Sabato 23 dicembre a Cervia, in Emilia Romagna si è disputata la prima gara del circuito IronMan in Italia.
Tra i 2500 atleti professioni e amatoriali, provenienti da più di 70 nazioni diverse, era presente anche il monferrino Luca Gioanola, già sindaco di Mirabello Monferrato e assessore del Comune di Casale Monferrato, dal 2015 atleta Age Group di triathlon nelle file della squadra Frecce Bianche Triathlon di Alessandria.
IronMan significa cimentarsi consecutivamente in tre discipline sportive: si parte nuotando in mare per 3,9 km, si prosegue con la frazione ciclistica di 185 km e si conclude con la maratona di 42,2km di corsa.
Si tratta della gara più lunga del triathlon, denominata per la sua durezza IronMan.
Si è trattato del primo IronMan lungo organizzato in Italia e anche della prima gara di questa lunghezza per Luca Gioanola, che con un’ottima prestazione ha chiuso la gara in 12 ore e 20 minuti. Un tempo da incorniciare considerando un imprevisto importante nella frazione ciclistica che avrebbe potuto determinare il ritiro dell’atleta monferrino.
La prima frazione di nuoto di 3,9km in mare è stata chiusa dall’atleta delle frecce bianche in 1h27, tenendo un buon ritmo, ma senza forzare e dosando le energie per le frazioni seguenti.
“Al termine del nuoto – dichiara Gioanola – sia le sensazioni che le energie erano positive. La frazione in bici inizia e prosegue molto bene. Mi sentivo a proprio agio con il mezzo e con il percorso”.
Sono 185 i chilometri da percorrere in bicicletta, su due giri, da Cervia alla collina di Bertinoro, sopra Forninpopoli. Un bel paesaggio, le saliere di Cervia, i fenicotteri, le vigne del Rubicone, la salita, la collina.
Si va veloci, 34km/h circa di media per l’atleta monferrino, 80-85 pedalate al minuto costanti, 142-147 battiti al minuto. Anche la nutrizione è come da programma: un quarto di barretta con carboidrati ogni mezz’ora, un sorso d’acqua dalla cannuccia ogni 15 minuti. Ottima velocità, ottime sensazioni, senza forzare, anche in salita, per dosare le energie in vista della successiva maratona. I sorpassi sono tanti, più di cinquanta.
“Ero felice di essere lì – continua l’ex assessore casalese – in quel momento, a proprio agio, con tutto sotto controllo. Il nuoto è andato bene, la transizione pure, la bici sta andando molto bene. Così fino al 135mo km di bici”.
Poi, l’imprevisto: la valvola del tubolare cede, e la ruota posteriore scende a terra. Nessun modo di riparare quel tipo di danno in corsa, e così gli ultimi 50km l’atleta monferrino li percorre con la ruota dietro a terra.
“Ho mantenuto le 80-85 pedalate al minuto per non perdere il ritmo, ma i battiti sono saliti a 155-160 bpm e la velocità media è scesa a 22-27 Km/h, non potevo e non dovevo andare più veloce. Già così facendo stavo sottraendo energie fondamentali per la maratona e stavo mettendo al limite le gambe, se avessi aumentato il ritmo e la potenza avrei sicuramente dovuto ritirarmi. La ruota a terra, scivolava in curva, in discesa ed era pesante”.
Così, nonostante la gravosità dell’imprevisto, km dopo km, i 185km sono stati chiusi in circa 6 ore, con la ruota posteriore a terra dal 135mo km al 185mo km, per 50km.
“Al termine della seconda frazione, avevo le gambe rigide, incandescenti. Il pensiero di ritirarmi mi è passato per un attimo in testa, in fondo avevo fatto 50km di bici con la ruota sgonfia, potevo averne pieno diritto”.
Invece, dopo una decina di minuti di pausa e di stretching, l’atleta delle frecce bianche decide di ripartire per affrontare l’ultima frazione, la maratona di 42,2km.
“I 50 km in bici con la ruota posteriore a terra si erano fatti sentire sulle gambe. E allora la strategia doveva cambiare, l’obiettivo non doveva essere fare il mio miglior tempo, ma gestirmi al meglio, per arrivare alla fine, sulle gambe e senza incidenti. Così corro sui 5’40 – 6’20 al km, con il cuore a circa 140 – 144 battiti al minuto. Avrei avuto decisamente del margine, ma non potevo né forzare, né rischiare”.
E così si chiude anche la maratona, in 4h20.
Il tempo totale: 12h22 per i 3,9km di nuoto, il passaggio in zona cambio, i 185km in bici, il passaggio in seconda zona cambio; la maratona con i 42,2 km/h.
“Ringrazio mia moglie Maria Chiara e i miei figli Pietro, Filippo, Matteo. Perché gli allenamenti richiedono molto tempo e perché durante la gara mi hanno dato una grande carica con il loro tifo. Ringrazio Luca Molteni, il mio coach Stefano Davite e Ivano Rivera, coach e Presidente, della squadra, le frecce bianche triathlon di Alessandria, di cui ho il grande piacere di fare parte. Gianni Pederzolli, direttore sportivo, che mi fa il piacere di essermi da meccanico”.
E ora si riparte per preparare le ultima tre gare della stagione. Il Triathlon sprint di Savona, previsto il 15 ottobre, il triathlon MTB sprint di Varigotti, previsto il 22 ottobre e infine il duathlon sprint di San Martino Siccomario, previsto il 5 novembre. Mentre per il prossimo IronMan e altre sfide, bisognerà attendere il 2018.