La riforma del Terzo Settore è il tema portato in Consiglio regionale del Piemonte dal Consigliere Valter Ottria di Articolo 1-MDP: «è stato un atto dovuto, dopo aver ascoltato le richieste di molte associazioni e dopo aver approfondito la legge e i Decreti attuativi approvati il 12 maggio. Poiché la Conferenza Stato-Regioni dovrà dare un parere necessario per l’approvazione della Legge, ho ritenuto interrogare l’Assessore alle politiche sociali della Regione riguardo alla posizione del Piemonte».
«Fortunatamente – prosegue Ottria – alcune delle perplessità mie e delle associazioni del Terzo Settore sono condivise dall’Assessore: su tutte i timori del volontariato medio piccolo organizzato riguardo l’allocazione delle risorse dei Centri di Servizio per il Volontariato anche a favore di altri enti del terzo settore che volontariato non sono e una catena di comando che avvantaggia i grandi gruppi organizzati che si ritrovano a decidere con il governo linee e fondi per tutto il terzo settore. Inoltre – concludono Ottria e Ferrari – c’è il forte rischio di un esautoramento del ruolo delle Regioni nella Governance complessiva, costrette a un ruolo marginale, chiamate a compiti meramente esecutivi, onerosi ma poco efficaci dal punto di vista della regia e del controllo del sistema».
«Informalmente – è la risposta dell’Assessore regionale alle politiche sociali, Augusto Ferrari – io e altri colleghi abbiamo avuti alcuni contatti con esponenti del Ministero, con il Ministro Poletti e il Sottosegretario Bobba a cui abbiamo posto queste ed altre questioni».
«Sulla base di questo – prosegue Ferrari – abbiamo elaborato una bozza di alcuni emendamenti da presentare a Roma, in particolare riguardo ai livelli essenziali di assistenza (LEA) perché è un tema che riteniamo debba rimanere prerogativa dell’Ente Pubblico; è del pubblico il compito di garantire il mantenimento dei livelli essenziali dei servizi». Inoltre, sul tema del Registro unico del Terzo settore: «chiediamo che ci sia piena collaborazione istituzionale con Regioni e Province autonome e che si riconosciuta formalmente l’importanza dell’Ufficio Regionale per il Registro Unico Nazionale del terzo settore».
«Vogliamo che sia mantenuto – afferma ancora Ferrari – il ruolo di regia regionale della materia perché è una tradizione ampiamente consolidata e che funziona molto bene qui come in altre Regioni in cui l’Ente pubblico coordina il complesso sistema intergrato dei servizi; un ruolo che ci veda quindi come interlocutori dei soggetti del terzo settore del volontariato.
«Su questi temi – conclude l’Assessore – abbiamo registrato alcune aperture; se si tramuteranno in modifiche al testo di legge appoggeremo la Riforma che ha una grande importanza per il sistema del Paese».
L’iter. La Conferenza Stato-Regioni si esprimerà dopo che la Commissione competente nazionale degli assessori alle politiche sociali (convocata presumibilmente nella prima settimana di giugno) avrà esaminato dettagliatamente il provvedimento.