I Comitati della Valle Bormida seguono con interesse le recenti vicende giudiziarie, legate al cosiddetto “Caso Aral”, che sembrano portare, finalmente, alla luce della cronaca, anche quella nazionale, la disinvolta gestione dei rifiuti che caratterizza la nostra provincia.
Finalmente si fa sul serio, e emergono nomi e cognomi di personaggi (guarda caso tutti legati alla stessa area politica) e il loro presunto, ma a nostro avviso credibile, coinvolgimento in tutta una serie di vicende davvero poco edificanti.
Da cinque anni stiamo cercando con tutte le nostre forze di opporci a politiche ecologiche insensate che potrebbero, se realizzate, avere effetti deleteri e forse irrimediabili sul territorio, prima fra tutte la costruzione, da parte di una ditta privata (tra l’altro inquisita per una brutta storia legata alla gestione della Discarica Molinetto di Cogoleto) di una discarica di rifiuti industriali proprio sopra la più grossa falda acquifera del Basso Piemonte: una riserva che andrebbe invece preservata, trattandosi di acqua purissima, capace di dissetare, all’occorrenza, un massimo di circa 200.000 persone. Ditta inquisita che si è avvalsa di consulenze da parte di uno dei tecnici che risulta inquisito a sua volta nella vicenda Aral di questi giorni.
In questi anni, sistematicamente, certa politica si è dimostrata sorda ai nostri appelli, ai nostri richiami al buon senso, alle nostre proteste e alle nostre manifestazioni, e per contro, ogni volta che si è presentata l’occasione, ha mostrato invece grande disponibilità nei confronti delle richieste di certi imprenditori, dal passato non sempre cristallino. Per anni, certi che questo genere di decisioni non potessero essere adottate senza il patrocinio di una parte della politica, abbiamo puntato il dito contro i vertici della Provincia, e li abbiamo fronteggiati a viso aperto, convinti di essere dalla parte della ragione. Ora le ultime vicende giudiziarie rafforzano le nostre convinzioni, e davvero ci auguriamo che l’opera degli inquirenti possa andare ancora più in profondità.
La puzza è tanta, e non viene solo dai rifiuti: molte cose restano ancora da chiarire circa i rapporti esistenti fra ditte, progetti, partiti e personaggi politici, e ci permettiamo di sottolineare che l’intera vicenda legata all’utilizzo dell’area di Cascina Borio meriterebbe di essere oggetto di approfondimento. Così come sarebbe giusto procedere, finalmente, rapidamente e in maniera sistematica, a carotaggi e campionamenti in tutte le principali cave della Provincia, a cominciare da quelle indicate come prioritarie nell’ospitare i materiali di risulta del Terzo Valico.
I Comitati attendono fiduciosi eventuali ulteriori sviluppi delle inchieste in corso; da parte nostra possiamo solo ribadire la ferma intenzione di portare avanti la nostra lotta. Non siamo disposti a fare concessioni sul suolo della Valle Bormida: non c’è spazio qui, nè per le speculazioni delle multinazionali dei rifiuti, nè per le carovane di camion carichi d’amianto e additivi provenienti dal Terzo Valico. Alla luce dei recenti sconvolgimenti politici, per chi negli ultimi anni ha pensato più agli affari che al bene della comunità, si avvicina il momento della resa dei conti. Aspettiamo i risultati dell’inchiesa e per chi ha messo a repentaglio la nostra terra e la nostra salute non potrà esserci nè perdono, nè indulgenza.
COMITATI DI BASE DELLA VALLE BORMIDA
SEZZADIO PER L’AMBIENTE
COMITATO AGRICOLTORI DELLA VALLE BORMIDA
COMITATO VIVERE A PREDOSA