A venti anni dalla tragica e impunita alluvione del Tanaro, non è stato fatto quanto impedisca il ripetersi dell’evento: liberazione di aree di esondazione a monte, demolizione di case e fabbriche a monte e dentro Alessandria.
Fu invece abbattuto un incolpevole ponte storico per costruirne uno ormai inutile, banale e costosissimo. Adesso (in piena siccità) è stato organizzato un corteo di protesta in Regione ma non per rivendicare effettive opere di prevenzione bensì… per tagliare dalle sponde del fiume gli alberi che invece servirebbero a rallentare la corsa della piena.
Altra cosa è sgombrare gli ostacoli in prossimità dei ponti o rimuovere isole di detriti. Non ci si vuole mettere in testa che ogni fiume, da milioni di anni, ha diritto naturale di esondare e dunque l’uomo deve lasciargli libere queste aree.
E inoltre approntare i piani di allarme emergenza evacuazione, che nel ’94 avrebbero salvato la vita a 12 persone e limitato i danni.
Resto interdetto quando persone come Cavalchini e don Ivo assecondano iniziative tipiche dello struzzo: almeno lui la testa la nasconde sotto la sabbia e non sotto l’acqua.
Lino Balza – Alessandria