Lo sforamento del patto di stabilità per ben due anni e il dissesto decretati dalla Corte dei Conti, che l’Amministrazione Comunale ha dovuto deliberare pena lo scioglimento del Consiglio, stanno provocando gravi ricadute sulla città, sui cittadini, sui lavoratori, oltre che su tutte le attività commerciali e le imprese.
La mancanza totale di liquidità di cassa, sta creando tra l’altro difficoltà enormi, in particolare per quanto riguarda il pagamento degli stipendi di oltre 2000 dipendenti delle aziende pubbliche, che l’Amministrazione Comunale sta cercando di superare con diverse iniziative.
A tale proposito sono presentati due emendamenti al decreto ‘Salva enti”, in fase di riconversione, che verranno discussi alla Camera nel corso della prossima settimana e precisamente:
L’inserimento di norme che consentano anche ai Comuni che hanno decretato il dissesto da meno di sei mesi, di accedere al fondo di riequilibrio finanziario (fondo rotativo), per ora previsto solo per quelli in pre dissesto.
La possibilità a livello temporaneo di portare il limite massimo di anticipazione di cassa a 5/12 esimi (attualmente è di 3/12 esimi) delle entrate dei bilanci dei due anni precedenti, per consentire un maggiore flusso di cassa.
In attesa e con la speranza che tali emendamenti vengano approvati e a questo proposito da quanto risulta si sta facendo tutto il possibile, va detto che anche in caso di esito positivo, gli stessi non saranno esecutivi prima di 45/60 giorni, per cui tenuto conto che c’è un problema di cassa immediato, data la mancanza totale di liquidità che tra l’altro può mettere a rischio anche il funzionamento dei servizi, non resta che sollecitare il pagamento dei contributi che la Regione Piemonte deve alla città, 22 milioni di euro (di cui 12 vincolati per il PISU) e lo sblocco dei crediti che la stessa vanta nei confronti dello Stato, 4,6 milioni di euro, di cui 1 milione di euro appena ricevuto, giusto in tempo per pagare, forse… gli stipendi del mese di ottobre.
Ma le brutte sorprese per la città non sono ancora finite: ad aggravare ulteriormente questa drammatica situazione dalla cronaca locale si apprende che la precedente Amministrazione ha distratto il 23 agosto 2011 con una determina secretata, 3 milioni di euro stanziati dalla protezione civile e depositati in tesoreria, la CrA/ Banca di Legnano per il ponte Meier. Erano vincolati, ma esiste una norma che ne consente il prelievo in casi straordinari, salvo poi restituirli.
Identica situazione anche per i 900.000 euro stanziati, sempre per il ponte, dalla Cassa di Risparmio, incassati il 10 novembre 2012 e, a completare l’opera, si aggiungono altri 2,4 milioni di euro della Regione Piemonte per la prima tranche del PISU ( piano di riqualificazione dei borghi Rovereto e Cittadella), che sono stati incassati il 23 marzo 2012.
Sono in totale 6,3 milioni di euro, che ora la banca chiede all’attuale Amministrazione di restituire e data la situazione finanziaria è un problema ulteriore, che non può certo essere considerato di poco conto.
Auguriamoci pertanto che le sorprese negative siano finite, perchè quanto sinora ereditato dalla città basta e avanza…, ma alla luce degli ultimi sviluppi i dubbi rimangono e i cittadini si chiedono, che cosa dobbiamo ancora aspettarci di scoprire?… quando ammetterà le proprie responsabilità l’attuale opposizione assumendo un atteggiamento collaborativo per il bene della città?
Pier Carlo Lava