Gianfranco Cuttica di Revigliasco è il nuovo sindaco di Alessandria, alla guida di una coalizione di centro destra che al secondo turno ha ‘recuperato’ anche l’appoggio di Emanuele Locci. 56%, più o meno, il consenso finale, emerso domenica sera fin dai primi seggi scrutinati, e poi costantemente conservato fino alla fine.
La vittoria del centro destra ad Alessadria era nell’aria da tempo: bastava parlare con le persone comuni (fuori dai circolini dei candidati e dei militanti) negli ultimi giorni di campagna elettorale, o constatare l’entusiasmo popolare autentico che ha accompagnato le ‘sortite’ alessandrine di Matteo Salvini, e paragonarle alla ‘stantia’ parata di quadri di partito che invece ha accolto i vari esponenti nazionali del Partito Democratico.
Ma Gianfranco Cuttica di Revigliasco ci ha messo del suo, in termini di empatia umana, cordialità, capacità di dialogare con le persone, tutte quante, a prescindere dal loro orientamento. La notte della vittoria, tra i riflettori delle tv nazionali e il comprensibile entusiasmo dei sostenitori, lo rivendica con orgoglio: “La nostra è stata una campagna elettorale fatta con pochissimi mezzi, ma tantissima passione. Abbiamo cercato di non denigrare mai nessuno, di non gettare fango su nessuno, e invece di parlare di Alessandria, dei problemi della gente, e di come risolverli”. Noblesse oblige, del resto.
Evidententemente ha funzionato, e ad Alessandria un sindaco colto e di innata classe ed educazione, capace di passare con disinvoltura da una citazione classica ad una battuta in dialetto, non potrà che far bene, per provare a tornare ad essere una città normale.
Domenica sera in tv anche Enrico Mentana, in diretta su La 7, rimane colpito dal personaggio Cuttica. Ma lui, il sindaco professore di storia dell’arte, sorride ironico: “E’ vero, sono di famiglia nobile, e qualche mio antenato è già stato sindaco di Alessandria, nei secoli scorsi. Ma sono anche leghista doc (prima tessera della Lega nel 1991, ndr), e voglio ringraziare qui Matteo Salvini per lo slancio che ci ha dato in campagna elettorale, tornando ad Alessandria ben 4 volte, sempre fra la gente, come piace fare a noi. E poi un appello a Giovanni Toti, presidente della Liguria: “Lo incontrerò presto, per costruire: Alessandria è da troppi anni irresponsabilmente isolata sul fronte dei trasporti e della logistica. Una scelta assurda, considerata la nostra collocazione geografica: anche su questo fronte, come su altri, cercheremo di recuperare il tempo perduto”.
Circa 4.000 i voti assoluti di vantaggio sulla sindaca uscente del centro sinistra Rita Rossa. E un po’ precipitosa sui social l’euforia di alcuni piddini, che intorno alle 18 del pomeriggio di domenica, a fronte di un’affluenza piuttosto bassa, traevano conclusioni quantomeno affrettate sul risultato finale, e su un presunto ‘zoccolo duro’, rivelatosi in fin dei conti un po’ consunto, o comunque insufficiente. Anche perchè in effetti, fra le 19 e le 23, gli alessandrini sono andati al voto in maniera significativa, spostando l’asticella della partecipazione dal 32 al 45%.
Ad Acqui Terme vittoria davvero al fotofinish (soli 5 voti) per Lorenzo Lucchini dei 5 Stelle: 4.209 voti contro i 4,204 per Silvio Bertero, sindaco uscente del centro destra. E per i 5 Stelle Acqui sarà il primo comune centro zona amministrato in provincia di Alessandria.