Le recenti vicissitudini dell’ATM ci riportano considerazioni che nel corso degli anni sono già state poste più volte rispetto ad un’Azienda in forte crisi per le scelte e gli squilibri della propria gestione. Assunzioni nei posti sbagliati, disequilibri nella gestione del personale, mezzi carenti e poca attenzione allo sviluppo o recupero del trasporto pubblico, questo è quanto successo in questi anni.
Alcuni dati: nel 2007 ATM aveva 209 dipendenti, dopo fusione con Spra, con una carenza nel settore movimento diventata sempre più marcata nel corso degli anni e mai appianata. Il personale è cresciuto in questi anni fino a 251 per assestarsi ai 231 attuali, con un forte squilibrio, mancando come detto di autisti e in misura minore di manutentori a fronte di presenze surdimensionate in altri settori, il tutto complicato da molte inidoneità nei settori strategici.
Pesante la situazione mezzi, con gli ultimi arrivi (2010) riguardano autobus usati e poco recenti; solo il 25% di mezzi euro 3 o 4, nessun euro 5 e la maggior parte dei mezzi antiquati. Questo comporta un aumento e una difficoltà nella manutenzione, settore peraltro anche in crisi per la mancanza di personale e soprattutto pezzi di ricambio. Il discorso mezzi è ovviamente complesso date le norme e i finanziamenti regionali per l’acquisto dei medesimi, ma il riflesso sul servizio è forte,
ATM ha contribuito non poco ai conti del comune, in alcuni anni il risultato di esercizio era in negativo di circa 1 milione di euro, e i contratti di servizio messi in opera con agevolazioni di tutti i tipi (nella sosta ad esempio i permessi erano distribuiti in gran quantità) contribuivano a supportare un bilanci non ottimali a danno dell’amministrazione e dei cittadini.
La conclusione è un’azienda che ha aumentato i costi diretti e indiretti, diminuito il servizio con tagli alle linee e alle corse, con squilibri nel personale e con tasso di gradimento in discesa nei motivi fondamentali (regolarità e sicurezza) secondo le stesse fonti aziendali.
Da ultimo le vicende legate all’ex deposito di Valenza, che pure era stato oggetto di discussione e richiesta intervento nella commissione consiliare dello scorso settembre.
Le decisioni negative di questi anni sono strettamente legate al rapporto con l’ex amministrazione di centrodestra, ma stupisce come l’attuale dirigenza, nominata all’epoca, tenda strumentalmente a scaricare ogni responsabilità e anzi agiti oltremisura provvedimenti drastici fomentando il malcontento.
Il dissesto, che purtroppo ci siamo trovati a gestire, ha imposto drastiche misure economiche in molti settori, pena il rischio di fallimento di tutto il sistema a partire dalle partecipate; per uscirne occorrono scelte politiche e atteggiamenti che l’attuale cda di ATM non sta attuando e fanno pensare che sia veramente ora di voltare pagina.
Daniele Coloris
coordinamento cittadino e consigliere comunale Pd Alessandria