No comment! [Psicologia in pillole]

sara-poggiodi Sara Poggio

 

 

In questi giorni fa discutere la scelta di CorriereAl di eliminare la possibilità di commentare gli articoli.

Spesso si vede, anche sotto i post più innocenti, il proliferare di teorie bislacche sulle più assurde cospirazioni contro di noi da parte di non meglio definite “lobby” o “poteri forti”, scatenando un’arena virtuale dove il linciaggio verbale (e spesso anonimo) risulta essere l’arma per eccellenza.

Molti studi psicologici si sono concentrati su come nascano e si mantengano vive le idee complottiste e sui motivi per cui ci sentiamo più liberi di essere aggressivi e offensivi quando siamo in rete. Una teoria cospirazionista viene definita come un’affermazione non verificata di un complotto, che non si presenta come la spiegazione più plausibile di un certo evento e che fa riferimento a fatti e implicazioni di tipo sensazionalistico; postula inoltre la presenza di cospiratori eccezionalmente malvagi e straordinariamente competenti, si basa su prove deboli e tende ad auto-proteggersi dalla confutazione empirica.

Ma quali sono le variabili che possono determinare una maggiore propensione a sostenere queste teorie? Alcuni studiosi hanno dimostrato come il semplice fatto di leggere dichiarazioni cospirazioniste riguardanti la morte della principessa Diana porti ad una maggiore inclinazione a credere a queste stesse teorie.

È interessante notare come, in realtà, i soggetti non siano consapevoli di questo No comment! [Psicologia in pillole] CorriereAlcambiamento: esiste quindi una sorta di impatto nascosto delle teorie del complotto sulle nostre convinzioni.

Questo appare subito come un potenziale problema, visto che i mezzi di comunicazione odierni permettono il proliferare indiscriminato di queste “informazioni”.

È come se ci facessimo contagiare da questi virus che circolano sul web senza essere spesso essere in grado di mettere in atto, sia a livello personale che istituzionale, una risposta immunitaria adeguata. Questa forma di “contagio emotivo” è più frequente per alcune aree della vita umana, purtroppo non tra le più positive: nei comportamenti trasgressivi, nei comportamenti autolesivi e suicidari; nelle abitudini di consumo e nei comportamenti finanziari.

Più inquietante è il contagio che ci induce a condannare sommariamente e a riprodurre forme di linciaggio sia pure solo mediatico. Quando dissentiamo da un’opinione o ci facciamo un’idea su un caso di attualità è come se dovessimo stabilire con velocità l’assoluta veridicità del nostro punto di vista, scatenando un agonismo perenne e un odio che riesce a palesarsi anche sotto un video di gattini. Odiando in gruppo, riusciamo a superare le antipatie e le incomprensioni reciproche, sia pure solo per un attimo nell’entusiasmo passeggero di un clic.

Allora, forse, alla luce di queste riflessioni, qualcuno si dovrebbe prendere la responsabilità di essere vaccino (e non censore) di bufale e offese, per aiutare chi ha il sistema immunitario più fragile a difendersi da questa peste nera.

 

Bibliografia:

http://www.stateofmind.it/2015/10/teorie-cospirazioniste-psicologia-sociale/
http://www.stateofmind.it/2015/10/emozioni-viralita-online/

 

Dr.ssa Sara Poggio-Psicologa, Psicoterapeuta Cognitiva
In Forma Mentis-Studio di Psicologia e Chinesiologia, Acqui Terme
poggio_sara@libero.it