliminati neanche in questa legislatura, ma continuando ad “assottigliare” le nostre, cito come promemoria un titolo e link : “Pensioni d’oro. La legge Mosca del 1974 la diede a Napolitano e altri 40 mila”. Dopo la lettura sono concesse legittime incazzature!
Voto: 2
3) Monumento vittime alluvione posto all’angolo del parco Carrà. Avevo deciso di archiviare per un po’ l’argomento alluvione, quando un conoscente del quartiere che ogni giorno si reca al cimitero alessandrino, ed è anche affezionato lettore delle mie pagelle, mi ferma per fornirmi uno spunto. Non è la prima volta che mi si offrono suggerimenti che talora accantono, ma questa storia per come me l’ha raccontata ho deciso di trattarla. Al monumento delle vittime dell’alluvione viene concessa attenzione una volta l’anno, circa una settimana prima del 6 novembre. Una minima durata dell’addobbo, poi tutto gela e a seguire secca, e cominciano mesi di abbandono. Anche quest’anno ho notato la stessa dinamica. Cosa mi ha raccontato il cittadino osservatore attento? “A pochi giorni dall’anniversario osservavo grandi manovre: sostituzione della siepe ormai rada e rinsecchita, movimentazione del terreno secco che avrebbe dovuto essere una aiuola. Nei giorni a seguire l’addobbo e devo dire che il tutto presentava bene. Arriva il gran giorno e io sono sempre stato presente alla commemorazione. Pioveva dalla domenica e lunedì 6 novembre veniva giù di brutto, la terra movimentata era diventata morbida fanghiglia. Osservavo i bersaglieri e chi faceva foto con le scarpe nel fango ma la scena più interessante è stata quando le autorità politiche ed istituzionali hanno dovuto raggiungere il monumento per il tocco di rispetto, scarpe maschili o femminili non ne sono uscite bene”. Pur essendo un momento triste di ricordo e preghiera, il mio conoscente nel raccontarmi con dovizia ogni particolare mi pareva compiaciuto, perché a suo dire se di quella piccola porzione di aiuola/monumento i preposti durante l’anno avessero avuto cura in maniera consona, quel giorno non si sarebbero infangati le scarpe.
Il 6 novembre 2018 è lontano, ma forse è il caso di cominciare a pensarci: un po’ per rispetto delle vittime, e un po’ a salvaguardia delle calzature delle autorità l’anno prossimo!
Voto: 2