Usciti i volumi finalisti del Premio Acqui Storia, ecco la gradita sorpresa: tra di essi figura anche un testo dedicato alla memoria dell’Esodo giuliano-dalmata. Si tratta del volume “La zaratina” di Silvio Testa, finalista della sezione romanzo-storico del premio legato alla storia più importante in Europa.
“Un Premio, l’Acqui Storia, che ha indubbiamente a cuore le vicende degli italiani di Istria, Venezia-Giulia e Dalmazia: non dimentichiamo che tra i finalisti dell’anno scorso, nella sezione storico-scientifica, vi era il volume di Luciano Monzali, «Gli italiani di Dalmazia e le relazioni italo-jugoslave nel Novecento»” – commenta il responsabile provinciale del Comitato 10 Febbraio, Claudio Bonante – “Dobbiamo ringraziare il responsabile esecutivo del Premio Carlo Sburlati e i giurati tutti per l’attenzione che dimostrano e hanno dimostrato verso le tematiche storiche del confine orientale”.
Il romanzo di Silvio Testa è ambientato nella Zara italiana in Dalmazia, dove, dopo l’8 settembre 1943, si scatena l’inferno. Decine di pesanti bombardamenti angloamericani radono praticamente al suolo la perla veneziana, occupata dai tedeschi, mentre la popolazione civile, prevalentemente di lingua e cultura italiana, fugge dove può: chi nella madrepatria, chi nelle campagne, vivendo di stenti ai margini di una città fantasma. Quando i partigiani di Tito entrano a Zara nell’autunno del 1944, contro la superstite popolazione italiana divampa la pulizia etnica con fucilazioni, uccisioni orrende, violenze, soprusi. Una famiglia italiana cerca di resistere come può, e ci riesce, aggrappata alla vita, ma alla fine è costretta a dividersi per sempre e ad abbandonare tutto: la terra natale, i beni, soprattutto le speranze giovanili infrante dalla guerra. Tutto è cambiato, compresi i sentimenti: il futuro non sarà come era stato sognato. Di là dal mare Zara è ormai diventata Zadar.
Claudio Bonante (Comitato 10 Febbraio Provincia Alessandria)