“Gianfranco Baldi è un ottimo sindaco, tanto che i suoi concittadini a Cassine lo hanno riconfermato. Conosce a fondo i problemi degli amministratori locali, e in passato ha mostrato grande coerenza anche sui temi ambientali. Credo sia una candidatura vincente, con ottime probabilità di conquistare Palazzo Ghilini”. Con Massimo Berutti, consigliere regionale di Forza Italia (e in passato sindaco di Tortona) ci concediamo, alla ripartenza dell’atttività politica a Torino, così come ad Alessandria e a Roma, una chiacchierata ‘a tutto campo’. Che parte appunto dalla scadenza più immediata, ossia dalle imminenti elezioni provinciali ‘di secondo grado’ (in cui a votare sono solo i consiglieri dei 190 comuni del territorio alessandrino), per poi arrivare a discutere dello scenario nazionale e regionale.
Il nome di Massimo Berutti, in queste settimane, circola con insistenza anche tra i ‘papabili’ per uno scranno in Parlamento (alla Camera, ma anche al Senato), ma lui minimizza: “è presto, ci sono ancora troppe incognite per capirci qualcosa”, pur non tirandosi indietro: “sono comunque l’unico consigliere regionale alessandrino di centro destra”. Come a dire che, se non ci saranno troppi ‘paracadutati’ extra piemontesi, e se non torneranno in campo esponenti della vecchia guardia (Berlusconi però pare orientato a rinnovare parecchi i ranghi), Berutti un pensierino sulla candidatura di primavera certamente potrebbe farlo.
Consigliere Berutti, si metta nei panni di un sindaco alessandrino, o di un consigliere comunale (in passato è stato entrambi, ndr): per chi voterebbe alle prossime elezioni provinciali?
(ride, ndr) Certamente per Gianfranco Baldi, non ho dubbi. Certo, molti penseranno ‘perché è di centro destra’, ma è solo questo. L’attuale sindaco di Cassine conosce bene le esigenze dei piccoli comuni, ma anche dei centri zona. E ho ragione di credere che sia in grado di dare voce e autorevolezza alle tante situazioni di evidente disagio che oggi vengono tenute sopite, sottotraccia….
Si dice che comunque le Province non ci sono più, o comunque non servono a nulla…
Enorme equivoco, causato del resto da una delle peggiori leggi, in assoluto, che il Parlamento abbia partorito negli ultimi 10 anni, e forse più. Le Province esistono, e rappresentano uno ‘snodo’ amministrativo territoriale fondamentale. Non solo: continuano a doversi occupare di strade, edilizia scolastica, ambiente. Temi da far tremare i polsi, soprattutto oggi, con le casse vuote. Il presidente della Provincia però ha un ruolo essenziale: e certamente sarebbe preferibile che ad eleggerlo fossero i cittadini. In ogni caso, confido in Baldi: che con Cuttica potrebbe costruire un tandem efficace.
Intanto voi in Regione avete ripreso l’attività. Il centro sinistra gonfia il petto, e si vanta di aver risanato i conti. Fra la gente però ci vanno sempre meno, perché tra sanità, trasporti e migranti, almeno in province come la nostra, la sensazione è quella dell’abbandono del territorio in mano ai sindaci, appunto, e tanti saluti… Qual è davvero la situazione?
Il punto è proprio questo: risanamento o abbandono? I piemontesi, non solo alessandrini, hanno la netta sensazione di essere stati abbandonati al proprio destino da un centro sinistra assolutamente torinocentrico. Per Chiamparino e per il suo entourage la Regione coincide con la città metropolitana di Torino, e gli altri che si arrangino. In provincia di Alessandria, poi, la situazione è particolarmente evidente: basta vedere come si sono mossi sul fronte sanità, ma anche verificare in quali condizioni si trova il trasporto pubbico locale…..
A proposito di sanità, consigliere Berutti: lei rimane favorevole alla realizzazione di un grande ospedale di eccellenza?
