La valigia che ci portiamo dietro, ogni anno pesa un po’ di più.
È a causa di quelle cose, positive e negative, che ci piace conservare e che riponiamo con cura cercando di occupare il minor spazio possibile.
In previsione di altre cose, in futuro.
Cambiare è l’azione che presuppone la necessità di nuovi spazi e siccome la valigia è sempre quella urge cambiare con estrema attenzione.
Altrimenti si corre il rischio di aver esaurito lo spazio a disposizione.
In questi giorni cambierò scuola.
Lascerò i miei ragazzi per conoscerne altri.
Sembra facile ma non lo sarà; perché quanto costruito hai l’impressione che non potrà funzionare senza di te.
La storia ci insegna che non sarà così; la scuola inoltre ci insegna che siamo tutti sostituibili, non importa come ma sostituibili.
Immagino anche che molti colleghi saranno (come me) dispiaciuti di non poter lavorare insieme, scambiare opinioni, chiacchiere e frivolezze.
Altri meno, anche perché come ci dice Schopenauer “chi è amico di tutti non è amico di nessuno” e non è mai stata mia intenzione essere amico di tutti, nel lavoro come nella vita di tutti i giorni.
Sembra facile ma non lo sarà; la scelta è stata prima a lungo ragionata e poi fortemente voluta.
È stato come avere la sensazione di aver dato quanto si poteva dare e concluso un ciclo: esaurito il compito, perché restare?
Vivo la mia valigia come esperienza di vita, non come fardello da trascinare stancamente.
Come tale la riaprirò nelle prossime settimane con nostalgia per ciò che ho vissuto e entusiasmo per ciò che vivrò.
Ora scusate ma volo via, verso nuove avventure!