Su quella poltrona si sono seduti in molti fra cui Fabrizio Palenzona, Alessandro Repetto (all’epoca presidente della Provincia di Genova), Bruno Binasco (ex manager del gruppo Gavio), Daniele Borioli (senatore Pd, ultimo ad avere assunto l’incarico). Adesso quella sedia che decisamente scotta è pronta ad accogliere Cesare Rossini, classe 1968, avvocato e un passato fatto di incarichi legali, di ruoli in consigli di amministrazione, di commissario della Comunità Montana Terre del Giarolo, di amministratore unico della Farmacom di Tortona e anche di una presidenza onoraria dell’Alessandria Calcio. L’assemblea dei soci della Fondazione Slala – Sistema logistico del nord ovest d’Italia lo ha eletto all’unanimità. Ma cosa farà Rossini? Cosa potrà smuovere in una Fondazione che da anni viene data per essere messa in liquidazione, però all’improvviso all’ultimo minuto risorse con l’assegnazione di una nuova presidenza? A oggi non si sa.
La storia di Slala, nata nel 2003 come società Srl e poi trasformata nel 2007 in Fondazione, è costellata di pochi progetti. Peraltro terminati una decina di anni fa. E allora di cosa vive? Di fondi degli enti pubblici che hanno contributo a mantenerla in vita. Peccato che a pagare siano in pochi e quindi per fare fronte alle spese si intacchi il capitale. Le spese. Ma per cosa, visto che non produce nulla da tempo? Assicurare il funzionamento del piccolo apparato interno, è la risposta apparente. Peccato che già nel 2013, l’assemblea della Fondazione, allora guidata da Alessandro Repetto, aveva messo all’ordine del giorno la “proposta di scioglimento e messa in liquidazione”. Nel verbale sono evidenziate “le recenti divisioni tra gli enti fondatori di Slala in merito alla realizzazione del Terzo Valico, che rappresentano un indice fortissimo dello svuotamento di obiettivi della Fondazione e di impossibilità di questa di proseguire la propria attività”. Il verbale prosegue poi aggiungendo che “il Comitato all’unanimità concorda sull’opportunità di valutare l’ipotesi della messa in liquidazione della Fondazione, e conferisce allo scopo ogni più ampio mandato, nessuno escluso o eccettuato, al presidente e al direttore per avviare i contatti con la Prefettura di Alessandria”. Prefettura che deve quindi vigilare sugli sviluppi. Intanto di liquidazione neanche l’ombra.
Dal 2013 al 2017, quando viene eletto Rossini e stabilito che il nuovo assetto “non prevederà più la figura del direttore generale e che l’utilizzo della sede non sarà più oneroso”. La vocazione di Slala? “Necessita di allargarsi su scenari più ampi, dal momento che la stessa prevede il coinvolgimento di diverse realtà, anche liguri”. Così Rossini dovrà “sviluppare progetti non solo legati alla logistica delle merci, ma anche delle persone”, il tutto “agendo sinergicamente e facendo squadra con la Camera di Commercio di Alessandria, la Camera di Commercio delle Riviere Liguri, la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, la Provincia di Alessandria e il Comune di Novi Ligure”.
Cosa accadrà? Mistero. Quel che sembra certo è che sia arrivato alla fine l’incarico di direttore affidato ad Antonino Andronico. Un incarico rinnovato per l’ennesima volta il 24 marzo 2017 e con scadenza al 31 dicembre in quanto “il progetto alla base del contratto non è stato ancora completato”. Quale? E a proposito di costi, ecco il compenso: 16.000 euro al lordo delle trattenute previdenziali e fiscali di legge. Tanto? Poco? La risposta è sul verbale del 9 ottobre scorso del Consiglio generale e del Consiglio di amministrazione di Slala. Alla specifica domanda, Andronico replica che “in un’ottica di riduzione dei costi, il compenso ammonta solo ad una cifra pari al rimborso della spese di viaggio e trasporto che sostiene mensilmente”. Quindi i 16.000 euro sono pari a circa 1.333 euro al mese per il viaggio di andata e ritorno da Novi Ligure.
Slala è (e non è) questo e molto altro. Alla prossima puntata.