CAMPIONATO NAZIONALE DI CALCIO – SERIE C
Girone A-Stagione 2017/2018–VII d’Andata
Alessandria 1 – Prato 0
Si ritorna al Mocca e sfidiamo un club nostro avversario storico. Un Prato giovanissimo, poco più di una Berretti, che nel turno precedente si è beccato 5 gol in casa dalla Carrarese nonostante fosse andato in vantaggio per primo, e oggi deve far conto con l’assenza di 4 titolari.
Tra le fila mandrogne reduci dal pareggino in rimonta di Monza invece, a parte il lungodegente Vannucchi e lo squalificato Nicco, tutti abili e arruolati.
Vista così ci sarebbero tutti i presupposti per applaudire la prima vittoria grigia di questo campionato, ma adesso vediamo che succederà in campo: cosa che, è banale dirlo, è l’unica cosa che conta davvero.
Comunque mi aspetto, al di là del risultato, una prestazione convincente da parte dei ragazzi di Stellini. Mi aspetto soprattutto di vedere una squadra equilibrata, organizzata, coraggiosa e consapevole dei propri mezzi che gioca al calcio e non si limiti a “giocare al pallone”, come abbiamo visto fare troppo volte in questo inizio di campionato dai Grigi.
Se queste erano le aspettative prima della partita già leggendo la formazione mandrogna una cosa salta agli occhi: la confusione che regna nell’individuare formazione e interpreti adeguati per i ruoli. Infatti sta fuori Casasola
(direi fin qui il giocatore più positivo ed eclettico di queste prime battute stagionali), si ritorna prepotentemente al 3-5-2 e stavolta con un difensore puro da una parte (Celijak) e un difensore di sopporto (Pastore) dall’altra. Ritorna in mezzo al campo Branca (mezzala sinistra, debbo ammettere che a Monza ci era mancato…) e Ranieri mezzo destro con Gazzi a fare il play.
Quanto a squadre organizzate e coraggiose una al Mocca comunque l’abbiamo vista: il Prato. I toscani infatti, pur con i limiti dovuti alla giovane età media, ad una presenza “fisica” non certo erculea e a limiti tecnici evidenti sono arrivati in riva al Tanaro dotati di tanti ragazzini al loro primo impatto con il calcio professionistico e hanno “fatto” la partita, menando la danza e spostando sempre il pallone sotto gli occhi stralunati dei giocatori Grigi.
I nostri, da parte loro, hanno aspettato il Prato appostati sulla propria tre quarti (così da ridurre i rischi dell’imbucata al minimo) ma assolutamente disarmati e incapaci di produrre una qualche azione che avesse la dignità di chiamarsi tale. Il tutto per…..un’ora di gioco. Poi però, direste voi senza aver visto la partita, li abbiamo asfaltati: macchè.
Al 55’ invero abbiamo apprezzato un numero di Gonzalez che non ha portato a nulla, poi arriva il rigorino su Bunino ma Bellomo se lo fa parare da quel portiere giovanissimo, pittoresco e bravo che si chiama Sarr. Al 82’ una buona opportunità ancora per i Grigi capitata sui piedi (sbagliati) di Russini e poi De Angelis, un nome una garanzia, fischia un secondo rigore a favore dei padroni di casa per un mani in area toscana alla fine di un’azione evidentemente viziata da un fallo precedente sull’ottimo Ceccarelli.
E il Prato non è mai stato pericoloso? Almeno una volta, all’11’, ma ho capito di non essere granchè ad individuare le occasioni da gol. Per cui mi limito a riportare quello sostenuto in sala stampa dal sostituto (in tutto e per tutto) di Stellini squalificato, secondo il quale abbiamo creato “parecchie occasioni da gol“.
Purtroppo io dalla tribuna sono riuscito a vedere solo “qualche possibile opportunità da gol” oppure “qualche azione mandrogna con palla indirizzata nei pressi della porta avversaria”, ma forse a Coverciano hanno deciso di unificare tutte le vere e presunte azioni d’attacco in “occasioni da gol”. O almeno qualcuno vuole farcelo credere.
