La Cia di Alessandria ha invitato l’assessore regionale con delega all’Agricoltura Giorgio Ferrero a fare un sopralluogo nelle aree maggiormente colpite dal maltempo degli ultimi giorni e dalla grandine dello scorso martedì.
Ad accompagnare l’Assessore è stata una delegazione della Confederazione composta dal vicepresidente regionale Gabriele Carenini, dal presidente provinciale Gian Piero Ameglio, dal direttore Carlo Ricagni e dal responsabile Politiche Lavoro e Sicurezza Paolo Viarenghi.
L’area visitata è stata quella tra Felizzano, Quattordio e Masio, tra le più colpite dalla grandine. In particolare, si è svolto un incontro nell’azienda di Roberto Dominici, che conduce insieme ai fratelli l’omonima azienda a indirizzo cerealicolo e ortofrutticolo, estesa su 80 ettari il cui raccolto è andato completamente perso. La loro azienda, come altre sul territorio, era già stata compromessa negli ultimi mesi dalle esondazioni (novembre 2016) e dalla gelata (aprile 2017).
La Cia ha segnalato all’assessore Ferrero il rischio economico delle aziende che hanno subito più volte il danno; ci si è soffermati sulle aziende che oggi – dopo l’alluvione del 1994 – rientrano nelle nuove aree golenali, soggette (come nel caso di Dominici) a preservare i centri abitati dalle alluvioni ma impossibilitate, nei fatti, a condurre agevolmente l’attività agricola. Quindi le riflessioni si sono concentrate su come rendere sostenibile l’attività su questi terreni che sono, rispetto alla qualità, tra i migliori della nostra provincia.
Nello specifico, si è entrati nell’analisi della situazione particolare dell’azienda Dominici che trova collocazione, insieme a poche altre, sull’asse del fiume Tanaro: a queste non è stato dato alcun tipo di strumento per un’eventuale rilocalizzazione dei centri aziendali con incentivi concreti a fondo perduto (come avvenuto per i comparti di artigianato, commercio e industria a seguito dell’alluvione 1994).
Tra le ipotesi formulate dalla Cia, c’è il sostegno continuo e duraturo sul modello delle zone agricole svantaggiate (con l’individuazione di un contributo ad ettaro per le aziende che non sono assicurabili dal punto di vista degli eventi alluvionali).
Commenta il presidente provinciale Gian Piero Ameglio: “Come considerato con il nostro associato Roberto Dominici, si riscontra un paradosso discutibile sulle acque del fiume: le aziende pagano una concessione, in quanto bene pubblico, per allacciarsi con il sistema di irrigazione, ma se lo stesso fiume crea un danno, nessuno ne risponde, come se non fosse più di alcuna proprietà statale. Inoltre, non è possibile assicurare i terreni in zone golenali. Tutto questo sommato ad altri eventi calamitosi, come gelata tardiva e infine grandine, rende tragica l’annata agraria 2017. Chiediamo all’assessore Ferrero interventi di supporto mirati verso gli imprenditori: gli strumenti attuali di legge non sono efficaci”.
Spiega il direttore Carlo Ricagni: “L’impegno della Cia è diretto a individuare gli strumenti di sostegno più adatti per far sì che siano anticipati i pagamenti dei precedenti danni alluvionali e che avvenga la sospensione dei contributi e dei danni di mutuo. Non lasceremo allentare l’attenzione verso le istituzioni e gli Enti competenti per sostenere queste richieste”.