Ora è ufficiale: Rapisardo Antinucci è il primo candidato alla segreteria cittadina del Partito Democratico di Alessandria, in vista del congresso di circolo che si terrà domenica mattina alle 9,30 alla ex Tagliera del Pelo. A sostenerlo sono, in maniera congiunta, la corrente renziana e quella orlandiana del partito.
Per capire se si va verso la candidatura unitaria, o se invece i sostenitori di Vittoria Oneto a livello provinciale (fondamentalmente la ‘corrente’ che fa capo all’ex sindaco di Alessandria Rita Rossa e all’ex presidente della Provincia Paolo Filippi, oltre al parlamentare casalese Fabio Lavagno) giocheranno una carta alternativa, occorrerà attendere fino a sabato, o forse addirittura a domenica mattina. In teoria, infatti, nulla vieta ad un candidato o candidata di presentarsi anche direttamente all’apertura dei lavori del congresso cittadino.
Di sicuro non sarà però Daniele Coloris, coordinatore uscente, che ieri ha sciolto le riserve, confermando: “Non mi candido, credo che in questo momento delicato per il partito sia assolutamente necessario ripartire da una soluzione unitaria, e lavorare tutti insieme per far ripartire il PD”. Ad Alessandria e non solo, considerato che, in caso di riconferma come coordinatore provinciale del renziano Fabio Scarsi, Coloris sarà uno dei due ‘vice’ in segreteria, affiancando il novese ‘orlandiano’ Otello Marilli.
Oggi però i riflettori sono tutti puntati su Rapisardo Antinucci, alessandrino d’adozione e ‘per amore’.
Antinucci ha una storia politica di spessore, e radici socialiste: è stato in passato consigliere regionale in Lazio, parlamentare ed europarlamentare, ma da tempo si dedica a fondo alle questioni locali, che mostra di conoscere a fondo.
“Domenica – spiega – dobbiamo riuscire tutti insieme a chiudere una pagina, e ad aprirne una nuova. Il PD ad Alessandria ha subitò di recente due sconfitte, sia pur fra loro ben diverse: alle comunali abbiamo perso per decisione degli elettori, che hanno preferito riconsegnare l’amministrazione della città al centro destra; alle provinciali hanno deciso gli amministratori locali, ma anche qui abbiamo responsabilità evidenti”. Non crede, Antinucci, alla ricerca del capro espiatorio, e anzi rende all’ex sindaco Rossa l’onore delle armi: “Credo che i 5 anni di amministrazione Rossa siano stati positivi, si è partiti da una situazione pregressa disastrosa, e si è riusciti a risanare i conti, e a far partire numerosi progetti, che ora chi amministra si trova a dover gestire e sviluppare. Però abbiamo certamente commesso anche degli errori, altrimenti non saremmo a questo punto”.
Già, ma quali? Rapisardo Antinucci ha le idee chiare, e li enuncia con sintesi efficace: “Prima di tutto incapacità di fare coalizione, di condividere scelte e percorsi con gli alleati. Guardatevi la foto della prima giunta Rossa, dice tutto: lì ci sono, oltre alla sindaca, altri due candidati sindaco del 2017: Trifoglio e Ivaldi (senza dimenticare Cesare Miraglia, negli ultimi 15 anni figura significativa del centro sinistra alessandrino, con rapporti via via sempre più ‘conflittuali’ con l’ex sindaca Rossa, ndr). E’ evidente allora che qualcosa non ha funzionato, e che dobbiamo costruire, anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali (politiche 2018, regionali e comunali 2019) un percorso diverso e condiviso con le diverse componenti del centro sinistra”.
Poi il diritto alla sicurezza, “valore di sinistra, che ci siamo fatti scippare dalla destra: i cittadini hanno assoluto diritto di sentirti sicuri e difesi, così come occorre tornare ad essere attenti alle piccole cose del quotidiano. Per tante persone strade pulite e verde pubblico curato contano assai più che 25 milioni di euro stanziati per la Cittadella”. Una riflessione è diretta anche a Palazzo Rosso, “macchina burocratica complessa, che si poteva e doveva riorganizzare meglio in questi cinque anni”, e al centro destra locale: “sono partiti male, non si è vista neppure la luna di miele con gli elettori: semmai provvedimenti inefficaci come l’ordinanza anti accattonaggio, e scelte sbagliate come la chiusura del teatro, o discutibili come l’assunzione di un nuovo capo di gabinetto”.
Al Pd dunque, secondo Antinucci, il compito di ricominciare a fare opposizione seria in città: “da lunedì, tutti uniti comunque vadano i congressi di circolo e il provinciale, dobbiamo ricominciare a fare politica fra la gente, ascoltare non solo gli iscritti ma tutti i cittadini, e trasformare le loro esigenze e i loro bisogni in proposte concrete”.
