Ha un accento toscano inconfondibile (“Ma sto studiando il piemontese: mi piace tantissimo, come i vostri vini e la cultura gastronomica”), ma anche ormai una profonda conoscenza del Monferrato acquese, tanto che ha contribuito a creare l’Altra, una giovane Barbera ‘di classe’ su cui l’azienda punta molto. Lisa Di Buduo è la brand manager del Gruppo Banfi in Piemonte, e la incontriamo proprio nella sede di Strevi, mentre si sta preparando ad accogliere una delegazione di clienti coreani (“per noi essere internazionali è la regola: ma l’Italia rimane il nostro primo mercato, e casa nostra). Quest’anno Banfi Cantine in Strevi si è aggiudicata il Marengo d’Oro per la sezione Vini Spumanti, con l’Alta Langa Spumante Brut Rosato, annata 2013.
Dottoressa Di Buduo, Banfi Cantine in Strevi fa parte di un grande gruppo nazionale, che guarda al mercato mondiale: quando siete nati?
Banfi nasce nel 1978 a Montalcino, sulle colline senesi, per volontà di 2 fratelli italoamericani, John e Harry Mariani, che hanno subito deciso di puntare su un progetto di vasta scala, capace di coniugare qualità e competitività sul mercato. Nei decenni l’azienda è cresciuta moltissimo, e oggi in Toscana la tenuta è di quasi 3 mila ettari, di cui un terzo a vigneto. Sempre in Toscana, più di recente Banfi ha acquisito nuovi terreni a Bolgheri, dove la piccola tenuta fonde la leggendaria storia degli Etruschi alla produzione del Bolgheri DOC, la Maremma, territorio dedicato alla produzione del Vermentino, e il Chianti, in uno dei territori privilegiato per la nascita del Chianti Classico.
La vostra storia ‘piemontese’ qual è?
Siamo arrivati in Piemonte fin dal 1979, acquisendo la tradizione plurisecolare della storica casa vitivinicola piemontese Buzzone. La proprietà si estende tra i comuni di Novi Ligure e di Acqui Terme, su una superficie di 50 ettari, di cui 46 a vigneto. Banfi Cantine in Strevi è una realtà di grande valore, siamo leader sul mercato delle ‘bollicine’, grazie al Moscato d’Acqui e al Brachetto: vini dolci apprezzati in tutto il mondo, oltre che nel nostro paese.
Quest’anno avete vinto il Marengo d’Oro vini spumanti: con l’Alta Langa Spumante Brut Rosato del 2013: un vino per palati fini?
Un vino frutto di una lavorazione particolarissima, a partire dalle uve raccolte completamente a mano, per poi passare ad una pressatura soffice, e ad una fermentazione a temperatura controllata. E’ un vino armonioso, delicato, che porta con sé tutta la storia delle colline piemontesi: ideale da bere fresco, sia con pesce che per aperitivi.
Banfi è leader in diversi mercati internazionali: dove il brand italiano funziona di più?
Prima di tutto Banfi funziona in Italia, e sempre più per fortuna. Ma certamente i mercati esteri che ci vedono protagonisti sono numerosi: a partire dagli Stati Uniti, dove Brachetto e Gavi sono vini apprezzatissimi. Ma aree importanti per noi sono anche l’Europa, il Sud America ed i Caraibi, il Canada e alcuni paesi dell’Asia, tutti paesi in cui si apprezza il vino di qualità.
A che punto è il progetto Albarossa?
Procede speditamente: si tratta di un vitigno dalle grandi potenzialità, destinato a rapida crescita, e su questo fronte stiamo sviluppando forti sinergie con gli altri produttori del territorio. Anche se qui in Piemonte la nostra vocazione è e rimane quella delle bollicine, non trascuriamo assolutamente la tradizione di grandi rossi, e soprattutto ci piace innovare, e proporre sempre nuovi vini, capaci di soddisfare le esigenze di nicchie di clientela molto attente ed esigenti.