L’Alessandria, seconda nel suo girone solo per regolamento nella regular season dietro la Cremonese, dovrà affrontare i play off più incasinati della storia del calcio. Le regole, anche quelle più artificiali e contorte, vanno comunque rispettate e i Grigi, per conquistarsi la B, dovranno passare per spareggi concepiti come un autentico campionatino dagli esiti imprevedibili.
E se l’obiettivo iniziale della Federazione di Legapro era perpetuare l’interesse e la combattività per tutta la durata del campionato attraverso questa coda iniqua naturalmente è stato mancato perché sono decine le partite della regular season giocate solo in ottica spareggi. Vorrei ricordare pure come, tutte le volte che una disciplina sportiva si butta in queste innovazioni forzate, finisce per accelerare e acuire i problemi anziché risolvere alcunché (vedi pallacanestro).
Quanto all’iniquità della formula, basta guardare le prime due sentenze di questi spareggi grazie alle partite giocate rispettivamente a Gubbio e Arezzo sabato scorso. In entrambi i casi infatti le formazioni meglio piazzate in griglia, pur con il vantaggio di giocare in casa e di potersi qualificare al turno successivo conquistando anche il solo pareggio, sono già a casa. A capitalizzare episodi casuali sono state nell’occasione Sambenedettese e Lucchese, con buona pace dei pronostici fatti alla vigilia e dei meriti sportivi ottenuti in dieci mesi di lavoro precedente. La prima tornata di playoff è continuata ieri con il Padova che si fa asfaltare in casa dall’Albinoleffe di Alvini e così i seriani sfideranno nel secondo turno proprio la Lucchese.
La Giana invece impatta con la Viterbese e, con un po’ di fortuna, avanza nel tabellone. La Reggiana trema in casa contro il Feralpi ma passa e incrocerà la Juve Stabia. Virtus Francavilla invece si sbarazza del Fondi mentre per il Pordenone facile galoppo e passeggiata sul Bassano. Il Piacenza elimina il Como non dopo aver provato i brividi lungo la schiena e si cucca il Parma. Il Cosenza supera facile il turno a casa propria mentre il Siracusa perde in casa contro la Casertana.
A tal proposito due note: i campani sono parsi squadra ruvida e accorta con due ottimi giocatori capaci di giocare tra le linee: Sottil (mister aretuseo) invece ha ancora una volta dimostrato di essere incapace di fare due cose per bene di seguito. Ai Grigi invece questo giro di roulette è stato risparmiato dal regolamento perché rientreremo in gioco al secondo turno, regalandoci così una settimana di lavoro senza altre docce scozzesi (o almeno si spera), in attesa del round d’andata di play off proprio a Caserta.
Nel frattempo qui, rispetto alle settimane precedenti, i toni sono calati rispetto alle parole e ai comportamenti tenuti dalle parti
(soprattutto dalla parte più intransigente della tifoseria) grazie alla “tregua“ offerta sotto traccia da certi settori dei tifosi. E questo diverso approccio è stato sancito da una dichiarazione del presidente Di Masi rilasciata in settimana nella quale ha ribadito la sua volontà a perseguire i propri disegni immaginati al suo arrivo alla testa del club mandrogno e la necessità di stare tutti uniti. La tregua va benissimo, naturalmente, ma ritengo siano troppe e sostanziali le differenze fra la strategia aziendale della attuale gestione societaria e i desiderata legittimi ma demodé della parte movimentista del tifo grigio. In mezzo ci sta tutto ma adesso dobbiamo parlare di calcio perché è la sola cosa che interessa, che coinvolge, che diverte e che ci accomuna ad altre centoventi piazze primarie del nostro paese. Il resto dovrebbe farlo la cultura sportiva collettiva ed individuale ma qui, temo, di strada ne abbiamo ancora tanta da fare, checché ne dicano certi tribuni obsoleti e autoreferenziali o certi commentatori da operetta prima piromani e poi pompieri.