Fin qui in sintesi l’analisi dell’aspirante segretario alessandrino del PD Rapisardo Antinucci. Entro domenica ci saranno candidature alternative, o si va verso una soluzione unitaria? E che succederà in tutti gli altri circoli provinciali, che devono eleggere (gli iscritti complessivi al PD sono poco più di 1.700) i 90 delegati dell’assemblea provinciale del partito?
Su quel fronte in realtà la tensione sale di ora in ora, e anche se non esistono dichiarazioni ufficiali da parte di nessuno, più d’uno a mezza voce conferma che ‘volano stracci’. Si parla di contestazioni di tipo tecnico sul computo dei voti in alcuni circoli, e sarebbe stata contattata, da parte del comitato che sostiene la candidatura di Oneto, la Commissione congressuale di Torino, per chiedere chiarimenti su come procedere. Al’orizzonte si profilano ricorsi, e magari una richiesta di commissariamento? E’ presto per dirlo, ma certamente il clima all’interno del Partito Democratico alessandrino è tutt’altro che sereno.
Il dato parziale di questi giorni vede il segretario provinciale uscente Fabio Scarsi (sostenuto da renziani e orlandiani) in vantaggio piuttosto netto rispetto all’ex assessora alessandrina Vittoria Oneto. Ma i circoli dei centri zona (a parte Valenza, dove è finita 3 a 2 per Scarsi) votano quasi tutti nel week end.
Di seguito, alcune riflessioni del coordinatore uscente del circolo Pd di Alessandria Daniele Coloris:
“Domenica 22 ottobre, con il congresso locale, terminerà il mio mandato come segretario cittadino del Partito Democratico di Alessandria formalmente e anche praticamente avendo deciso di non ricandidarmi.
“Un anno vissuto pericolosamente” riprendendo il titolo di un film compariva come intestazione, scherzosa ma sincera, di un articolo su una testata locale (CorriereAl, ndr): iniziato nell’estate 2016 l’incarico della mia segreteria è stato infatti caratterizzato da impegni importanti e senza sosta (ristrutturazione del Partito, referendum, iniziative, congressi e primarie, elezioni comunali) che di certo non ci hanno fatto annoiare.
Con una punta di orgoglio penso che si possa tracciare un bilancio positivo di queste attività, per impegno ma anche risultati; sono aumentati gli iscritti, le iniziative sul territorio ma anche sul web, il Pd in Alessandria con la mozione a sostegno di Renzi ha ottenuto uno dei risultati più brillanti con oltre il 74%, nel dicembre scorso abbiamo eletto due consiglieri provinciali aumentando di un’unità e, nella pur sfortunata elezione comunale pur a seguito di 5 anni di ottima amministrazione, il partito ha aumentato di oltre 1000 (4% in percentuale) voti il proprio consenso rispetto al 2012, diventando il primo partito in città. Aggiungiamo anche il coinvolgimento di persone nuove e giovani che si sono candidate o iscritte con noi. È evidente che c’è ancora molto da fare, le sezioni e la territorialità sono ormai un ricordo, in questo periodo di opposizione in città è necessario rafforzare il ruolo del partito e renderlo centrale rispetto alle dinamiche provinciali. Un compito gravoso nel quale dobbiamo sentirci tutti coinvolti.
Ho ritenuto di non presentare la mia candidatura al circolo di Alessandria, pur ringraziando i numerosi che me lo hanno proposto, per due motivi; i congressi che stiamo affrontando sono, O almeno dovrebbero essere, la ratifica di quanto gli iscritti hanno già stabilito nei congressi nella primavera scorsa, dove i risultati sono stati chiari, ulteriori divisioni al nostro interno risultano poco comprensibili e finiscono per allontanarci dalla politica vera, quella che tutti giorni si fa a contatto con i cittadini. Aggiungere confusione non giova a nessuno e credo che in questi momenti debba prevalere il senso di responsabilità e appartenenza. Altro motivo è dato dalla possibilità di riprendere in maniera e con un ruolo importante il lavoro nel PD provinciale, sulla base di quanto fatto gli anni scorsi e ovviamente di ripartire sul territorio e sui temi, affrontando le questioni principali e particolarmente gravose.
Da ultimo, nell’augurare buon al lavoro ai nuovi prossimi segretari, e nel ringraziare tutti quelli che hanno collaborato e lavorato con me, credo anche importante valorizzare il patrimonio umano storico e di nuova acquisizione in città; il nostro partito ha bisogno di menti e soprattutto braccia forti”.