«Non chiedete a nessuno di dirvi un suo difetto: vi dirà un suo pregio, fingendolo un difetto»
Pino Caruso, Ho dei pensieri che non condivido, 2009
[Attenzione: quello che state per leggere è un ‘divertissement’ intitolato “A un passo dall’assunzione”. L’ho scritto per rilassarmi, sorridere un po’ di me medesimo e non prendermi troppo sul serio. Ogni tanto si può anche trattar di frivolezze, senza che Renzi, l’Alitalia, Trump, Macron, Di Maio, Totti, Briatore, Parietti, Lerner, Balotelli, Salvini, D’Urso, Tatangelo e tutti i candidati a sindaco di Alessandria ne abbiano a male]
Roma, anno 1995.
Il sottoscritto, fresco di laurea, è all’ultimo colloquio con il presidente di un importantissimo tour operator.
Con una vita davanti, a un passo dall’assunzione.
Va tutto bene, fino a quando il megapresidente comincia a parlare del turismo a Bari. Io, che nel capoluogo pugliese ero stato qualche settimana prima, entro brillantemente nel discorso.
Parliamo (entrambi) con il piglio da consumati bon vivant per un quarto d’ora buono. Fino a quando cominciamo a capire (entrambi) che i conti – ma soprattutto i posti – non tornano.
Io parlavo di Bari, lui no. Lui si riferiva a Bali. Bali, non Bari. Bali, in Indonesia. Non Bari, in Puglia. Gelo totale (era luglio). Silenzio imbarazzante. Sguardo impietrito del Presidentone.
Mi alzo, butto lì un saluto a mezza voce (non mi esce nulla) ed esco dalla stanza. Senza dare le spalle, come i servi dello Zar nel film “La Congiura dei Boiardi” del venerato maestro Sergej Michajlovič Ėjzenštejn.
Bali, non Bari.
Fottuto da una consonante, a un passo dall’assunzione. Ecco, ora sapete tutto di me.