Quelli che aspettano la semifinale….

Quelli che aspettano la semifinale.... CorriereAldi Jimmy Barco

 

Eliminato all’ultimo respiro il Lecce ai quarti di play off Legapro, mercoledì 14 in notturna l’Alessandria se la vedrà con la Reggiana in una partita secca al Comunale di Firenze per l’accesso alla finalissima, partita decisiva (quella finalmente si!!!) per aprire la porta della cadetteria.

Mercoledì prossimo, se la partita dovesse finire in parità nei tempi regolamentari, ci saranno i supplementari e, in caso di ulteriore parità, si tireranno i rigori. Lo stadio gigliato, che ospiterà sia le due partite di semifinale sia la finale di sabato 17, è intitolato ad Artemio Franchi, dirigente di calcio sommo. Ci tengo a ricordarlo perché se oggi fosse ancora tra noi e potesse prendere nota delle stupidate seriali che ci hanno riservato questo nuovo gruppo dirigente federale della C si armerebbe di mazza da baseball e farebbe saltare denti e tibie all’interno della sede di Legapro.

Cominciamo dall’inizio: questa invenzione dei play off così concepita sembra essere stata studiata a tavolino per scontentare tutti, nessuno escluso. La genialata poi di immaginare la prossima settimana come “la settimana della Serie C“ a Firenze con semifinali e finale concentrate in quattro giorni è un’altra stupidata sotto tutti i punti di vista. Da quello tecnico, perché i club impegnati negli spareggi stanno fermi dieci giorni di fila per poi giocarsi due partite in tre giorni. Da quello sportivo perché le due semifinali saranno giocate in due giorni diversi ed è ovvio che la finalista che uscirà dalla partita Parma-Pordenone avrà il cospicuo vantaggio di poter godere di un giorno in più di riposo rispetto all’altra finalista che giocherà il giorno appresso. Un giorno in più o in meno per recuperare energie psicofisiche in situazioni eccezionali come la fattispecie sarebbe relativamente importante solo se tra un turno e l’altro intercorresse la classica settimana, non certo due o tre giorni a 34° gradi all’ombra. Mi chiedo quindi se i funzionari che hanno curato programma e logistica si sono resi conto che si parla comunque di tre partite di calcio giocate da 4 club che, solo per questa stagione, hanno investito complessivamente almeno una quindicina di milioni di Euro. Poi la settimana che verrà, immaginata da questi furbacchioni, ha già subito una serie di contrattempi, di annullamenti, di spostamenti di date ed orari di eventi, di conferenze stampa e quant’altro. Vabbè che un tempo la Serie C era la Lega Semiprofessionistica del calcio nazionale ma da allora è cambiato il mondo, tranne naturalmente la professionalità di dirigenti e dipendenti di detta federazione.

Adesso veniamo al meglio: dopo aver studiato approfonditamente date e luoghi cosa hanno partorito ‘sti geni della lampada che alle 60 società di calcio di Legapro costano tanto come il noleggio annuale di una portaerei equipaggio compreso? Che la celebrazione della “ settimana nazionale della Serie C“ avvenisse in una città di medie dimensioni (Firenze) nella quale, proprio in quei giorni, si tiene la manifestazione “Pitti Uomo“, la quale richiama migliaia di operatori da tutto il mondo. Giornate cruciali quindi per il capoluogo toscano, le quali mettono a dura prova la capacità ricettiva della città. E ancora non sappiamo bene quale sarà la qualità delle strutture che ospiteranno le squadre finaliste la prossima settimana. Strutture individuate dalla Federazione e, se tanto mi dà tanto, tremo al pensiero di quali siano stati i criteri di scelta… il tutto senza fare facile dietrologia. Infatti le sistemazioni alberghiere, per quello che so, saranno addebitate alle quattro Società impegnate nelle finali immagino a dedurre la quota degli incassi di loro spettanza con annessa comoda possibilità di scartino indolore.

Ma se nel Granducato le cose vanno così a casa nostra non va tanto meglio.

Mi riferisco in particolare alla consueta lenzuolata del venerdì del locale ex Quelli che aspettano la semifinale.... CorriereAl 1trisettimanale che dedica ampio spazio allo spareggio che a S. Siro, oltre quarant’anni fa, decretò la retrocessione dei Grigi in Serie C dopo un solo anno di permanenza in B. A salvarsi allora fu proprio la Reggiana, quindi vendetta, tremenda vendetta! Al di là di un ovvio richiamo per tutti gli sportivi mandrogni a riesumare antichi amuleti di famiglia e magari individuarne dei nuovi è mai possibile che si usi la storia delle gesta sportive dei Grigi in modo così strumentale, superficiale e maldestro? In realtà quella infausta partita ha rappresentato uno spartiacque per la vita dell’Alessandria Calcio e, visto che la maggior parte degli sportivi che oggi assiepano il Mocca allora non erano ancora nati, sarebbe utile che si spiegasse loro con analisi disincantate, approfondite e rigorose perché quello spareggio sia stato così importante per la storia del club. E magari qualcuno potrebbe persino capirne di più in merito all’importanza della continuità e della solidità di una gestione sportiva rispetto a un’altra. Capendo certi passaggi e certi concetti poi si poteva evitare, per esempio, di ospitare con gli onori riservati ad un Grande Capo Indiano in Curva Nord un presidente come Veltroni che è costato, giusto due mesi dopo, all’Alessandria un retrocessione per illecito sportivo e un fallimento certo mentre a tutta la città l’onere di pagare i debiti contratti da costui, pena la sparizione del Club dal calcio. La storia quindi serve per la memoria e non, come intende qualcuno, per vellicare una nostalgia fine a se stessa e utile solo a chi ci inzuppa il biscottino …