L’importante è che questo qualcuno sappia che sta menando il can per l’aia. Perché, se così non fosse, quella ottenuta stasera contro il Prato sarebbe la vittoria più rovinosa dell’era Di Masi: meditate gente, meditate.
LE PAGELLE
Agazzi – 6 – Sicuramente poco impegnato, commette due errori veniali ininfluenti.
Gozzi – 6 – Deve spesso uscire dalla sua linea per prendere il portatore di palla pratese centrocampista o esterno. La mossa, ci dicono, era stata preparata prima della partita: ma il mister è sicuro d’aver individuato il giocatore giusto per un compito che obbliga un giocatore di quella stazza e con quelle caratteristiche tecniche ad avventurarsi in improbabili chiusure laterali a 40 metri da Agazzi?
Giosa – 5,5 – Appena uscito da un problema fisico gioca così così in mezzo alla difesa e si infortuna nuovamente.
Fissore (dal 67’) – sv – Rigido, da qualunque parte lo si guardi.
Piccolo – 6 – Mi è parso, ancora una volta, il più ispirato della difesa. Dopo un’ora è sostituito e si passa alla difesa a 4.
Bellomo – (dal 60’) – 5 – Si impossessa della palla per battere dagli undici metri al 75’ ed è stregato dalla danza belluina di Sarr che lo sconcerta durante la rincorsa per la battuta. Poco prima e poi dopo non è mai determinante né presente nel vivo del gioco.
Celijak – 5,5 – Stavolta gli viene imposto di fare il quinto a destra, mestiere non squisitamente nelle sue corde. Al punto che quando il Prato decide di lasciar libero di giocare qualcuno dei nostri la scelta ricade sempre sul biondone slavo. Lui crossa bene una volta e sbaglia altre tre volte. Domanda: perché manovrare e cercare di portare al cross siffatto giocatore quando la qualità media della sua giocata è tipica del terzino e non dell’attaccante?
Ranieri – 5 – Stavolta lo vediamo operare mezzala destra di un centrocampo dispari: ops…Vista la sua nota prestanza fisica, la sua poca propensione a buttarsi negli spazi in area avversaria e un cambio di passo a dir poco inadeguato mi pare che si sia deciso prima di farlo giocare a tutti i costi e poi si sia trovata la sua posizione in campo, l’unica cioè che era rimasta libera… Comunque sia ancora lontano da un rendimento accettabile.
Fischnaller (dal 60’) – 5 – Per lui solito tran tran da subentrato: due fiammatine e mai un gesto incisivo.
Gazzi – 5,5 – Il più positivo del centrocampo e, in almeno due occasioni, autore di contrasti fondamentali.
Branca – 5 – Corre, corre e non porta a casa mai niente. Stavolta ha la palla sul sinistro per tirare da fuori ma lascia partire due stracci bagnati di cui uno rimpallato.
Pastore – 5 – Essere passerotto di piccolo passo. Poco prestante quando è chiamato a difendere, di poca sostanza quando attacca. Due buone opportunità per rendere la propria azione incisiva le avrebbe pure ma, per demerito suo e per meriti degli avversari, neppure stavolta riesce a farsi notare in senso positivo.
Bunino – 6 – Giocare centravanti di una squadra che propone il gioco asfittico tipico dell’Alessandria attuale deve risultare una punizione divina e ci chiediamo quali sono i peccati che il ragazzo deve scontare. Tra l’altro sarebbe a suo agio nei fraseggi rasoterra e in suo onore Stellini preferisce la manovra sugli esterni. Voleva battere il primo rigore, dopo esserselo procurato, ma, sbagliare per sbagliare, ci pensa Bellomo.
Marconi (dal 82’) – 6 – Arriva il secondo penalty e spiazza con freddezza il pirotecnico Sarr.
Gonzalez – 5,5 – Sbaglia tocchi elementari ma all’11’ e al 15’ suggerisce bene per Bunino e Branca. Quando ci pro da solo non cava un ragno dal buco
Russini (dal 60’ ) – 5 – Entra per fare il 4° a destra del centrocampo. Ha la palla giusta prima del rigore (82’) ma la sparacchia fuori malamente.