L’emergenza maltempo di sabato lo ha visto in prima linea nelle aree più colpite del comune, al fianco degli agenti della Polizia Municipale (“personale straordinario, una risorsa preziosa per Alessandria”), così come poche ore prima era stato a Casalbagliano, a contribuire in prima persona a risistemare il parchetto. Alessandro ‘Ronny’ Rolando ci sta mettendo poco a conquistare la simpatia e il favore degli alessandrini, rimboccandosi le maniche e facendo l’assessore ‘sul campo’.
Qualche giorno fa lo abbiamo incontrato, per una chiacchierata a tutto tondo: “Sono diventato tifoso dei grigi a 5 anni….leghista qualche anno dopo, ma con altrettanta convinzione!”. Anche chi ha provato a giocare con qualche luogo comune (“un ultrà alla sicurezza”, “un leghista a gestire gli immigrati”) conoscendolo direttamente non può che constatare che il neo assessore, pur mantenendo dritta la barra dei suoi valori e delle sue intenzioni, è persona che ama il sorriso aperto e la stretta di mano forte e calorosa con tutti, e cerca immediatamente l’empatia con l’interlocutore, guardandolo negli occhi.
“Ci vediamo al bar Alba per la chiacchierata? Fa caldo, così intanto ci beviamo una bibita, e ragioniamo meglio”. E così rieccoci lì, in quel bar del quartiere Cristo in cui alle 2 del pomeriggio trovi ancora uomini veraci che giocano a carte con passione autentica: dal bar Alba partì la campagna elettorale di Rita Rossa, e sempre al bar Alba concluso il suo piccolo ‘tour’ al Cristo Matteo Salvini, suscitando autentico entusiasmo. Un luogo simbolo insomma.
Con Ronny Rolando parliamo davvero di tutto: le delicate questioni che riguardano le sue deleghe, ma anche il percorso di vita che lo ha condotto a Palazzo Rosso, “da semplice militante leghista, quale sono sempre stato e rimango: la sera stessa della nomina mi sono presentato alla nostra festa, a Fubine, e ho detto a tutti ‘ragazzi niente scherzi, spillare le birre tocca a me, come sempre’”.
Prima di parlare con l’assessore, raccontiamo a quei pochi alessandrini che ancora non lo sanno chi è Ronny Rolando? Sta fiorendo un’aneddotica su di lei: rischia di diventare rapidamente l’assessore più popolare della giunta Cuttica, lo sa?
(sorride divertito, ndr) No, no, per carità che poi magari qualcuno si offende. Se però per popolare si intende persona del popolo, allora ci sto. Ma da dove devo cominciare?
Prima leghista, o prima tifoso grigio?
Ah, le due grandi passioni della mia vita, subito dopo la mia famiglia naturalmente. Temporalmente prima tifoso grigio: era il 1987, avevo 5 anni, ovviamente con mio papà. Da lì il Moccagatta è diventato per me una seconda casa. Sempre: nelle vittorie ma molto più spesso purtroppo nelle sconfitte, e nella sofferenza. Sono stato tra i fondatori di Orgoglio Grigio, e appartengo al tifo organizzato da sempre, gruppo Supporters. Anche se in realtà già dal 2013, diventando segretario cittadino della Lega Nord (lo è stato per tre anni, ndr), ho ritenuto corretto fare un passo indietro, non stare più in prima fila….
Ma in Gradinata Nord sempre?
E certo, ci mancherebbe: ho anche voluto realizzare lì qualche scatto del servizio fotografico di nozze: con tanta pazienza di mia moglie, che del resto è mezza di Novara e mezza di Sora (non scriva ciociara però, per carità: sarebbe errore gravissimo!), ma ormai ha i Grigi nel cuore, e non potrebbe essere altrimenti.
La delusione per la scorsa stagione è già alle spalle?
Veramente pesa ancora, eccome. Non sono neppure andato in Bardonecchia al ritiro, ed è un dato significativo. Ma la vita va avanti, sempre, e l’amore per la maglia grigia è enorme: al presidente Di Masi il compito di portarci dove meritiamo di stare, ossia in serie B. Come, saprà lui: del resto è suo stesso interesse di imprenditore e presidente arrivarci. Apprezzo molto comunque che Di Masi abbia sempre ribadito ‘netta separazione tra politica e calcio’: di danni la politica locale ai Grigi in passato ne ha fatti non poco. Ma fermiamoci qui. Certamente oggi in giunta ci sono tre tifosi cresciuti in curva: oltre a me anche Riccardo Molinari e Paolo Borasio, a lungo presidente del Club I Grison del Munfrà. Ma siamo convinti che i due percorsi debbano restare profondamente separati.