Assolutamente sì…è da lì che si sarebbe dovuti partire, non certo dallo smantellamento della rete di presidi ospedalieri esistente, oggi fortemente indebolita senza che ad Alessandria esista un ospedale moderno, attrezzato sia logisticamente che per risorse a far fronte ai bisogni di tutta la cittadinanza. Rimango convinto che un ospedale all’avanguardia, con l’ambizione di diventare IRCCS, e di consentire anche il radicamento nel nostro capoluogo della Facoltà di Medicina, sia il modo migliore per far fronte al bisogno crescente di sanità, ma anche per fare da traino ad un’economia evoluta, ad alto valore aggiunto. Purtroppo c’è chi non sembra pensarla allo stesso modo, preferendo disinvestire sulle periferie.
Sul trasporto pubblico locale ci sono novità all’orizzonte?
E’ un comparto in grande difficoltà. In un primo momento pareva che il compito di indire le gare venisse affidato alle Province poi, dopo un lungo iter di preparazione, la Regione ha deciso di occuparsi di tutto in maniera diretta. Intanto si è perso tempo prezioso, e i cittadini continuano ad avere enormi problemi. Mi sembra che il dialogo tra Regione e Province sia a dir poco deficitario: ma forse sarebbe più corretto parlare di caos.
E i migranti? Molti sindaci non ne possono più, a partire da Tortona, la sua città…
Ah beh, lì il caos è ancora più evidente, su scala nazionale. La situazione è decisamente sfuggita di mano ai diverti governi di centro sinistra, anche se tutto viene negato. A livello locale alcuni sindaci fino ad un certo punto hanno accettato gli ordini di scuderia, poi vedendo che la situazione è ormai ingestibile hanno preso le distanze per salvare il salvabile in termini di facciata….
A proposito di territorio: il passaggio dalle comunità montane alle unioni sta funzionando?
E’ un processo in corso, con tutti gli assestamenti del caso, e le differenze fra un’area territoriale e l’altra. Personalmente rimango convinto che le unioni montane possono funzionare, se rappresentative di territori con almeno 30 mila abitanti. Altrimenti si rischia la frammentazione eccessiva, con conseguenze sulla qualità dei servizi erogati. Ma sopra le unioni io ci vedrei province forti e funzionanti, e macroregioni. Insomma, c’è molto da rivedere a diversi livelli.
E i Biodistretti? Sembravano l’uovo di Colombo, ma da un po’ nessuno più ne parla, almeno qui da noi….
L’idea di valorizzare al massimo la filiera del bio è positiva. Le modalità con cui finora ci si è mossi hanno generato non poca perplessità: anche qui i risultati sono stati disomogenei. Nell’acquese meglio che nel tortonese, per essere chiari: vedremo i passi successivi.
Consigliere Berutti, su tutto il Piemonte (e non solo) sembra soffiare un vento politico molto favorevole al centro destra: significa che nel 2019 vi apprestate a governare la Regione?
Manca ancora almeno un anno e mezzo a quell’appuntamento, ci andrei cauto. Al contempo però certamente è giù il momento di mettersi in marcia per sviluppare un progetto e una proposta complessiva, a livello di coalizione. Parlo di contenuti, di priorità vere per il territorio: i candidati vengono sicuramente dopo. Ma certamente ci faremo trovare pronti.
Prima di allora peraltro, nella primavera del 2018, ci saranno le elezioni politiche. Lei sarà della partita, come si dice in giro?
(sorride, ndr) E chi lo sa? Ci sono davvero ancora troppe incognite, è assolutamente prematuro parlarne. Del resto prima ancora, a novembre, si terranno le regionali in Sicilia: una realtà lontana da noi, geograficamente e culturalmente. Ma comunque un banco di prova per tutti, a partire dal centro destra. Personalmente posso solo ribadire che oggi il mio impegno è assolutamente canalizzato sul portare a Torino le istanze di casa nostra, e gli alessandrini sanno bene quante sono le necessità. A Natale vedremo quale sarà la situazione, e potremo fare qualche ragionamento meno campato per aria…..