“Guarda, qui sembra di stare in Cambogia: c’è un clima da regolamento di conti che fa davvero paura”. A raccontarmelo è una persona che Palazzo Rosso lo conosce bene, e che naturalmente lascio nell’anonimato assoluto.
“Esageruma nen”, dai, ho pensato riflettendoci un po’ su. Va bene la bagarre politica, ma il clima cambogiano e la pulizia etnica lasciamoli dove sono. Rimango convinto che i dipendenti pubblici siano, nell’Italia del 2012, una nicchia privilegiata che non si accorge di essere tale, tutta presa a guardarsi l’ombelico.
Più semplicemente, a me invece viene in mente un signore che conoscevo, e che quando avevo vent’anni mi disse: “stai alla larga dall’impiego comunale. Ogni 4 o 5 anni si cambia padrone, e bisogna esserci portati”.
Epperò la mia fonte insiste. Al regime dei “farfalloni” (va beh, ci sarebbe anche un termine più incisivo, ma lasciamo stare) che svolazzavano attorno a Fabbio, si sarebbe sostituito quello delle amazzoni che circondano Rita Rossa. Immagini pittoresche, dico io. Di qualcosa le cronache cittadine devono pur alimentarsi, per distrarsi un po’ dalla litania dissesto-fallimento, fallimento-dissesto.
L’ex sindaco, poi, il mestiere di consigliere di opposizione lo sa fare, e sul suo sito segnala un caso di ipotetica censura, e trasferimento punitivo. Mobbing o meno (ripeto: nel mondo del lavoro non protetto succedono cose ben più serie, e drammatiche), Fabbio promuove un’interpellanza ufficiale. Quindi attendiamo sviluppi, per saperne di più sulla vicenda.
E. G.