Però invece da qui partiamo Ronny, per parlare del suo impegno politico. Quando comincia?
(non esita, ndr) Mi ricordo perfettamente: era l’autunno del 1993, avevo appena 11 anni. Vidi su Telecity un dibattito tra i due candidati sindaco dell’epoca, Francesca Calvo e l’avvocato Ferrari. Quest’ultimo mi parve persona degnissima, preparata, seria. Ma era la vecchia politica, i partiti. Dall’altra parte c’era questa donna forte, decisa, anche dura nel suo modo di esprimere i propri valori: ma ai miei occhi di ragazzino rappresentava il nuovo, e il punto di vista della gente del nord.
Amore a prima vista quindi: condizionato dai genitori? A quell’età sarebbe normale…
Per niente. Mio papà, che purtroppo è mancato ormai da dieci anni, era direttore del Patronato INAS di Alessandria, mia mamma funzionaria regionale. Entrambi moderati, parte di quella maggioranza silenziosa di italiani che faceva il proprio dovere, contribuiva alla crescita del paese, e votava di volta in volta per chi riteneva più affidabile e convincente, ma senza militanza attiva. Il mio impegno nella Lega non l’hanno mai osteggiato, ma certamente neppure stimolato.
Lei si iscrive giovanissimo ai Giovani Padani, come il suo amico e coetaneo Riccardo Molinari?
(ride, ndr) No no, la mia storia è un po’ diversa, e con il Mol ci conosciamo sulla gradinata della Nord, ma anni dopo. Tra l’altro entrambi tifosi doriani, oltre che grigi: e chi conosce un po’ la geografia del tipo sa bene che bel casino sia. Ci diciamo spesso che, se fossimo nati a Barcellona, avremmo tifato per l’Espanyol (sempre con i più deboli insomma, ndr). Comunque la mia passione per la Lega la coltivai per anni da battitore libero, per quanto rumoroso…
Esempi concreti?
Quarta ginnasio, settembre 1996: i giorni di Bossi sul Po per intenderci, con la mobilitazione di decine di migliaia di persone per l’indipendenza della Padania.
Mi presento a scuola, al Plana, con una camicia verde, in realtà comprata per conto mio in un discount, perché all’epoca non facevo militanza. Non le dico le reazioni: preso in giro dai ragazzini figli dei radical chic dell’epoca (e radical chic di oggi, vent’anni dopo), ma pure da quelli di destra…va beh all’epoca ancora si diceva fasci. Non capivano, gli uni e gli altri, che dietro a certi eccessi anche goliardici o provocatori la Lega aveva saputo dare voce e carne alla protesta dei ceti produttivi del Nord. Chissà in quegli anni, senza Bossi, cosa sarebbe potuto succedere in Italia…
Quindi liceo sulle barricate padane?
No, ma difendevo le mie idee. Nella mia classe c’era appesa una bandiera di Cuba, portata da un ragazzo di sinistra, e la mia, con il Sole delle Alpi. A distanza di tanti anni ricordo davvero con piacere una grande insegnante, la prof. Roberta De Simone: di sinistra, ma sapeva cosa significa rispetto di chi non la penso come te. Ed era un’ottima insegnante di latino e greco: grazie ai due anni con lei ho ‘campato di rendita’ anche nel triennio successivo, al Classico di Tortona, dove mi trasferii per ragioni famigliari.
Ma quando Ronny Rolando diventa leghista ‘con tessera’?
Nel 2004, in occasione delle elezioni europee. Già da anni ero iscritto alle newsletter dei Giovani Padani su yahoo, che erano una sorta di ‘social group’ ante litteram. In quell’anno però proprio Molinari, che era già molto attivo nel movimento giovanile, mi esortò a fare un passo in avanti verso la militanza attiva: del resto ero quello che già anni prima scriveva ‘Padania libera’ sui muri dello Iulm di Milano, mica potevo tirarmi indietro! Molinari mi chiese di dargli una mano, nella mia rete di contatti e amici, per far votare un consigliere comunale di Milano al Parlamento Europeo, in rappresentanza dei Giovani Padani: un certo Matteo Salvini.
Che ce la fece al primo tentativo..
Già, e pochi mesi dopo arrivò ad Alessandria, ad inaugurare la nuova sede dei Giovani Padani, al Cristo: fu in quell’occasione che mi iscrissi ufficialmente alla Lega, a cui però mi sento di appartenere da quell’ormai lontano 1993.
