Prendiamo atto della dichiarazione con la quale Graziano Canestri smentisce la propria presenza alla manifestazione di Forza Nuova svoltasi nell’anno 2015 ad Alessandria. Poiché non abbiamo motivo di mettere in dubbio la sua affermazione, ci scusiamo se la segnalazione da noi avanzata, in base alle informazioni di cui disponevamo, può avergli recato disturbo.
Torniamo tuttavia a ribadire che la questione da noi sollevata aveva e ha che fare solo con la sfera pubblica, in particolare per ciò che riguarda il rapporto tra i suoi trascorsi politici, di segretario e candidato sindaco di Forza Nuova e la decisione del cosiddetto “Quarto Polo” di candidarlo ora in una delle proprie liste. Fatto questo inconfutabile e da lui non confutato. Vogliamo pertanto intendere che, allorché nella sua lettera di rinuncia alla candidatura, pubblicata nei giorni scorsi, parla esplicitamente di “intimidazione”, “linciaggio”, “canea delirante e persecutoria”, o quando evoca “il rogo di Primavalle” affermando di non voler certo “esporre la mia casa e la mia famiglia a un simile pericolo”, voglia riferirsi ad altri e non certo al nostro intervento, che poneva questioni politiche, coinvolgendolo in quanto attivista e possibile candidato alla carica di consigliere comunale.
Per questa stessa ragione, lo esortiamo ad evitare nelle sue esternazioni riferimenti di qualsiasi natura alle nostre famiglie, attenendosi alla stessa misura che noi abbiamo usato nei suoi confronti, non coinvolgendo minimamente la sua sfera familiare.
Quanto alle richieste dei vertici del “Quarto Polo”, non abbiamo alcuna difficoltà a scusarci con loro e, soprattutto, con la persona interessata (che peraltro non abbiamo nominato), per l’inesattezza della nostra annotazione. Ciò non diminuisce la fondatezza e la rilevanza della questione politica principale che noi abbiamo posto, relativa al proposito di candidare l’ex segretario e candidato sindaco di FN nelle passate amministrative. Questione che risulta, anzi, ulteriormente amplificata dai toni e dal lessico usato nelle repliche da più parti pervenute a fronte di un nostro unico intervento. Citiamo qualche esempio degli epiteti utilizzati: ”attacco che definirei fascista”; “i cani latrano” e “con la bava alla bocca”, “i bulli della politica”, oltre a quelli già prima richiamati. A proposito di diffamazione e ingiurie. Ma non è questo il piano che ci interessa.
Il nodo resta politico: perché se il “Quarto Polo” era così convinto di avere argomenti per difendere quella candidatura non ha fatto nulla per trattenerla e misurarla nel confronto con gli elettori? Non vorranno, gli autorevoli rappresentanti di quella coalizione, pensare davvero di far credere a qualcuno che da noi e dal nostro partito possano arrivare minacce o qualcosa di diverso da una dura ma pacifica, ferma ancorché per loro fastidiosa, critica politica?
Daniele Borioli – Senatore PD
Domenico Ravetti – Consigliere Regionale PD