Dopo 11 anni di militanza, e ruoli organizzativi dentro il partito (segretario cittadino dal 2013 al 2016, ora vice segretario provinciale) è arrivata la nomina ad assessore, con deleghe decisamente ‘pesanti’, e molto leghiste….
Certamente per la Lega è una scelta politica assumersi direttamente, all’interno delle amministrazioni di centro destra, la guida di settori delicati come la sicurezza e il sociale: che sono strettamente legati, e che partono entrambi da un’attenzione per i più deboli che ci ha sempre caratterizzati.
Tra i più deboli include anche gli stranieri, assessore? Lei ha anche la delega a immigrazione e integrazione, e certamente a sinistra qualcuno storce il naso…
(sorride, ndr) Sì, sì, i radical chic, sempre loro….Le rispondo così: massima attenzione per gli stranieri regolari, quelli che sono qui per lavorare, e che rispettano le nostre regole. Anzi, il risultato della scriteriata politica immigratoria del centro sinistra dal 2011 in poi, tutta rivolta a rifugiati e clandestini, ha danneggiato per primi gli stranieri regolari, e occorrerebbe tornare a regolare quei flussi, e dare loro maggiori garanzie. Sugli altri la mia posizione è quella della Lega, e direi di gran parte del popolo italiano: stiamo subendo una vera e propria invasione, che va interrotta senza tentennamenti.
Sempre sul sociale, e sulla difesa dei più deboli: la vicenda dei debiti pre dissesto con il Cissaca la risolverete presto, e in che modo? Ossia, quanto sarà ‘riconosciuto’ al Consorzio?
La pratica è all’esame dei tecnici: posso solo garantire che si tratta di una priorità assoluta, a cui in tempi rapidi daremo una risposta certa, con una nostra proposta che speriamo possa essere soddisfacente per tutti: compresi i piccoli comuni che le quote al Cissaca le hanno sempre pagate. Posso anche confermare, sul fronte sociale, che non fermeremo certamente i progetti in corso, ma al contempo rivedremo a fondo anche strategie e criteri di assegnazione, in maniera da consentire a tutti i soggetti di partire alla pari, senza preferenze di sorta. E sempre tenendo presente che deve essere il pubblico a gestire la governance del comparto, non il privato.
Intanto siete partiti dalla sicurezza. Gli alessandrini sui social sembrano aver gradito, e segnalano una drastica diminuzione di parcheggiatori abusivi nelle piazze cittadine…
Confermo, anche perché mi preoccupo quasi quotidianamente di effettuare dei sopralluoghi: il fenomeno non è ancora completamente debellato, ma la situazione sta migliorando. Era un segnale necessario di cambio di passo nel rispetto delle regole. Ma faremo molto di più, a partire dalla riforma del regolamento di polizia urbana. Qui apro una parentesi positiva, sui nostri vigili. E’ vero che sono pochi, e che ci vorrebbero molte più pattuglie, e risorse. Ma posso assicurare che chi è in servizio sta mostrando grande professionalità e disponibilità, a cominciare dal comandante Bassani. Personalmente sono lì, al comando di via Lanza, tutti i martedì mattina fino alle 12, per confrontarmi prima di tutto proprio con gli addetti, ma se lo desiderano anche con i cittadini. Solo l’ascolto può consentire di capire davvero quali sono le esigenze, e di stabilire le priorità.
Nel ‘controllo della città’ farete ricorso anche a strumenti elettronici di nuova generazione, a partire da telecamere ‘intelligenti’?
Tutte le ipotesi saranno vagliate, ovviamente tenendo conto del capitolo risorse disponibili. Certamente stiamo già puntando su una stretta sinergia con tutte le forze dell’ordine, consapevoli che l’unione fa la forza, e che un serio coordinamento agevola il controllo del territorio. Peraltro la gestione della sicurezza compete allo Stato, teniamolo sempre presente: il comune è completamente disponibile come supporto.
Ronny, chiudiamo con una riflessione da tifoso: questo sarà l’anno buono per la B? Lei tornerà allo stadio?
Ma sì che ci torno, un pezzo del mio cuore è al Mocca, figuriamoci: sarò lì a tifare, e ci porterò quando vorrà anche mia figlia Ginevra: che è nata, pensi alle concidenze, lo stesso giorno in cui Matteo Salvini fu eletto segretario federale della Lega, il 7 dicembre del 2013. Per prendermi in giro un amico una volta mi ha detto: ‘pensa se da grande si fidanza con un africano!’. Ma per me, che non sono mai stato razzista, problemi davvero non ce ne sarebbero: purchè non mi diventi tifosa del Casale, o dello Spezia!
Ettore Grassano